Il gioco di ruolo di Bandai Namco, introvabile su GameCube, arriva oggi su Switch (e non solo). Perché dovete correre ad acquistarlo, passando sopra i limiti di una riedizione un po’ troppo pigra…
Tales of Symphonia Remastered andrebbe acquistato a scatola chiusa, sebbene come vedremo non sia esente dai difetti, per il solo motivo che, quando debuttò l’originale, nel 2003 su GameCube era di fatto introvabile. Da allora è uscito un po’ ovunque, su PlayStation 2, su PS3, su Xbox One e nel 2016 pure su PC, in alta definizione. L’aspetto curioso è che questa nuova riedizione, che apprezziamo perché, giocata praticamente in simultanea con Metroid Prime Remastered (qui la nostra recensione) ci ha fatto rivivere appieno una delle stagioni più intense dell’ammiraglia viola Nintendo, non si basa sulla release scaricabile da Steam (e in questi giorni in offerta a 9,99), ma su quella per PS2, con i limiti tecnici (a iniziare dai rallentamenti) che ne conseguono e che di fatto hanno sporcato un po’ la resa finale del prodotto.
Tales of Symphonia Remastered, una volta qui era tutta campagna
Non è mai facile avere a che fare con una remastered e anche Tales of Symphonia non fa eccezione: probabilmente gli sviluppatori sarebbero potuti intervenire in maniera più coraggiosa sia su diversi aspetti grafici (la mole poligonale delle ambientazioni e dei corpi dei personaggi, i volti e la mimica facciale degli eroi, gli effetti speciali, ecc…) sia sul fronte del gameplay, dato che i JRPG si sono evoluti parecchio negli ultimi 20 anni.
E infatti anche un titolo davvero ben orchestrato come Tales of Symphonia, riproposto tale e quale in questa remastered, mostra parecchie rughe, specie nei combattimenti, eccessivamente vincolati sebbene slegati dalle meccaniche “a turni” classiche dei Final Fantasy d’epoca. Ma anche i menu e i viaggi sulle mappette 3D stonano, tanto più se vi siete appena divorati quel capolavorone next gen di Tales of Arise (la nostra recensione).
Tales of Symphonia Remastered è dunque la riproposizione di un gioco che bene o male ha due decadi sulle spalle: è cresciuto, è maturato, ha qualche chiletto in più lungo i fianchi e qualche capello in meno sulla testa. È dignitoso, mantiene il suo fascino e il suo carisma, ma non fa davvero nulla per nascondere le rughe.
Fortunatamente, a livello di sinossi, Tales of Symphonia Remastered può contare su un parterre di eroi che vi entreranno sotto la pelle, benché stereotipati e di chiara provenienza da manga e anime e su di una trama che impiega il suo tempo per partire, ma da un certo punto in poi non smetterà di riservare colpi di scena e drammi su drammi, con una escalation che vi renderà sempre più partecipi e coinvolti. Sono davvero pochi i JRPG capaci di veicolare simili emozioni e ancora meno i personaggi come la dolcissima Colette Brunel, l’inquietante Kratos Aurion, la materna Raine Sage e quel dongiovanni di Zelos Wilder, giusto per citare i primi, che si rivelano di fatto indimenticabili. Veri compagni d’avventura ai quali affezionarsi.
Anche i temi trattati, all’apparenza sono banali: l’amicizia, il rispetto, il fatto che al mondo ci sia spazio per tutti. Buoni sentimenti da canzone con cuore/sole e amore nel ritornello, che però, come si diceva, da un certo punto in poi della sinossi vengono declinati in maniera sempre più adulta e affascinante, toccando tematiche che spaziano dall’omicidio all’eugenetica.
Le cutscene disegnate dal celebre artista Kosuke Fujishima sono bellissime esattamente come le ricordavamo: forse sempre troppo poche, ma comunque in grado di sottolineare ed enfatizzare i momenti più salienti di un titolo che, nonostante i suoi anni e una remaster troppo pigra e non sempre all’altezza del blasone, è ancora in grado di travolgere ed emozionare.