L’economia vola sulle ali dei droni che ormai sono ovunque, usati da chiunque. Tutti i numeri, in anteprima per StartupItalia, di una ricerca dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano
Drone economy non significa soltanto dispositivi leggeri in grado di trasportare pochi chilogrammi di merci o sostanze da un punto A a un punto B, riducendo costi e tempi. In questa comparto rientrano anche le startup attive nel trasporto di persone, i cosiddetti taxi volanti di cui da anni si parla nell’ecosistema dell’innovazione. Mezzi futuristici, senz’altro, che però collezionano test e sperimentazioni, convincendo società ed enti regolatori. Nell’ottobre 2022 Aeroporti di Roma ha testato per la prima volta presso lo scalo di Fiumicino la tecnologia della startup tedesca Volocopter, con il primo volo in Italia del suo aeromobile senza pilota. Un drone, a tutti gli effetti. Ma se restringiamo soltanto ai soggetti italiani, qual è il volume di questo mercato? 118 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto al 2021.
Startup che decollano
I numeri provengono dalla ricerca dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano e fotografano un ecosistema che ha superato i livelli pre pandemia (nel 2019 il mercato valeva 117 milioni). Su StartupItalia sono davvero tante le storie che abbiamo raccolto in questi anni: come quella di ABZero, spin off della Scuola Sant’Anna di Pisa, che ha da poco chiuso un round da 200mila euro per continuare nello sviluppo dei suoi droni che trasportano medicine e sacche di sangue per le trasfusioni.
Droni leggeri, droni pesanti
In Italia citiamo il caso anche di Flyted, altra startup attiva nella drone economy – nello specifico nel segmento digital twin – che nel 2022 ha chiuso un aumento di capitale da 1 milione di euro grazie al Fondo Rilancio Startup, gestito da CDP Venture Capital. Tra gli attori con più esperienza nel campo troviamo poi Flying Basket, startup di Bolzano in grado far decollare droni capaci di sollevare trasporti difficili (perché pesano fino ai 100 kg)
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Diamo ora un perimetro al comparto: quante sono le imprese e le startup che lavorano nella drone economy in Italia? La ricerca del Politecnico di Milano ha calcolato che le aziende sono 706, (in lieve calo rispetto alle 713 del 2021) e si contano quasi 60.000 droni registrati sul portale d-flight dal 2020 ad oggi (13.921 nel 2022), di cui il 92% per uso ricreativo e solo l’8% per uso professionale in imprese e PA. Cifre queste ultime che non stupiscono, anche se sempre più realtà si stanno accorgendo delle potenzialità, soprattutto a fronte di un riconoscimento normativo e di regolamenti entrati in vigore.
I vertiporti in Italia
La ricerca ha poi sondato gli ambiti in cui i droni vengono utilizzati: ne è emerso che le principali applicazioni riguardano ispezioni e sopralluoghi (43%), sicurezza e sorveglianza (18%) e ricerca-soccorso (12%). Rispetto invece ai vertiporti e ai taxi volanti – la cosiddetta Advanced Air Mobility (AAM) – i progetti sono 314 (il 28% del totale). Il già citato test a Roma punta a inaugurare il servizio nel 2030: 20 minuti per trasportare i passeggeri dalla Capitale fino allo scalo di Fiumicino. Quello romano è uno dei pochi vertiporti a livello globale e altre città come Milano, Venezia e Torino (qui sotto il video di presentazione di SkyGate) stanno lavorando in questo senso.
«Il 2022 è stato un anno cruciale per il mercato professionale dei droni», ha commentato Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata. Gli investimenti in capitale di rischio aumentano a livello internazionale, anche se i soggetti interessati faticano ancora a registrare i primi profitti. Eppure, prosegue Lovera, «diversi Paesi europei e l’Unione Europea stessa hanno iniziato a delineare strategie e roadmap per l’introduzione di servizi con droni: sono cresciute le sperimentazioni, sono nati ecosistemi in grado di mettere a fattor comune le competenze dei singoli attori e le imprese hanno iniziato a comprendere in modo più chiaro i benefici che questa tecnologia può portare alle loro attività».
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L’ENAC è stata infatti una delle prime autorità aeronautiche ad aver emanato, a fine 2013, una regolamentazione sul settore ed è la prima in Europa ad aver steso un Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo della Mobilità Aerea Avanzata (unico caso insieme alla Germania). «L’Italia sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama europeo – ha concluso Paola Olivares, Direttore dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata – trainando lo sviluppo del segmento dell’Advanced Air Mobility grazie a forti investimenti, sperimentazioni concrete e programmi per l’introduzione dei servizi».