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Ci sono donne che hanno fatto grande l’informatica moderna, una di queste è Ada Lovelace. Poi ci sono donne che oggi stanno diventando punti di rifermento per la scienza come Rita Cucchiara docente di “Visione artificiale” dell’Università di Modena e Reggio Emilia
In questo spazio prezioso del web mi piace trovare, ogni volta che ci scrivo, una donna della scienza che oggi sta facendo qualcosa di grande, un esempio per tante che vogliono proseguire o iniziare il proprio percorso nella scienza. Oggi è un giorno particolare, si celebra in tutto il mondo Ada Lovelace day, a breve vi dico qualcosa di più su di lei, è bello portare l’attenzione su l’attività informatica, la robotica, i computer, la tecnologia, che sempre di più fanno parte della nostra vita.
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Il primo nome che mi viene in mente è Rita Cucchiara, che oggi è un riferimento: Rita Cucchiara è docente di “Visione artificiale” del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e una delle massime esperte di intelligenza artificiale. Ha vinto a Pechino il Maria Petrou Prize, che si assegna a una scienziata/ingegnere donna vivente al lavoro nella Pattern Recognition, il riconoscimento facciale.
Con lei, l’Italia sta provando a raggruppare sotto un’unica sede tutte le eccellenze italiane del settore, per diventare competitiva a livello internazionale, con un nuovo progetto chiamato ‘Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti, coordinato dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (Cini), a guidarlo è proprio Rita Cucchiara. Dei cento laboratori di intelligenza artificiale più importanti al mondo, tre sono in Italia: sono il Cnr, La Sapienza e quello di Trento. Quindi, perché non riuscire a mettere insieme le forze e diventare competitivi a livello internazionale?
Il lavoro del 2030: l’insegnante dei robot
Tra l’altro, da una ricerca recente, tra i dieci lavori più affascinanti del 2030 è stato inserito l’insegnante dei robot. Inoltre, la tecnologia è imprescindibile anche quando si vuole perseguire un percorso umanistico, ad esempio attraverso le digital humainities. Poi ci sono le applicazioni pratiche, l’IA avrà un impatto sulla medicina, come sta già avendo in Olanda e tanti altri Paesi al mondo, dove i due settori hanno già iniziato a convergere. Medicina e IA che collaborano insieme sono un altro grande step per il nostro paese. Per non parlare delle neuroscienze, che saranno sempre più legate all’informatica. E quindi, tutto questo, non può che non diventare un appello alle ragazze della nuova generazione che sono alla ricerca di stimoli: questa materia è assolutamente femminile e nerd, e queste due parole possono andare d’accordo riassumendole insieme con il termine di ‘secchione’, una parola che oggi è diventata finalmente molto rock.
Chi è Ada Lovelace, la madre del computer moderno
E Ada Lovelace è stata la prima ad avere avuto una grande propensione per l’informatica, al punto da essere definita la madre del computer moderno.
Ada (1815 – 1852) è diventata una delle donne più famose d’Inghilterra, e anche in tutta Europa la stimano per il suo indiscusso talento nel campo della matematica. Tra le sue grandi pensate, mi piace ricordare quella avvenuta alla fine della sua vita, quando era malata (neanche quarantenne) su un letto di ospedale, e lì crea un nuovo algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli (cioè una serie di numeri calcolate da Daniel Bernoulli, matematico svizzero). L’algoritmo di Ada viene oggi riconosciuto come il primo programma informatico della storia. Da quella sua traduzione Alan Turing, il celebre matematico inglese alla cui vita è ispirato anche un film, prenderà l’ispirazione necessaria per costruire il primo computer.
Il ruolo delle donne nella scienza è sempre più in espansione, ci sono nuove paladine in ogni settore, nella nostra società, sarà bello cercarle insieme in questo spazio nel web.