La gara indetta dalla direzione generale della Concorrenza UE punta ad analizzare l’evoluzione dei pagamenti online come quelli offerti da Apple e Google in 14 Paesi
Uno studio per capire l’evoluzione del mercato al fine di valutare quanto incidono i servizi di Google, Apple e degli altri colossi digitali. La direzione generale della Concorrenza della Commissione europea ha lanciato una gara per la realizzazione dell’analisi che vede, principalmente, nel mirino i servizi di pagamento digitali di Apple e Google. L’analisi sarà condotta su 14 Paesi con l’obiettivo di verificare quanto i portafogli digitali o i transati sul conto pesino sui pagamenti online rispetto alle carte tradizionali. Solo in Italia, nel 2022 gli strumenti elettronici hanno, di fatto, prodotto transazioni per 400 miliardi di euro.
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Le fintech nell’occhio dell’UE
«Uno dei grandi trend è l’entrata nell’arena dei pagamenti delle Big Tech, con una propria offerta di servizi online che comprende Apple Pay, Google Pay, Amazon Pay e Meta Pay», scrive la Commissione Ue nei documenti di gara del bando che vale 500mila euro. «Queste aziende possono fare leva sulla loro base utenti e sulla popolarità delle loro piattaforme… È necessario per le autorità garanti della concorrenza monitorare con attenzione i servizi di pagamento online». Lo studio dovrà prendere in considerazione l’evoluzione dei pagamenti in almeno 14 Paesi tra il 2018 e il 2022, e indicare le previsioni al 2025. Tra i Paesi nell’occhio del ciclone ci sono l’Italia, la Francia, la Germania, la Spagna, la Polonia, la Svezia e la Danimarca e uno dei tre paesi del Baltico tra Estonia, Lituania o Lettonia.
Le società particolarmente interessate dall’indagine saranno Google Pay, Apple Pay, Samsung Pay e Paypal, ma sotto la lente della concorrenza europea finiranno anche operatori più piccoli, che vantano una presenza soltanto regionale in alcuni Paesi, e i due principali circuiti delle carte, Visa e Mastercard. La platea di riferimento per la Commissione UE sono, di fatto, tutti quei soggetti che coprono almeno il 50% delle applicazioni e dei siti che offrono vendite online.