«Gran parte delle mansioni sarà svolta da robot umanoidi. Entro il 2027 verranno eliminati 83 milioni di posti di lavoro. Ma per chi si aggiorna costantemente ne verranno creati 69 milioni». Confronto con la Managing Director del WEF
Tra i driver che stanno guidando il cambiamento nel mondo del lavoro ci sono la transizione verde e la tecnologia, nonostante le previsioni economiche non siano delle migliori. Il World Economic Forum, nel suo report “Future of Jobs 2023” evidenzia, tra le professioni più in crescita, in pole position gli esperti di AI e machine learning. Seconda posizione per gli specialisti nel settore della Sostenibilità, a seguire: analisti di Business Intelligence e di Sicurezza Informatica, ingegneri esperti di Fintech, data analyst e scienziati, ingegneri specializzati nella Robotica e nell’Elettrotecnologia, nell’Agritech e, infine, nella trasformazione digitale.
Al contrario, tra i lavori la cui richiesta sta drasticamente calando ci sono, in prima posizione, il cassiere e l’impiegato di banca. A seguire: gli impiegati postali, i cassieri, i responsabili del trasferimento dati dal cartaceo al digitale, segretari amministrativi ed esecutivi, gli addetti alla gestione di materiale e scorte, gli addetti alla contabilità e alle buste paga, legislatori e funzionari, impiegati finanziari, assicurativi e addetti alla statistica, venditori porta a porta, ambulanti e simili. A livello globale, sempre secondo quanto emerge dal report, tra le skills più richieste nel mondo del lavoro ci sono: una capacità di pensare in maniera analitica, creativa, la resilienza, flessibilità e agilità, la motivazione e la consapevolezza di se stessi, la curiosità e l’apprendimento costante, delle buone basi di tecnologia, l’affidabilità e l’attenzione ai dettagli, l’empatia e l’ascolto attivo, la capacità di leadership e di influenza a livello sociale, il controllo qualità del proprio operato.
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In questa panoramica che emerge dal report, attualmente il 23% dei lavori sta cambiando. Ma se questo accade a livello globale, cosa sta succedendo in Europa? E quali sono le prospettive per l’Italia? Lo abbiamo chiesto a Saadia Zahidi, managing director e membro del Managing Board del World Economic Forum.
Dal report si legge che “entro il 2027 verranno creati 69 milioni di nuovi posti di lavoro mentre 83 milioni saranno eliminati”. Quali sono i settori che, più di altri, vivranno una crisi?
Sebbene non abbiamo calcolato la crescita e la perdita di posti di lavoro per settore, posso affermare che il campo dell’agricoltura, delle risorse naturali e della produzione si aspettano l’impatto maggiore dal rallentamento della crescita economica globale, mentre la catena di approvvigionamento prevede il maggior spostamento di posti di lavoro: gran parte di questi saranno sostituiti da robot umanoidi.
Quale è il quadro europeo? L’Italia sta andando nella stessa direzione dei Paesi dell’UE?
Le regioni dell’Italia e i Paesi dell’Europa mostrano molte somiglianze ma con alcune differenze fondamentali. In Italia ci sono più organizzazioni attualmente operanti che si aspettano che gli investimenti nella transizione verde e l’adozione di tecnologie di frontiera abbiano un impatto positivo sui posti di lavoro. Stessa cosa vale per l’e- commerce e il commercio digitale: è attesa una prospettiva più positiva in merito all’impatto occupazionale. Si prevede, inoltre, che l’Italia abbia un tasso di abbandono del lavoro leggermente inferiore al 20% rispetto all’Europa (21%) o alle prospettive globali (23%).
Quali sono i settori che, più di altri, saranno coinvolti nei processi di innovazione?
Tutti i settori dovranno innovare per continuare a essere efficaci in un mondo sempre più digitale che guarda a un’economia sempre più verde. Le tecnologie specifiche che saranno più rilevanti e consentiranno la maggior parte dell’innovazione differiscono da un settore all’altro. Ad esempio, i nostri intervistati nel settore della catena di approvvigionamento e della logistica si aspettano una maggiore diffusione dei veicoli elettrici e autonomi, mentre i settori che interessano la cura e i servizi alla persona, il benessere, la salute e l’assistenza sanitaria si aspettano una maggiore diffusione delle tecnologie sanitarie e assistenziali.
Quali sono i gap dell’imprenditoria italiana e cosa potrebbe fare questo Paese per incentivare la nascita dei “posti di lavoro del futuro”?
Investire nelle persone, nelle competenze e migliorare le performance ESG. Questi sono tre punti cardine che valgono per tutte le aziende. Per contribuire ad aumentare la disponibilità di talenti, le imprese in Italia dovrebbero preferire politiche pubbliche che consentano il lavoro a distanza, che forniscano finanziamenti per la riqualificazione e per il miglioramento delle competenze e che puntino a rendere migliori i sistemi scolastici.
Pensa che l’intelligenza artificiale e i nuovi sistemi di tecnologia avanzata, come ChatGPT, stiano influenzando i lavori del futuro?
L’IA generativa è una tecnologia emergente di grande interesse. Tre quarti dei nostri intervistati prevedono di adottare più intelligenza artificiale nella loro attività, con opinioni contrastanti sul suo probabile impatto sui posti di lavoro: quasi la metà si aspetta che crei nuova occupazione, mentre circa un quarto si attende una sostituzione dei posti di lavoro. In ogni caso, si deve ammettere che lo sviluppo di questi sistemi avanzati ha portato alla nascita di nuove professioni come gli esperti di intelligenza artificiale e machine learning, gli analisti e gli scienziati di dati: professioni che, oggi, figurano tra i primi 10 lavori in più rapida crescita.