Secondo l’ultimo rapporto Consob, la percentuale di italiani che investe e scambia criptovalute è in crescita
Gli italiani che investono in criptovalute crescono, così come coloro che accedono alla rete per scambiarle e negoziare online. Secondo l’ultimo rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie, i nostri connazionali che hanno investito nelle nuove monete virtuali sono passati dal 2% all’8% mentre coloro che accedono alla rete per negoziare online e scambiarsi criptovalute sono passati dall’8% all’11%.
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Criptovalute: i dati del rapporto di Consob
Un modo per fare “soldi facili” quello che spingerebbe gli italiani, sempre secondo il Rapporto elaborato da Consob, a investire e focalizzare l’attenzione sul settore delle criptovalute. Cresce l’interesse potenziale a questo tipo di mercato, che si assocerebbe anche alla “propensione a sopravvalutare le proprie conoscenze in materia”. L’indagine svolta da Consob si basa su un campione rappresentativo degli investitori italiani.
Con riferimento alle criptovalute, gli intervistati hanno dichiarato di avere acquisito conoscenze in materia principalmente dalla stampa generalista (42% dei casi), dai media specializzati (28% del campione) e da social media e web communities (26%). I fattori che possono incentivarne l’acquisto sono, soprattutto, la diversificazione degli impieghi del proprio risparmio (16%) e l’opportunità di un guadagno immediato (15%).
L’interesse verso le criptovalute, si legge nel rapporto, “è manifestato più spesso dal genere maschile, dai soggetti più giovani, dai più fragili e da coloro che sono esposti a spese inattese e si correla positivamente con le conoscenze di attività e servizi digitali”. In buona sostanza, le famiglie italiane, in generale, poco sanno di criptovalute e servizi finanziari digitalizzati. Dinanzi alla domanda: “Cosa sono le Icos?” (raccolta di capitali innovativa attraverso le initial coin offerings), da quanto emerge dal Rapporto, la maggioranza ha fatto scena muta. Ma questa situazione non si è, invece, verificata per le criptovalute: il 45% degli intervistati ha dichiarato di sapere di cosa si sta parlando. Sempre secondo l’indagine c’è, addirittura, anche una sottovalutazione delle proprie conoscenze in materia: “pur avendo dichiarato di non saperne abbastanza, un quarto del campione riconosce nella volatilità del valore una delle loro caratteristiche principali”.