«Da almeno il 2019 fino al novembre 2022, Samuel Bankman-Fried, alias ‘SBF’, l’imputato, ha corrotto le operazioni delle società di criptovalute che ha fondato e controllato». Il caso FTX, l’exchange finito al centro della bufera dopo l’arresto del suo fondatore a dicembre 2022, si complica ancora di più. Contro l’ex idolo del mondo crypto sono stati rivolti quattro nuovi capi di accusa tra cui cospirazione per frode e frode di titoli.
«L’imputato sapeva bene che FTX, che all’inizio del 2022 sosteneva di gestire circa 15 miliardi di dollari di volume di trading giornaliero sulle sue piattaforme, non era focalizzata sulla protezione degli investitori o dei clienti», si legge nel nuovo atto di accusa. I soldi che gli utenti di FTX depositavano nei propri wallet digitali sull’exchange, dove vendere e comprare criptovalute, sarebbero stati utilizzati dall’ex Ceo per finanziare un’altra attività, Alameda Research, impegnata in speculazioni finanziarie. Si parla di 8 miliardi di dollari sperperati in donazioni e acquisti di immobili.
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Il caso FTX è scoppiato nell’ecosistema delle criptovalute durante quello che diversi osservatori hanno definito l’inverno delle crypto. Dopo le ottime performance di Bitcoin, altcoin e shitcoin dal 2020 in poi, il valore delle monete digitali è crollato. Prima dell’arresto di Samuel Bankman-Fried, FTX era tra i più grandi exchange al mondo (valutato oltre 30 miliardi di dollari) e, giusto per contestualizzare la propria potenza economica, era riuscito a ribattezzare lo stadio dei Miami Heat in FTX Arena (nome tolto di recente dopo lo scoppio dello scandalo). SBF è stato rilasciato con una cauzione da 250 milioni di dollari e al momento si trova agli arresti domiciliari a Palo Alto, in California. Se dovesse essere giudicato colpevole di tutti i capi d’accusa rischia fino a 155 anni di detenzione.