L’anima non cambia: combattimenti frenetici e sequenze da imparare a memoria
Un coda d’estate di questo tipo non era facile aspettarsela. Prima Baldur’s Gate III, poi un titolo attesissimo come Starfield e ora, alle soglie dell’autunno, ci casca addosso un carico da novanta come Mortal Kombat 1, il reboot di una saga che non ha bisogno di grandi presentazioni. Sinonimo di picchiaduro, di combo violentissime e spietatezza marziale, il titolo è un’opera graficamente stupefacente. Disponibile su tutte le console, noi lo abbiamo testato su PC spingendo il motore per capire come viaggiano sullo schermo pugni, calci, kameo (ci arriviamo tra un attimo) e armi.
Approcciarsi a Mortal Kombat 1 significa fare un salto indietro nel tempo. Sono trent’anni che nel genere picchiaduro prosegue ininterrotto un derby tra due software house: da una parte la giapponese Capcom con l’IP Street Fighter, e dall’altra la statunitense NetherRealm Studios, titolare dei diritti di Mortal Kombat. Dopo l’11esimo capitolo, il padre della serie Ed Boon ha deciso di rimescolare le carte, per dare avvio a qualcosa di nuovo, senza però dimenticare mai il passato.
Chi ha giocato ai vari episodi di Mortal Kombat senz’altro ritroverà i suoi amati combattenti come Sub-Zero, Kitana, Liu-Kang e Kenshi con uno stile di combattimento spumeggiante e frenetico. Per chi invece non ha mai avuto il piacere di governare questi forzuti avatar, ebbene Mortal Kombat 1 si candida a dare il benvenuto a tutti i neofiti della saga.
I tutorial nei videogiochi sono un elemento non da poco in capo alle software house. Capita che titoli tripla A presentino guide iniziali non così coinvolgenti. Mortal Kombat 1 accoglie invece il gamer alle prime armi in una palestra dinamica, dove il suo avatar deve compiere passo passo le mosse che dovrà assorbire per poi replicarle in battaglia. Non basterà schiacciare A, B, X e Y. Potreste sì vincere qualche battaglia, ma le sequenze di colpi renderebbero l’intera esperienza ripetitiva. Un copione che nessun regista vorrebbe mai mettere in scena.
Tra le novità di Mortal Kombat 1 spicca (letteralmente) l’importanza delle combo aeree: con la giusta sequenza di tasti abbiamo modo di infliggere danni a qualche metro da terra, ritardando l’atterraggio con effetti midiciali. C’è poi un’intrigante aggiunta, data dai personaggi Kameo, ovvero angeli custodi che potremo evocare premendo R1: nei momenti di difficoltà sanno essere preziosi per darci tempo di rifiatare e organizzare un nuovo attacco.
Per divertirsi in Mortal Kombat 1 bisogna inevitabilmente imparare a memoria le mosse, evitando di schiacciare comandi a caso. La strategia, torniamo a ripetere, si scontrerebbe rovinosamente contro un’AI molto più scafata. Ma Mortal Kombat 1 ha anche altro rispetto ai combattimenti rapidi sia in locale sia online. C’è anche la campagna, su cui questo nuovo episodio ha puntato parecchio.
Non vi occorrerà conoscere la lore del titolo per godervi una trama che ha tutti gli ingredienti per appassionare. Senz’altro chi conosce i protagonisti vivrà la sensazione di una magnifica rimpatriata. La campagna non dura molto – meno di dieci ore – ed è poggiata su cinematiche che raccontano le vicende dei protagonisti, con i combattimenti che partono molto alla svelta, quasi senza soluzione di continuità con i dialoghi (a proposito, le gag non sono male).
A livello grafico Mortal Kombat 1 su PC è senz’altro un’esperienza di alto livello. Gli scontri avvengono in scenari tutt’altro che statici, ma con fondali animati, dove i dettagli (sui quali non sarà facile nè conveniente concentrarsi) pullulano.