Una startup di Bristol ci immerge nella versione Sottosopra di un paesino rurale del Galles del Nord
È un titolo da giocare immersi nella più totale oscurità, nelle fredde serate invernali, il buissimo Chasing Static, videogame horror in prima persona sviluppato dal micro team di Bristol, Headware Games che ci intrappola nei panni di Chris Selwood, un illustre sconosciuto dalla vita tutto sommato oziosa almeno fino a quando la morte improvvisa del padre non lo costringe a immergersi nella campagna del Galles del Nord per sistemare alcune vecchie questioni.
Chasing Static, un horror a lume di candela
Nemmeno il tempo di ambientarsi (il gioco, del resto, dura appena un paio d’ore e non può certo permettersi un prologo corposo) e il nostro Chris si ritrova sbattuto da un’accogliente tavola calda della periferia gallese a una sua inquietante versione degna del Sottosopra di Stranger Things, vale a dire un mondo che pare normale ma fa di tutto per denunciare la propria entità sovrannaturale.
Armati di Frequency Displacement Monitoring Device, ovvero un accrocchio tecnologico rinvenuto nei primi istanti di gioco in una base militare che, sulla falsariga del PKE meter dei Ghostbusters ci permette di sintonizzarci su frequenze ectoplasmatiche, dovremo aggirarci lungo il mondo 3D ideato dagli sviluppatori inglesi, caratterizzato da una veste grafica e da una mole poligonale tipicamente 32-bit (pare un gioco per PlayStation 1 o Sega Saturn) risolvendo enigmi e raccogliendo oggetti.
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L’incedere, meglio chiarirlo, è davvero molto lento. Chasing Static non punta su frotte di nemici per spaventare il giocatore, quanto piuttosto sull’atmosfera. Il rovescio della medaglia, però, è che non è il titolo indicato per coloro che cercano avventure adrenaliniche, da vivere al cardiopalma. In compenso sa come tenervi col fiato mozzato grazie a eventi scriptati ben congegnati.