«Oggi la maggior parte delle cose che usiamo sono fatte da macchine: questo ci consente di considerare il lavoro una parte importante della nostra vita ma non totalizzante», aveva affermato a SIOS21 Giffoni Edition
Nato a Rotello, in Molise, il sociologo e professore Domenico De Masi è scomparso a 85 anni. Professore emerito di Sociologia del Lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma, è stato anche preside della facoltà di Scienze della comunicazione. Era anche intervenuto come ospite anche al nostro SIOS21 Giffoni Edition.
Leggi anche: #SIOS21 Giffoni Edition | Domenico De Masi
Chi era Domenico De Masi
Studioso appassionato di sociologia del lavoro e delle organizzazioni, il prof. De Masi è stato un fine intellettuale, precursore dei tempi con le sue teorie innovative e difensore dei diritti sociali e civili. È stato anche il fondatore della S3.Studium, la scuola triennale di specializzazione post laurea in scienze organizzative, e della Sit, Società Italiana Telelavoro. Era un grande sostenitore del telelavoro, o “smartworking”, come lo si preferisce chiamare. E questo è stato proprio uno degli argomenti che più lo interessavano negli ultimi tempi: un’attenzione che era emersa anche durante il suo intervento a SIOS21 Giffoni Edition.
In quell’occasione aveva parlato ai giffoners delle delle nuove frontiere del mondo del lavoro attraverso le svariate possibilità che, oggi, la tecnologia con la pandemia ci ha offerto. Non ha mancato di avanzare anche alcune critiche: lo smartworking poteva essere messo in atto anche prima ma non veniva fatto soprattutto per una volontà di controllo sui lavoratori da parte delle aree dirigenziali aziendali. Il prof De Masi aveva anche parlato delle 4 grandi rivoluzioni che hanno interessato gli ultimi secoli: dall’introduzione nel mondo del lavoro delle macchine meccaniche a quelle elettromeccaniche, dai PC fino all’avvento dell’IA.
«Oggi possiamo produrre più beni e servizi con meno lavoro umano», aveva detto, scardinando l’idea che alla base della vita ci debba essere il lavoro. «Oggi la maggior parte delle cose che usiamo sono fatte da macchine: questo ci consente di considerare il lavoro una parte importante della nostra vita ma non onnivora, non totalizzante», aveva concluso, affermando che ci stavamo trovando alla vigilia di una grande rivoluzione nel mondo del lavoro e che un terzo dei lavori che stiamo facendo possano essere svolti da qualsiasi parte del mondo.
I suoi scritti
Noto volto TV e scrittore, tra i suoi libri più conosciuti ci sono “Il lavoro nel XXI secolo”, “Ozio Creativo”, “Lavorare gratis, lavorare tutti”, “Perché il futuro è dei disoccupati” e “Mappamundi”. Tra le sue ultime pubblicazioni: “La felicità negata”, “Lo Stato necessario” e “Smart working: La rivoluzione del lavoro intelligente”. Ci lascia un grande patrimonio, sia da un punto di vista intellettuale che umano.