Se c’è una cosa buona dei social è sicuramente quella di aver contribuito a divulgare temi spesso complessi e ostici per le nuove generazioni attraverso il linguaggio semplice e veloce dei post e delle stories. È successo per la scienza e succede anche per la materia del diritto del lavoro. Il merito di aver semplificato sui social la spesso complicata materia, rendendola pop e attrattiva, va a Sabrina Grazini. Laurea in consulenza alla facoltà di Giurisprudenza di Brescia, Sabrina si è appassionata al tema durante gli anni di formazione: due master alla 24Business School e un praticantato a seguito del quale, nel 2019, ha superato l’esame di stato diventando a tutti gli effetti consulente del lavoro e hr specialist. Quest’anno è stata inserita da Forbes nella classifica “30 Under 30 Italia” nella sezione Social media per il suo impegno nella diffusione e divulgazione del diritto del lavoro.
Oggi Sabrina, oltre a portare avanti il suo studio, racconta quotidianamente sui social l’ABC del diritto del lavoro sul suo seguitissimo canale Instagram. Nato a marzo 2020, è uno strumento essenziale per promuovere la sua attività di divulgatrice, con più di 200.000 followers e milioni di visualizzazioni. Dopo la recente pubblicazione di “E tu lo sapevi? Tutto ciò che devi conoscere per sopravvivere al mondo del lavoro” (Sperling & Kupfer), una guida completa per lavoratori dipendenti e liberi professionisti, incontriamo la specialista bresciana per farci raccontare come sia diventata la consulente del lavoro più seguita sui social.
Sei l’esempio di come sui social si possa fare divulgazione, come hai iniziato?
La mia vita professionale in realtà è nata con i social. Ho superato l’esame di stato nel 2019 e nel 2020 ho aperto il mio studio professionale. Dopo due mesi eravamo nel mezzo di una pandemia mondiale e costretti a casa sempre più amici e parenti mi facevano domande inerenti questioni lavorative in un momento così di incertezza. Così ho iniziato a fare i primi video sulla cassa integrazione spronata dal mio fidanzato e non mi sono più fermata. Oggi praticamente la mia attività professionale è veramente divisa in due: da un lato la classica attività consulenziale di studio dall’altra la divulgazione social. Diciamo che la mia vita prima dei social dopo tre anni faccio quasi fatica a ricordarmela. Ora postare 2/3 video a settimana di materia giuslavoristica è la mia nuova quotidianità.
In termini concreti, cosa ti ha portato la tua presenza sui social?
Penso che mi abbia portato due cose fondamentali: in primis tanti clienti super digitali che avevano bisogno di una consulente smart. I miei clienti oggi sono soprattutto startup innovative e società benefit che hanno sposato il mio modo di comunicare fuori dagli schemi e molto diretto. Sono il mio orgoglio perché ogni giorno lavoro veramente con aziende che vivono il futuro nel presente. Non ho mai visto dal vivo quasi l’80% dei miei clienti e sono sparsi in tutta Italia. Secondariamente, tanta riconoscenza dalle persone. I social mi hanno aiutato a trasformare una professione tradizionale in qualcosa di completamente nuovo. Hanno abbattuto il muro del “professionista che spiega argomenti difficili in maniera complessa” ed il diritto è diventato invece qualcosa di fruibile, attrattivo ed interessante (dopotutto il tema del lavoro ci riguarda tutti). Non di rado mi capita di essere fermata dalle persone che mi riempiono di complimenti e ringraziamenti, sono sempre molto in imbarazzo perché io faccio solo la mia professione con amore.
La tua community ha un target specifico oppure è eterogenea?
E’ composta soprattutto da giovani alle prese con i primi contratti di lavoro e con le prime buste paga parliamo della fascia 25 -34 anni. Negli ultimi tempi però si sta popolando anche di tanti genitori lavoratori alle prese con congedi, bonus, assegno unico, etc.
Quanti “DM” ricevi?
Ci sono giornate in cui riesco a ricevere più di 100 messaggi in direct.
E rispondi a tutti i messaggi che i follower ti inoltrano?
Sarò sincera, non rispondo a tutti. Primo perché dovrei dedicarmi totalmente alle risposte secondo per una questione di etica professionale. Posso rispondere alle domande generiche oppure a quesiti che hanno risposte brevi e veloci ma non posso effettuare consulenze mirate ad hoc su questioni professionali in una chat. Alcune situazioni sono veramente complesse e meritano un confronto approfondito e non è possibile liquidarle in 2/3 righe.
Quali sono le tematiche su cui c’è più interesse?
La novità. La materia giuslavorista (essendo importantissima) è sempre nuova e ricca di insidie. Quando faccio un video su una materia nuovissima o un decreto appena uscito riesco a raggiungere anche 3 o 4 milioni di persone. In generale temi come ferie, malattia, licenziamento, bonus, sono quelli che attirano sempre più commenti e condivisioni.
Come hai impostato il libro?
Il libro è un vero e proprio manuale adatto a tutti. Qualunque sa il ruolo in azienda o professionale. Ho ripercorso “il ciclo di vita” di un rapporto di lavoro iniziando dalla scelta del lavoro autonomo a quello dipendente e dalle caratteristiche dei principali contratti, alla gestione, i diritti i doveri, la busta paga, il licenziamento. Ho voluto poi inserire per ogni argomento delle domande/risposte dei quesiti che in questi anni mi sono stati fatti più frequentemente proprio perché mi piace anche l’idea che dopo la prima lettura si possa proprio usare come guida di supporto per i piccoli o grandi dubbi quotidiani. Come presento le mie dimissioni? Quanto vengo pagato in malattia? Quanto dura il congedo parentale? Come è composta la mai retribuzione? Lo scopo p proprio quello di accompagnare lavoratori e datori di lavoro con chiarezza e risposte immediate che difficilmente si riescono a reperire. Mi sono poi divertita ad inserire anche approfondimenti riguardando tutti i grandi temi di attualità e lavoro come ad esempio il fenomeno delle grandi dimissioni, il salario minimo, il lavoro agile, intelligenza artificiale applicata nel mondo del lavoro.
Infine, come vedi il futuro del lavoro?
Il futuro del mondo del lavoro lo vedo sicuramente molto più “people oriented”. Le aziende dovranno sempre più prendere in considerazione e focalizzarsi sul benessere dei lavoratori per essere più attrattive di nuovi talenti e competitive sul mercato. La GenZ ha cambiato le carte in tavola ed ora oltra alla retribuzione sono i valori aziendali e le prospettive di crescita ad interessare i lavoratori.