Da un recente studio americano (BrightPlan 2023 Wellness Barometer Survey) è emerso che lo stress finanziario è una delle maggiori cause di malessere lavorativo, di cui soffre ben il 92% dei dipendenti, con importanti conseguenze sulla salute mentale, sul benessere fisico e sulla vita sociale delle persone.
Un dato che fa capire come nella società contemporanea sia in corso un’emergenza importante, anche se spesso non è percepita. Chi la vive spesso non affronta direttamente la questione, e lo fa per i motivi più svariati: ingenuità, disinteresse, paura, inconsapevolezza.
Alla base c’è un forte stereotipo culturale, secondo cui parlare di denaro è praticamente un tabù ed è in ogni caso un tema di competenza maschile, ma non è così. Anche per questo retaggio culturale, le donne sono le principali vittime di una violenza di genere diffusa e silenziosa, ancora poco conosciuta: la violenza economica.
Perché è importante parlare di soldi
Un’occasione per cominciare a parlarne, appunto, è stata l’evento “RacConti in tasca: le diverse forme del benessere finanziario”, organizzato da Mediobanca in collaborazione con Mindwork e moderato dalla giornalista Annalisa Monfreda.
L’evento è stato organizzato durante la 4 weeks 4 inclusion (4w4i), la grande maratona dedicata alla diversità e all’inclusione.
All’incontro sono intervenute Olimpia Di Venuta, Group Diversity & Inclusion Manager di Mediobanca, Biancamaria Cavallini, Board Member & Operations Director di Mindwork, Luna Esposito, autrice e content creator di Will Media, e Loretta Napoleoni, economista e saggista.
Fil rouge del dibattito la storia di Loretta Napoleoni, autrice del libro “Sul filo di lana”, che tratta di sociologia e di politica, oltre che del suo viaggio personale alla scoperta di sé e delle proprie risorse.
Un racconto, il suo, che accomuna le situazioni vissute da tante donne e da tante famiglie.
«Sono cresciuta a Roma in una famiglia in cui si faceva fatica ad affrontare la questione del denaro. Un aspetto, inoltre, di cui mia madre era totalmente ignara, secondo il luogo comune per cui l’uomo porta a casa i soldi e li amministra. Dopo gli studi sono diventata una banker, ma, nonostante avessi una notevole competenza in campo economico-finanziario, non mi sono mai realmente interessata dei bilanci familiari».
Nel 2019 la scoperta che la famiglia era sull’orlo della bancarotta: «Solo in quel momento ho capito di dover reagire. Ho attivato tutte quelle competenze che mettevo quotidianamente a disposizione dei miei clienti e solo in quel modo sono riuscita a uscire da una situazione che stava diventando davvero critica».
La scarsa consapevolezza economica delle donne nasce spesso da vissuti personali e dalla negazione dell’importanza di occuparsi delle finanze in prima persona.
L’importanza di prendersi cura del benessere sia personale sia finanziario
«Così come conosciamo l’importanza di prenderci cura del nostro benessere fisico e psicologico, dovremmo fare lo stesso con quello finanziario, anche perché le diverse forma di benessere sono tra loro profondamente legate», ha proseguito Biancamaria Cavallini.
A condizionare la gestione del denaro sono la storia personale, l’educazione e la cultura, ma anche le emozioni, la salute psicologica e l’autostima.
«Sebbene i soldi siano una quantità finita, non è mai quest’ultima a fare la differenza, ma il modo in cui la si percepisce e – dunque – la si gestisce. Per questo motivo, come Mindwork abbiamo un programma sul benessere finanziario dedicato alle aziende, che unisce gli aspetti psicologici alle nozioni economico-finanziarie. Si chiama finanza personale a misura di benessere psicologico».
L’evento è è disponibile on-demand qui: https://4w4i.it/event/racconti-in-tasca-le-diverse-forme-del-benessere-finanziario
Tema trasversale a tutti i livelli
Il tema della poca cura delle proprie finanze abbraccia tutte e tutti in modo trasversale a qualsiasi livello sia sociale sia di età, anche se forse oggi i giovani sono quelli che fanno più di tutti i conti con l’ansia legata al benessere finanziario, perché figli di un’epoca di grande precarietà.
«La generazione Zeta, in particolare, e anche quella dei Millennial, vive in modo differente il rapporto con il denaro», ha osservato Luna Esposito.
Se è vero che nelle coppie di oggi c’è sempre più spesso una gestione condivisa delle spese, è anche vero che la sensazione di volatilità generale sta cambiando il rapporto con il denaro.
«Oggi siamo abituati allo sharing: dalla casa alla macchina. E più che guardare ad un investimento di lungo periodo si pensa a piccoli investimenti concreti, anche grazie alla maggiore conoscenza che si è diffusa attraverso strumenti digitali come web e app».
La necessità di fare formazione finanziaria
«Un’evoluzione importante, considerato che il tasso generale di alfabetizzazione finanziaria è il più basso in Ue», ha sottolineato Olimpia Di Venuta. A questo compito sono chiamate le istituzioni, pubbliche e private, dalla scuola agli istituti bancari e, più in generale, le aziende, che sempre più spesso stanno cercando di dare supporto ai lavoratori.
«L’attenzione va rivolta in particolare ai più giovani, per costruire persone consapevoli, a vantaggio di tutta la società», ha proseguito Di Venuta. A tal proposito, il Gruppo Mediobanca ha da poco lanciato “CONTA SUL FUTURO”, nuovo programma di educazione finanziaria e orientamento dedicato alle studentesse e agli studenti della scuola secondaria di primo grado, in collaborazione con Junior Achievement Italia e Sanoma.
«Abbiamo scelto di rivolgerci alle scuole medie, perché questa è la fascia d’età in cui si comincia a conoscere sé stessi, si scoprono i propri talenti e si capisce qual è il proprio profilo di gestione dei soldi».
Non è mai troppo presto
Fondamentale, naturalmente, il ruolo della famiglia: il primo luogo dove i più piccoli sentono parlare di soldi. Non è un caso, quindi, che oggi si riscontri ansia finanziaria già tra i più piccoli, come riflesso di quella trasmessa dai genitori.
Che fare? Innanzitutto, bisogna trattare il tema al pari di qualsiasi altro argomento utile e, fin dalle elementari, introdurre concetti come il salvadanaio e il risparmio.
Perché non è mai troppo presto per parlarne e far maturare la consapevolezza dei giovani sul denaro.