L’Italia si trova all’ottavo posto nell’UE per capacità di ricerca e innovazione nelle Life Science ma i ricercatori italiani sono i secondi più premiati a livello europeo
L’Italia si attesta all’ottavo posto nell’UE per capacità di ricerca e innovazione nelle Life Sciences e i ricercatori italiani sono i secondi più premiati a livello europeo, ma il Paese fa fatica a trattenerli. I dati che emergono dal nuovo Libro Bianco sulle Scienze della Vita in Italia – che include l’Ambrosetti Life Sciences Innosystem Index 2023, realizzato dalla Community Life Sciences di The European House Ambrosetti e presentato durante il Technology Forum Life Science 2023 – raccontano di un’Italia che eccelle nel settore ma che non riesce a trattenere i talenti.
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Life Science in numeri
Se l’Italia eccelle nella produzione di innovazione in ambito Life Sciences, al secondo posto in UE dietro alla Germania, è dodicesima per capitale umano qualificato in ricerca e sviluppo nonostante i ricercatori italiani siano i secondi più premiati agli ERC Grant. Il nostro Paese, secondo quanto emerge dal rapporto, è infatti l’unico dell’Unione con un saldo negativo tra grant ottenuti per nazionalità (quindi anche all’estero) e grant ricevuti per ricerche condotte in patria. Da un sondaggio effettuato emerge che il 100% di chi lavora all’estero è soddisfatto e ha scelto di emigrare per trovare più finanziamenti (84%) e alta qualità della ricerca (72%), mentre chi è rimasto lo ha fatto soprattutto per motivi personali o familiari, ma è soddisfatto solo nel 57% dei casi. Sebbene l’Italia stia diventando sempre più competitiva per quanto riguarda il settore delle Life Science, il podio resta occupato da Danimarca (7,06), Germania (6,56), Belgio (6,12), Svezia (5,81), Francia (5,61), Paesi Bassi (5,12) e Spagna (4,78). Allo stesso tempo, il nostro Paese vanta il secondo posto in UE per numero di pubblicazioni scientifiche nelle Scienze della Vita (56.700), il primo per citazioni delle pubblicazioni (90.700) e il terzo per export di prodotti farmaceutici e medicali.
Le maggiori criticità
Le principali lacune riguardano, soprattutto, il capitale umano qualificato, per il quale l’Italia si classifica soltanto al dodicesimo posto. Siamo quattordicesimi per laureati nelle materie Life Sciences e contiamo ancora pochi laureati STEM, pari al 18,3% ogni 1.000 abitanti, contro il 29,5% della Francia e il 24% della Germania. Inoltre, il Belpaese si posiziona al 14° posto per quota di ricercatori attivi nelle scienze della vita (solo il 2,8%), dietro ai Paesi benchmark e ai top performers UE. Ad allontanare i talenti nel proseguire la propria carriera in Italia sono, soprattutto, la mancanza di meritocrazia (84%) e i salari bassi e poco competitivi con il resto d’Europa (72%).