La storia di Marco Rinaldo, che ha lasciato il settore immobiliare per seguire la sua passione. “La prima persona assunta è stata la mia attuale direttrice generale. Le ho detto: voglio fare musica. Mi ha risposto: ma non facevi palazzi?”. Oggi tra i soci c’è anche la famiglia Bulgari
Dal settore immobiliare alla musica il passo è breve. Almeno lo è stato per Marco Rinaldo che nel 2011 ha lasciato il suo lavoro da manager nel comparto real estate internazionale e ha cominciato la sua avventura nel settore musicale. Unico punto in comune tra le due esperienze: l’impronta globale. “Nel 2011 vivevo da cinque anni a Cracovia – racconta Rinaldo, 48enne originario di Padova – ed ero stanco di quella vita. Ho deciso di vendere le mie quote della società, prendere un anno sabbatico e tornare in Italia”. Da quel momento la sua storica passione per la musica si è radicata e Rinaldo ha iniziato a studiare il funzionamento di Spotify e delle altre piattaforme streaming. “Sono tornato in molti dei Paesi in cui avevo lavorato negli anni precedenti, dal Brasile alla Polonia passando per il Sudafrica, dove acquistavo migliaia di diritti e di cataloghi musicali – racconta – Dopo un po’ di scorte ho aperto società produzione musicale a Dublino e ho cominciato a ripulire questi suoni, dando un po’ di italianità. Ho creato album, copertine, titoli, compilation a tema. Poi sono andato a Stoccolma da Spotify, a Cupertino da Apple dove ho subito chiuso dei contratti con loro: le compilation hanno avuto successo immediato. A quel punto ho capito che era il momento di fondare un’azienda”.
La storia di Rehegoo
Una volta tornato Rinaldo rientra in Polonia dove possiede degli appartamenti paese scelto perché “offre talenti a prezzi accessibili” – fonda Reeghoo e inizia ad assumere alcune persone: “La prima fu la mia attuale direttrice generale – dice -. Le dissi: voglio fare musica. Mi rispose: ma non facevi palazzi? Si è fidata e abbiamo iniziato questa avventura”.
Reeghoo è un music service provider che ha l’obiettivo di abbattere le barriere che impediscono alle aziende e ai content creator di utilizzare la musica con licenza completa di cui hanno bisogno. Detiene 1,3 milioni di canzoni ed è il primo produttore mondiale di musica rilassante – dalla new age alla chillout.
Oggi l’azienda fattura 12 milioni di euro (dato 2022) e conta un centinaio di dipendenti tra Londra, Polonia e Milano. “L’Italia è il primo Paese in cui stiamo sviluppando il nostro secondo business, quello BtoB: lavoriamo al fianco delle aziende per fornire la musica perfetta per le loro attività, studiando le esigenze di ogni settore e cliente specifico, dall’hotellerie alla Gdo al luxury e retail. Spesso si pensa che la musica in un locale, in un negozio, in un supermercato sia secondaria. Invece è fondamentale e, se sbagliata, può allontanare o distrarre il consumatore. La musica coinvolge uno dei nostri cinque sensi, proprio come fanno gli odori. Vi fermereste mai in un negozio che ha un odore sgradevole?”. Tra i clienti in Italia la startup conta il gruppo Spar, Piazza Italia, Timberland, Bata, Casa Cipriani, McArthurGlen, Leroy Merlin e altri grandi retailer. Nel 2022, la music tech company ha avuto un incremento di vendite del 270% nel solo mercato italiano, insediandosi in migliaia di punti vendita.
Il futuro della musica new age
Per il 2023, l’obiettivo di Reeghoo è quello di rafforzare la sua posizione in Italia come fornitore di musica di qualità per ogni azienda, aumentando il numero di punti vendita che utilizzano la soluzione hardware. “Rehegoo rappresenta per noi la migliore soluzione sul mercato italiano, poiché, oltre ad essere più economica rispetto ad altri fornitori, presenta un ampio catalogo, in quanto siamo noi stessi i produttori musicali, dando spazio alle voci emergenti del settore. Infine, Rehegoo è svincolata dalla burocrazia, poiché tutte le tasse di licenza sono incluse nel prezzo finale. Forti dei risultati raggiunti in questi anni, lo scopo del 2023 è sicuramente quello di stringere sempre più collaborazioni con le aziende, aiutandole e supportandole nella scelta della loro musica, parte fondamentale nell’esperienza in uno store”, commenta Rinaldo.
A credere nell’idea di Rinaldo è stata addirittura la famiglia Bulgari che, con la sua holding Arsenale, ha acquisito il 3% delle quote societarie, per una valutazione complessiva dell’azienda di 40 milioni di euro. Oggi Rehegoo si appresta a raccogliere un round di investimento: “Entro il 2025 saremo in altri dieci Paesi in Europa e metteremo piede anche negli Stati Uniti: il mio sogno! Inoltre, nonostante i costi folli abbiamo deciso di lasciare a Londra la nostra sede: Londra vanta credibilità ed è ricca di talenti da tutto il mondo. inoltre siamo dentro gli uffici della ex Universal Music Business, un buon auspicio per il futuro”.