Da una startup cinese un titolo di carte stratificato e profondo, capace di intrattenere per ore
I pirati hanno sempre esercitato un ascendente incredibile sui ragazzini di tutte le epoche, come testimoniano opere che vanno da L’Isola del tesoro, considerato ancora oggi un caposaldo della narrativa pre-adolescenziale alla fortunata saga Disney Pirati dei Caraibi. Anche in campo videoludico, la scelta è ampia: si va da Assassin’s Creed – Black Flag (letta la nostra recensione di Assassin’s Creed The Rebel Collection?) a Sea of Thieves di Rare, passando per l’italianissimo King of Seas fino al mitico Monkey Island (qui la recensione di Return to Monkey Island) o al vecchissimo Sid Meier’s Pirates! Da una startup innovativa situata a Shenzhen, nella Cina Sud-orientale, arriva un riuscito Roguelike – Deckbuilder carico di strategia e carisma: Pirates Outlaws.
Pirates Outlaws, pronti a salpare per i sette mari?
Dopo aver abbordato smartphone e tablet, Pirates Outlaws assalta ora le principali console forte di tutti gli aggiornamenti rilasciati in questi anni. Il giocatore si ritrova così nei panni di un novello capitano pirata intenzionato a seminare terrore per tutti i sette mari.
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Come? Attraverso i propri mazzi di carte: ben 700 tra bonus e malus, da usare con saggezza quando si combatte con le numerose insidie che si celano tra le onde e arcipelaghi da sogno (ma le mappe, in verità, vanno al di là dei classici panorami caraibici, ricomprendendo anche freddi mari nordici e inesplorate acque asiatiche) per subire meno perdite possibili.
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Che si lotti contro kraken, equipaggi maledetti o altri pirati, le regole sono sempre quelle: giocare con scaltrezza le carte a propria disposizione, nella speranza di ottenerne altre con l’ennesima vittoria, in modo da potenziare i sedici membri che potranno entrare a far parte della nostra ciurma, tutti peraltro ottimamente caratterizzati e in grado di donare alla meccanica di gioco ulteriore profondità e stratificazione ludica.
Certo, Pirates Outlaws non rivoluziona affatto il genere di riferimento (se avete appena scaricato l’onirico Iris and the Giant uscito soltanto pochi giorni fa vi ritroverete con due titoli molto simili), ma l’opera d Fabled riesce comunque a emergere dalla massa, grazie principalmente a una marea di livelli e contenuti che sapranno intrattenervi per tantissimo tempo.