Riducendo le dimensioni delle batterie nei veicoli, secondo lo studio T&E, la domanda di materiali come il litio, il nichel, il cobalto e il manganese diminuirebbe
Con la riduzione delle dimensioni delle batterie, migliorando la composizione chimica e diminuendo gli spostamenti con le auto private, entro il 2050 si potrebbe arrivare a ridurre il consumo di metalli critici fino al 49%. Dai dati che emergono dal rapporto di Transport & Environment, tale obiettivo potrebbe essere conseguito se i governi nazionali, di concerto con le istituzioni comunitarie, lavorassero assieme. Riducendo, dunque, le dimensioni delle batterie, secondo lo studio T&E, conseguentemente la domanda di materiali come il litio, il nichel, il cobalto e il manganese diminuirebbe. Ma come raggiungere questi risultati?
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Cosa può fare l’UE?
Secondo il rapporto di Transport & Environment, per decarbonizzare il proprio parco veicoli entro il 2050, l’Europa avrà bisogno di una quantità di materie prime per le batterie di 200 volte superiore a quella consumata l’anno scorso, a meno che non si intervenga. Tuttavia, però, l’adozione di politiche volte a incentivare la produzione di veicoli a batteria elettrica entry-level di piccole dimensioni e a prezzi accessibili, l’innovazione chimica nella produzione delle batterie e la riduzione degli spostamenti con auto private, potrebbero ridurre dal 36% al 49% la domanda di metalli critici, richiedendo anche meno risorse per la produzione rispetto ai grandi modelli di SUV oggi sul mercato.
Le politiche nazionali, però, secondo T&E, dovrebbero includere incentivi fiscali per i modelli più piccoli, mentre a livello europeo sono necessari standard di efficienza per le batterie e obblighi per le case automobilistiche di una più elevata produzione di modelli entry-level. «L’Europa ha bisogno di elettrificare l’intero parco veicoli entro il 2050, ma quest’obiettivo comporterà una crescente domanda di metalli per le batterie – commenta Andrea Boraschi, Direttore di T&E Italia – Se vogliamo evitare di ripetere gli stessi errori commessi con il petrolio, e consegnarci a una nuova “dipendenza” da questi materiali, l’efficienza dovrà svolgere un ruolo importante. In un mondo in cui le risorse sono limitate, le auto elettriche più piccole non sono solo un imperativo ecologico, ma rappresentano anche una solida opzione economica e industriale». Una forte politica industriale che punti all’aumento della produzione europea di nuove tecnologie come le batterie a base di litio-ferro-fosfato (LFP) e agli ioni di sodio (Na-ion) sarebbe, secondo T&E, sarebbe una delle possibili soluzioni. Allo stesso tempo, dovrebbero essere gli stessi cittadini a dare una mano all’ambiente, riducendo gli spostamenti con le autovetture private, il che consentirebbe un’ulteriore riduzione della domanda del 7-9%.