Il coloratissimo arcade di Taito riesce a divertire, oggi come nel 1994
Tolto Yoshi, la fidata e linguacciuta cavalcatura di Super Mario, gli altri draghetti più famosi dei videogiochi sono senz’altro quelli di Taito, protagonisti inossidabili di una serie, qua e là conosciuta come Puzzle Bobble, altrove come Bust-a-Move, che pur restando fedele a se stessa non smette di innovarsi e produrre nuovi capitoli a ritmo serrato. Soltanto qualche mese fa sulle pagine virtuali di StartupItalia era apparsa la recensione di Puzzle Bobble 3D Vacation Odyssey, adesso è il turno di scoprire come se l’è cavata Everybubble!
Rispetto all’ultimo titolo passato sotto il nostro attento esame, Puzzle Bobble Everybubble! rappresenta un deciso ritorno alle origini e, dunque, alle due dimensioni. Ma questo non vuol dire che il titolo Taito finga di essere ancora negli anni ’90.
Lo si intuisce per esempio all’attenzione verso il bilanciamento di genere: ai due draghetti-maschietti Bub e Bob, vengono così affiancate le controparti femminili Peb e Pab per tranquillizzare tutte le femministe già sul piede di guerra.
Il gameplay è quello di sempre: siamo perciò di fronte a una variante sparocchina del mitico Tetris, dove bisogna mirare e colpire bolle del medesimo colore per farle scoppiare, possibilmente concatenando devastanti combo utili sia a mettere un maggior numero di punti in saccoccia, sia a evitare che lo schermo si riempia, decretando il game over. In Puzzle Bobble Everybubble! l’introduzione dell’inedita modalità Storia mischia un po’ le carte prevedendo missioni sempre diverse a seconda dello stage. Ma non vogliamo anticiparvi nulla…
Gradita anche l’introduzione di una modalità cooperativa fino a 4 giocatori (scenderanno in campo i due draghetti oltre alle rispettive fidanzatine, appunto) che permetterà di fare squadra e collaborare gomito a gomito con amici e familiari. Vera e propria chicca, poi, la modalità celebrativa che vede Puzzle Bobble fondersi con un altro classico dei videogame Taito, Space Invaders. In Everybubble! accade anche questo. Si tratta di un gioco a sé, presentato persino separatamente rispetto alle altre modalità, ma che a sorpresa sa intrattenere ed è più di un semplice cameo, magari forzoso.
Se a un’offerta sicuramente ampia e sufficientemente variegata grazie a piccoli ma graditi aggiornamenti utili a rimuovere la patina del tempo aggiungete anche la presenza dell’online, ecco che sarà davvero difficile non passare interi pomeriggi a scoppiare bolle. Esattamente come accadeva già trent’anni fa in sala giochi.