A fondarla l’ex Ceo di Waze (Google) Noam Bardin. Ogni articolo costa tot punti. Riuscirà a battere l’abitudine all’informazione gratuita online?
Si chiama Post ed è una startup appena uscita con una nuova piattaforma sulla quale gli utenti possono leggere le notizie (qui il sito ufficiale). L’interfaccia da browser è simile a Twitter, uno dei social network di riferimento per il mondo dell’informazione. La differenza con l’app acquisita da Elon Musk per 44 miliardi di dollari è che, per leggere, Post chiede agli utenti di pagare. Grazie al sistema di pagamento di Stripe, si effettuano micro-transazioni ogni volta che si vuole leggere un articolo. Si possono acquistare pacchetti di punti per un massimo di circa 130 dollari, da spendere per la propria dieta giornalistica.
A fondare Post è stato Noam Bardin, ex di Google per la quale è stato Ceo di Waze, il navigatore votato alla condivisione delle informazioni da parte degli automobilisti. Questa sua nuova avventura imprenditoriale rappresenta una sfida notevole, in un contesto ancora difficile per la maggior parte delle testate, che faticano a monetizzare la propria presenza online e a convertire i lettori casuali (e gratuiti) in abbonati.
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Come si legge su TechCrunch, Post ha già stretto diverse partnership con editori di testate come The Boston Globe, The Brookings Institution, Fortune, The Independent, Insider, e LA Times. Nel frattempo il New York Times sta guidando la protesta dei giornali che non vogliono pagare per mantenere la spunta di “utente verificato” su Twitter imposta su abbonamento da Elon Musk. Ovviamente è ancora presto per capire le sorti di Post, startup che ha ricevuto un seed round dal fondo VC Andreessen Horowitz, uno dei più importanti negli Stati Uniti.
Oltre alla possibilità di leggere articoli e approfondimenti a pagamento (ciascun contenuto ha il proprio prezzo in punti), Post funziona come un comune social network al quale ci si iscrive per poi mettere like, condividere e commentare.