Un viaggio in una civiltà perduta, nei panni di Farren West e del suo inseparabile alleato Boji
Sempre in prima fila quando si tratta di valutare le opere prime, seconde o terze di software house indipendenti che si gettano nella mischia del mercato videoludico. Stray Blade, fatica della software house berlinese Point Blank Games, è un videogioco che ha convinto un publisher di spessore come 505 Games. Se amate le atmosfere fantasy e i titoli ricchi di combattimento, dove occorre studiare le migliori strategie se non ci si vuole scontrare in un vicolo cieco fatto di morte costante, sempre nel medesimo punto, allora Stray Blade fa per voi. Disponibile su next gen – sia PlayStation sia Xbox – e PC, sarete calati in un limbo pieno di mistero e pericolo, in compagnia di un anti eroe e del suo aiutante, che lo resusciterà a ogni morte fino ai titoli di coda.
La storia di Stray Blade ha una ramificazione tale da parlare di una lore più che soddisfacente. Disponibile in italiano, il videogioco narra le vicende del protagonista, l’avventuriero Farren West che nella vita non ha combinato poi così tanto. Nel momento in cui spera di aver fatto bingo, scoprendo le meraviglie della Valle di Acrea, una disgrazia lo spedisce a miglior vita. Ma lo sventurato non è destinato a riposare in eterno, bensì a faticare ancora a lungo prima di trovare la pace. A resuscitarlo ci pensa, ogni volta, Boji, un lupo alto come un tappo che si appoggia alla forza fisica dell’uomo per raggiungere i propri obiettivi.
A livello di gameplay Stray Blade è un action divertente, ambientato in un mondo dove il backtracking è obbligatorio e i nemici abbondanti a ogni respawn. Non siamo di fronte a un epigono così complesso dei titoli di FromSoftware: senz’altro il combattimento richiede impegno e ogni arma le proprie tempistiche per essere scagliata contro gli avversari. Detto questo non è uno prodotto così punitivo, bensì adatto a un pubblico di gamer in cerca di un’esperienza ricca, stimolante e non eccessivamente frustrante.
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Ogni arma ha una particolarità, soprattutto nel colpo finale che va ad attivare un’animazione fluida e originale. Pad alla mano, ciascuna lama restituisce sensazioni differenti, oltre a un appagante audio desing che accentua i colpi inferti. Davvero notevole lo sforzo sui dettagli ambientali: la Valle di Acrea è un bioma vitale e pieno di elementi di contorno, con un ventaglio di colori sorprendente. Gli scontri prendono piede all’interno di un contesto naturale lussureggiante, che aiuta il gamer a calarsi all’interno di una storia di civiltà perduta.
La trama di Stray Blade non è priva di sbavature e i dialoghi non sempre sono impeccabili, con un forse eccessivo ricorso a battutine che smorzano il clima laddove non ce ne sarebbe alcun bisogno. Il videogioco è tutt’altro che scanzonato perché affronta tematiche serie e profonde. Il tutto – e questa è la parte più azzeccata – calato in un mondo arcade colorato e lontano anni luce dalle atmosfere gotiche e spettrali dei soulslike.