Il vicepresidente Maroš Šefčovič, che subentra ad interim e si ritroverà per le mani i dossier climatici fino a quando verrà nominato un nuovo membro della Commissione, ha già anticipato che intende procedere in modo “equo e inclusivo”
Alla fine, più che l’amore per l’ambiente ha pesato la possibilità di prendere il posto del liberale Mark Rutte dimessosi dalla guida del governo olandese alcune settimane fa. Si conclude così in piena estate l’avventura comunitaria del numero 2 di Ursula von der Leyen, Frans Timmermans, principale ispiratore del cosiddetto Green Deal europeo.
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Festeggiano i principali avversari della sterzata verde intrapresa con forza e caparbietà da Frans Timmermans, a iniziare dal mondo dell’auto, che all’Unione europea contesta di aver accelerato in modo insensato sull’elettrico quale sola tecnologia “a zero emissioni” (rendendo per esempio poco convenienti gli investimenti sull’idrogeno) e soprattutto le recenti norme sull’Euro7 che rischiano di rendere la produzione degli attuali motori endotermici a diesel e benzina antieconomici.
I am humbled to have been appointed by President @vonderleyen as Executive Vice-President of the @EU_Commission, taking over the responsibilities of @TimmermansEU.
It is an honour to continue rolling out the #EUGreenDeal, with a strong focus on our industries and our citizens. https://t.co/ki8cw6TnjW
— Maroš Šefčovič🇪🇺 (@MarosSefcovic) August 22, 2023
E forse fanno bene a festeggiare, perché il successore di Frans Timmermans, il vicepresidente Maroš Šefčovič, che subentra ad interim e si ritroverà quindi per le mani i dossier climatici fino a quando verrà nominato un nuovo membro della Commissione, ha già anticipato che sulla materia intende procedere in modo “equo e inclusivo”. Un messaggio che sembra segnare le distanze dalla politica estremamente interventista del predecessore olandese, soprannominato da alcuni media “falco verde”: «Gli europei – ha dichiarato Šefčovič- meritano una giusta transizione verde. Mentre puntiamo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, dobbiamo assicurarci che ciò avvenga in modo equo e inclusivo, con crescita e occupazione per tutti. E mentre perseguiamo l’autonomia strategica aperta dell’Europa, in particolare per l’accesso alle materie prime critiche, rafforzeremo i nostri partenariati internazionali per un futuro più verde in tutto il mondo».