Un gruppo di surfisti, una spiaggia assolata, un pomeriggio di fine estate. Non è una delle scene di Un mercoledì da leoni, il film cult che sul finire degli Anni 70 raccontò le gesta dei giovani surfisti californiani. Qui siamo a Capo Mannu, in Sardegna, dove alcuni amici hanno dato vita alla Sagra del Surf, un evento che dal 2017 richiama migliaia di persone ogni anno.
La manifestazione, che quest’anno si svolgerà dal 20 al 22 ottobre, sarà anche l’unica tappa italiana del Blue Surf Fest, una rete composta da sei festival che si svolgono in sei Paesi Europei con l’obiettivo di promuovere l’inclusione e la sostenibilità, migliorando l’accessibilità allo sport per tutte e tutti. Un progetto promosso dalla FISW – Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard, con il contributo della Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus +.
Surf adaptive per uno sport sempre più accessibile
Come avvenuto per altri discipline – pensiamo, per esempio, ai grandi risultati che ha avuto il basket in carrozzina, anche gli appassionati di surf negli anni hanno cercato di rendere accessibile a tutti questa pratica. Sono molti i progetti che si occupano di realizzare tavole adatte alle singole esigenze, che possano interagire al meglio con le protesi degli sportivi. Nel caso specifico si parla di surf adaptive: grazie anche alla metodologia IncluSea, tutte le persone che hanno una disabilità fisica o sensoriale possono cavalcare le onde per un’esperienza immersiva a 360 gradi.
Ovviamente tutto, a partire dalle attrezzature, viene calibrato in base alla persona grazie ai continui progressi, che riguardano anche i materiali utilizzati. E così ci sono tavole dotate di un sitpad, un seggiolino appositamente progettato che permette una seduta per le persone con ridotta mobilità, o altre più adatte agli atleti con disabilità visive che, da soli o con un assistente, possono surfare in sicurezza.
Sagra del Surf, inclusione ed eco-sensibilizzazione
«L’abbiamo chiamata ‘sagra’, perché alle attività sportive della ‘surf culture’ si abbinano anche arte, cultura ed intrattenimento, creando un link con le tradizioni e i sapori della Sardegna», racconta a Startupitalia Sergio Cantagalli, Responsabile della manifestazione, che spiega come l’evento preveda l’attiva partecipazione di tutte e tutti: chiunque potrà cimentarsi con nuove discipline sportive nelle strutture allestite dalle associazioni e società sportive sul lungomare e sulla spiaggia di Putzu Idu.
Ma come si tengono insieme l’inclusione e l’attenzione al territorio? «Fa parte della nostra missione da surfer – spiega Cantagalli -: in primis viene il rispetto per il territorio, che difendiamo con la dovuta tenacia, dimostrando una forte propensione verso l’eco-sensibilizzazione nei confronti della salvaguardia del nostro habitat e in particolare del nostro mare». Oltre a celebrare la cultura del mare, con questo evento «ci prefiggiamo di creare uno spazio dove poter discutere e informare su diversi temi attuali e sensibilizzare chi ci segue e partecipa», prosegue Cantagalli.
L’inclusione sociale è un’altra tematica fondamentale: «La volontà è quella di aggregare le persone e creare una connessione, una convivenza inclusiva e sostenibile all’interno dell’evento stesso, attraverso lo sport e la cultura del surf, che possa coinvolgere anche le persone con disabilità fisiche o sensoriali, così da migliorare il benessere mentale e fisico di ogni partecipante».
Il mare insegna e ci ricorda che siamo tutti uguali
«Lo sport è disciplina, insegna a soffrire e lottare, aiuta a superare importanti ostacoli e ci rende consapevoli ed autonomi. Un’attività umana di grande valore, un terreno importante dove incontrarsi, superare paure e pregiudizi e realizzarsi nelle proprie potenzialità – sottolinea Cantagalli -. Un luogo di ampi orizzonti dove tutti possono mettersi in gioco e riscoprirsi: nell’acqua ci sentiamo tutti uguali e sullo stesso livello».
L’evento è un laboratorio aperto, dove chiunque può portare il proprio contributo con nuove idee, stimoli ed energie, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo nel campo dello sport e del surf adattato ed inclusivo.
Valorizzazione del territorio e attenzione all’ambiente
Oltre alla tradizione e la cultura locale, ampio spazio sarà dato all’arte con aree dedicate agli Shapers, ovvero gli artigiani che con la loro sapienza danno vita alle più belle tavole da surf, e la SeArt Gallery, padiglione pensato per accogliere le opere di fotografi e artisti che hanno fatto del mare e della sua salvaguardia la principale fonte d’ispirazione.
Ci saranno poi laboratori d’arte, presentazioni sull’ambiente e sulla tutela del mare con ospiti internazionali, concerti serali e dj-set, mentre spettacolari performance popoleranno il Surf Village e le aziende locali proporranno i loro migliori prodotti enogastronomici a chilometro zero.
Una festa lunga due giorni, aperta a tutti, che riempirà i 1.000 metri del lungomare più bello del Sinis: «Sarà l’occasione per dimostrare come lo sport in generale, ma per noi surfer in particolare, sia la chiave di volta che permette di promuovere attraverso il proprio stile di vita la sostenibilità e l’inclusione, migliorando anche il rapporto tra sport e accessibilità».