Com’è andata a finire? Prosegue il viaggio tra le eccellenze protagoniste dei vari StartupItalia Open Summit. THRON è la piattaforma Digital Asset Management per gestire e distribuire su qualsiasi canale i contenuti, finalista all’edizione del 2017. Intervista al fondatore, Nicola Meneghello
Rallentare per arrivare prima, perché lentamente, a volte, è il modo più veloce per arrivare a destinazione. Tra le coordinate imprenditoriali che orientano Nicola Meneghello, founder e CEO di THRON, c’è un’idea di crescita progressiva, prudente ma decisa, poche cose ma fatte bene, regolando la velocità necessaria per consolidare strutture, competenze, rapporti e bilanci, con un forte radicamento territoriale. Questa è THRON, software company con sede a Piazzola sul Brenta, ma proiettata sul mercato internazionale. Una delle dieci startup finaliste di StartupItalia! Open Summit 2017, esperienza che ha consolidato la mentalità di Meneghello, rafforzando le sue convinzioni, in una giornata indimenticabile.
La gestione intelligente dei contenuti
THRON è una software company italiana, nata a Piazzola sul Brenta (Padova) dall’iniziativa di Nicola Meneghello, che si occupa di Digital asset management con una soluzione cloud erogata in modalità Software as a Service (SaaS) che permette di attivare i contenuti digitali e ottimizzare il coinvolgimento delle audience. Una piattaforma per controllare, gestire e distribuire su qualsiasi canale o sistema, tutti i contenuti e le informazioni di prodotto, senza duplicazioni o perdite di dati. Non solo immagini e video, ma anche file audio e playlist, immagini, URL, documenti, cartelle, tag e dati di prodotto.
“Persone normali che fanno cose straordinarie”
L’incipit di THRON, la scintilla creativa di quella che all’epoca era una piccola e agilissima startup, risale a più di vent’anni fa. Attraverso una crescita solida e progressiva, una serie di round straordinari e alcuni cambiamenti societari, THRON oggi è un’azienda che opera in tutto il mondo fatturando oltre 7 milioni. Un punto di riferimento per la trasformazione digitale dei processi di marketing dei brand internazionali.
La destinazione primaria è sempre la stessa, prima ancora dei bilanci e del successo: “restare persone normali, facendo cose straordinarie, partendo da Piazzola sul Brenta, senza per forza avere il passaporto americano”, dice Meneghello.
“Siamo persone normali, facendo cose straordinarie. Da Piazzola sul Brenta, senza passaporto americano”
La crescita, un round dopo l’altro
Nel 2014 THRON ha chiuso il più importante round di venture capital in Italia di quell’anno, pari a 6,3 milioni di euro. Nel 2017 arriva un altro round da 3 milioni di euro attraverso un aumento di capitale sottoscritto dai soci e da investitori. Una decina di milioni complessivi necessari per finanziare tanti sacrifici, specialmente in una realtà complessa, come l’Italia. La ricerca Forrester per due anni consecutivi (2016 e 2017) ha incluso il software cloud prodotto da THRON tra le migliori venti soluzioni DAM (Digital Asset Management) mondiali. THRON, inoltre, si è aggiudicata l’edizione 2017 del premio Startup e Futuro di Veneto Awards, organizzato da Class Editori. Oggi tra i clienti troviamo Valentino, Whirlpool, Dainese, Scavolini e altri brand internazionali. Circa 60 professionisti impiegati e 10 milioni di fatturato come obiettivo di medio termine.
“Portare investitori dentro un’azienda è sempre difficilissimo e necessario, ma c’è il rischio perdere di vista il prodotto – spiega Meneghello -. Credo che in Italia tra le startup debba crescere la cultura d’impresa, portare capitali non può essere l’attività principale di un founder. Quando seguivo personalmente il fundraising, rischiavo di perdere il focus sull’impresa. Non puoi stare costantemente concentrato su un foglio excel e tavole pivot, si perdono pezzi di creatività”.
L’Open Summit di StartupItalia, il cambio di mindset
Il 18 dicembre 2017 al palazzo del Ghiaccio di Milano si è tenuta la seconda edizione dello StartupItalia! Open Summit, un vulcano sempre acceso di idee, suggestioni, innovazioni, il più importante evento dedicato al networking delle startup italiane. THRON era tra le dieci finaliste, una giornata indimenticabile per Meneghello: “Quel giorno è cambiato il mio mindset, l’occasione per riflettere e convincermi che il mercato giusto per THRON non è quello della finanza, dove cercare a tutti i costi una exit strategy. Ho rafforzato la mia mentalità, mi sono reso conto che dovevo lavorare meglio per trasformare THRON in un’azienda vera, solida, attrattiva, senza per forza cercare la crescita esponenziale con il rischio di gettare basi troppo fragili. Ho un bellissimo ricordo dell’Open Summit, mi sono confrontato tutto il giorno con colleghi preparati, startup promettenti. È stato bello trascorrere del tempo insieme, confrontarci in quel contesto così stimolante”.
“All’Open Summit ho cambiato mindset, convincendomi che il mercato giusto non è quello della finanza”
Dall’Italia, lo sguardo sul mondo
La scelta di Nicola Meneghello è netta: la vocazione di THRON deve essere internazionale, il mercato è il mondo, specialmente negli Stati Uniti, ma le radici restano agganciate all’Italia. THRON ha sede a Palazzo Negrelli, a Piazzola sul Brenta, vicino a Padova, qualcuno l’ha definita un gigante di provincia. Da qui è partita la scalata ai mercati e oggi è una delle poche realtà a competere con i software vendor americani, senza perdere mai il rapporto con il territorio e le persone:
“Abbiamo fatto tutto da soli e ne siamo molto orgogliosi. La soddisfazione di costruire un’azienda rimasta in Italia è enorme, ma al tempo stesso ci rivolgiamo al mondo, vogliamo competere nel mercato internazionale. Questi anni si caratterizzano per un nichilismo dilagante nelle nostre società, perciò credo nella vocazione sociale di un’impresa, le aziende devono fare la loro parte. Sono sempre molto dubbioso osservando talune derive tossiche che arrivano dalla Silicon Valley e che affascinano molte startup italiane: la crescita ad ogni costo, il profitto prima delle persone, approccio maniacale al lavoro. Non credo sia la strada giusta. In THRON lavoriamo con una prospettiva e dei tempi diversi, prendendoci cura delle nostre persone, con obiettivi di fatturato credibili, sostenibili anche da punto di vista umano. Amici e colleghi ci hanno lasciati per inseguire il sogno americano, ma ho la sensazione che spesso si inseguano dei sogni effimeri. A me interessa soprattutto continuare a essere una persona normale, facendo cose straordinariamente”.