Testiamo il videogioco di Milestone
Con l’addio del Vale alla MotoGP si è chiusa un’era per il motociclismo, fatta di pagine epiche, pianti e urla da tutti in piedi sul divano. Ma l’amore degli italiani per i motori, e soprattutto per le due ruote, è eterno. Direttamente dalla motor valley meneghina, dove ha sede Milestone, è arrivato il nuovo capitolo di uno dei videogiochi più ricchi del genere racing. MotoGP 22, che abbiamo provato sulla next gen di Xbox, regala un’abbuffata di glorie di oggi e di un tempo. Basta guardare il roster: oltre 120 piloti, a cominciare dalla lista completa della stagione in corso; più di 20 circuiti ufficiali e, ovviamente, le moto. Belle da paura. Andiamo a scoprire insieme quali sono le novità di un titolo che ha puntato a innovare, per avvicinarsi un pelo di più al genere simulativo e, magari, fare concorrenza ad altri videogiochi.
Cominciamo col dire che MotoGP 22 richiede impegno da parte dei gamer. Soprattutto se questi ultimi non hanno dimestichezza con traiettorie e frenate all’ultimo millesimo di secondo per non perdere velocità. Nel tutorial iniziale, che suggeriamo di concludere da cima a fondo, si parte dalle basi: completare un giro di pista richiede umiltà. Pad alla mano, siamo rimasti soddisfatti del risultato: il peso dei bolidi, sopratutto in curva, si sente e gestirlo non è affatto facile. Potrete senz’altro partire dalla modalità facile per progredire mano a mano.
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Gli aiuti che un tempo potevano prendere per mano i gamer, facendoli sentire piloti esperti dopo poche ore, sono evoluti. La frenata assistita, lo abbiamo scoperto in un amen, è utile da un punto di vista, diciamo, didattico. Aiuta il gamer a impostare da lontano le curve, ma in gara diventa estremamente penalizzante. Considerando poi il fatto che, anche col cambio automatico, possiamo intervenire sulle marce per alzarle o abbassarle (tasti B e X), il nostro suggerimento è proprio quello di impratichirsi da subito per diventare il più possibile autonomi.
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MotoGP 22 è senz’altro un parco divertimenti per gli appassionati del genere racing. Dalla modalità carriera alle corse veloci, trovate il classico menu per chi desidera scendere in pista, bruciare i tempi altrui e salire sul gradino più alto del podio. L’aggiunta di elementi simulativi, d’altra parte, è un fattore che potrebbe risultare frustrante per chi non avrà molta pazienza. Trattandosi di esperienze che durano più di una stagione in console, c’è comunque tutto il tempo per migliorare gara dopo gara senza l’ansia della prestazione.
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Immancabile la telecronaca di Guido Meda. La chicca di MotoGP22 è la modalità NINE Season 2009, un’interessante aggiunta che mescola gaming, intrattenimento e storia di questo sport. Rossi, Lorenzo, Stoner e Pedrosa, in quegli anni, hanno scritto pagine di rivalità e velocità indelebili, che possiamo ripercorrere impersonandoli. A differenza di una carriera classica, qua il gamer lavora su obiettivi in 17 capitoli complessivi arricchiti da quasi un’ora di video originali. Senza ombra di dubbio, una novità perfetta per omaggiare il Dottore (con chi credete che abbiamo giocato?!).
Spostandoci ai box e alla parte di elettronica, MotoGP 22 strizza l’occhio agli appassionati, ma non ammette sconti. Per spingere al massimo le prestazioni del videogioco (e della nostra modo) occorrono impegno e cura dei dettagli, a cominciare dall’usura delle gomme, al livello della benzina e a tutta una serie di fattori che fanno la differenza in pista. Disponibile ovviamente in italiano, c’è spazio per approfondire i dettagli a motori spenti.
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Dal punto di vista grafico MotoGP 22 non ha registrato sostanziali miglioramenti rispetto al capitolo precedente. Se le moto e i piloti sono i protagonisti indiscussi e ben realizzati da Milestone, restano ancora delle sbavature. Su alcune piste, si notano subito in quella del tutorial, gli effetti pop up negli elementi di contorno (come gli alberi) stonano rispetto al realismo a cui ambisce un titolo simile; per quanto riguarda poi le cinematiche dei piloti in silenzio, concentrati ai box, mentre i meccanici fanno gli ultimi ritocchi c’è ancora parecchio da lavorare: i volti, gli sguardi e i movimenti non sono così credibili e ci hanno ricordato le classiche comparse che, nei film di un tempo, facevano finta di parlare tra loro, con gesti intesa di dubbia efficacia. Detto questo MotoGP 22 resta un prodotto che convince nel complesso e che ci fa ben sperare sui miglioramenti in vista di una next gen che ci faccia davvero saltare sul divano.