Possibile una sanzione da oltre 2 milioni di dollari. Prosegue la crisi per l’azienda acquisita da General Motors per quasi 1 miliardo
La California Public Utilities Commission ha convocato i rappresentanti dell’azienda di taxi a guida autonoma Cruise per un’udienza fissata il 6 febbraio 2024, durante la quale la società, da mesi in crisi dopo un incidente avvenuto a inizio ottobre, dovrà spiegare perché non meriterebbe una multa alla luce di quanto accaduto. Su StartupItalia ci siamo occupati a più riprese della vicenda: fino a qualche mese fa Cruise era una realtà che a San Francisco offriva servizi di taxi a guida autonoma 7 su 7, a ogni ora del giorno. L’ex startup è stata acquisita da General Motors nel 2016 per quasi 1 miliardo di dollari e ha avviato test e servizi in altre città USA. La situazione è precipitata a inizio ottobre quando un’auto senza conducente è stata coinvolta in un incidente in cui è rimasta ferita una donna.
Le autorità hanno lamentato il fatto che Cruise non avrebbe collaborato pienamente nella ricostruzione di quanto accaduto, non fornendo tempestivamente tutto il materiale video catturato dalle telecamere dell’auto a guida autonoma. Ne è scaturito un effetto a catena che perdura da settimane: è stata anzitutto ritirata la licenza per circolare, costringendo così Cruise a sospendere tutte le attività; in una situazione simile non ha poi sorpreso la decisione di General Motors di sospendere la produzione di un modello di taxi Cruise, così come quella da parte dell’azienda di licenziare parte dei dipendenti; a metà novembre il Ceo di Cruise Kyle Vogt ha annunciato le dimissioni.
Stando a quanto ha ricostruito TechCrunch, Cruise rischierebbe una multa di oltre 2 milioni di dollari. Da oltre un mese la società ha interrotto le comunicazioni (il profilo X è silente da fine ottobre): l’obiettivo è anzitutto prepararsi alla prossima udienza e capire come mantenere in piedi un’attività di frontiera tecnologica. Per quanto non interessata direttamente dalla vicenda, anche la competitor Waymo (del gruppo Google) potrebbe subire contraccolpi: la sfiducia attuale nei confronti delle self driving car minaccia l’intero comparto.