Rocket Internet ha segnato il miglior giorno in borsa da anni. Just Eat pure. Da come hanno reagito i mercati forse una risposta un’operazione che ha sorpreso tutti
Con una mossa a sorpresa Rocket Internet venerdì 5 si è venduta Pizzabo a Just Eat, comprata 12 mesi prima. 125 milioni totali per un’operazione complessa con una minusvalenza di almeno 6 milioni che abbiamo raccontato qui. Complessa e a sorpresa, per tutti. Sempre venerdì 5 Rocket Internet chiude la sua giornata in borsa a Francoforte con un rialzo del 10,38% con le azioni che schizzano a 21,48 euro dopo aver da pochi giorni toccato il suo punto più basso dalla quotazione: 18 euro il 20 gennaio (le contrattazioni sulla holding tedesca sono cominciate il 2 ottobre 2014 con un prezzo di 37 euro per azione).
Sempre per restare sul terreno dei fatti, le controllate del food delivery di Rocket Internet hanno un unico grande concorrente e si chiama proprio Just Eat, holding britannica che negli ultimi 3 mesi è andata calando in borsa (è quotata a Londra) facendo registrare un picco di rialzo proprio venerdì 5, tornando ad un prezzo per azione di 24 euro (+6,5%). E’ faticoso, ma ha senso tenere a mente questi numeri per un po’. Perché dentro questi numeri forse c’è qualche ragione che in molti si sono affannati subito a spiegare.
Un po’ di storia. Il Financial Times (e altre autorevoli testate finanziare) nell’ultimo anno ha messo in diverse occasioni sotto (dura) osservazione il modello di business di Rocket Internet. Non funziona, troppo oscuro, non garantisce sufficienti informazioni agli investitori, il mercato del food delivery è troppo influenzato dalla presenza di monopoli perché possa davvero definirsi profittevole. Così anche alcuni analisti di Bloomberg. E via dicendo. Eppure la holding è cresciuta, ha raccolto 480 milioni in un nuovo fondo di investimento e l’ultimo bilancio si è chiuso con una crescita del 120%. Ma questo non ha fatto muovere di un centimetro i «pundits» (critici) delle autorevoli testate finanziarie, portando le azioni a continuare a calare. Fino alla prima forte inversione di tendenza di venerdì.
Forse è possibile pensare che questa sia una mossa con un doppio valore.
- Uno nel mercato finanziario;
- L’altro nella creazione di monopoli per aree geografiche.
1. Il valore per il mercato. Rispondendo alle accuse di aver fatto investimenti troppo azzardati nella vasta campagna di acquisizioni di startup di food delivery fatta a cavallo del 2014 e inizio 2015. Perché alla fine cosa ha fatto Rocket Internet? Ha venduto praticamente allo stesso prezzo le startup comprate in Italia e Spagna al suo principale concorrente, Just Eat. Dimostrando così che le sue cifre quando fa acquisizioni non sono poi così campate per aria, almeno che tutto il food delivery non sia preda a fumi da bolla finanziaria.
2. Il valore del monopolio. Rocket Internet ha detto di abbandonare aree che considerava non strategiche. L’Italia, la Spagna e l’America Latina, per concentrarsi su mercati emergenti asiatici e del medio oriente. Dove è minore la presenza di Just Eat, lasciando di fatto alla holding inglese campo libero nelle aree latine. Forse non è nemmeno azzardato pensare a compravendite al contrario nei prossimi mesi, magari in Asia. Ma si tratta solo di ipotesi. Di fatto in Italia e in Spagna per lo meno tra le società che facevano capo a Rocket Internet e quelle che invece facevano capo a Just Eat si stava combattendo una guerra a colpi di ordinazioni online. Erano competitor, diretti, nello stesso mercato. Una guerra dispendiosa, fatta di investimenti, strategie, lotta per conquistarsi nuove fette. Ora non più. Anzi, paradossalmente, Pizzabo e La Nevera Roja, che fino a ieri lottavano contro Just Eat, adesso dovranno cercare di lavorarci insieme. Di fatto, le loro quote si sono già trasferite da Berlino a Londra.
Ora, non è detto che questa operazione convincerà investitori e operatori finanziari che dietro il boom delle startup del food ordering and delivering ci siano business model tanto solidi e mercati tanto promettenti da giustificare le spese fatte. Stando alle prime ore delle contrattazioni di lunedì 8 febbraio le società hanno già perso il valore acquistato venerdì dopo l’annuncio.
Ne abbiamo parlato con Christian Sarcuni, country manager di HelloFood:
«Vediamo la luce dopo la tempesta»
Quando siete stati informati che sareste passati a Just Eat?
Oggi (venerdì 5, ndr), come tutti, anche se in realtà la cosa era nell’aria da un po’. Sai, da quando ci ha comprato Rocket Internet ci ha tenuti in una specie di due diligence continua, continuavano a chiederci numeri, dati sull’azienda. E sapevamo che nell’aria c’era qualcosa. Comunque oggi sono stato a pranzo con Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia. E anche lui era ignaro, né io né lui abbiamo partecipato attivamente alla trattativa. La cosa si è concretizzata stanotte e stamattina l’hanno annunciata.
Cosa succederà adesso a HelloFood Italia?
Intanto torneremo ad essere quello che siamo sempre stati, cioè Pizzabo. Noi di fatto quest’anno abbiamo vissuto con il doppio brand, Pizzabo e HelloFood, ma devo confessarti che il nome Hello Food voluto per il rebranding non l’ho mai del tutto digerito. Noi siamo Pizzabo e vogliamo tornare ad esserlo.
Ma c’è anche un aspetto societario, dei pagamenti per l’acquisizione ancora non completati perché Rocket Internet vi ha comprati dilazionando il pagamento delle quote in due anni. Che succederà al contratto di vendita?
[Continua a leggere l’intervista su thefoodmakers-admin.startupitalia.eu]
Arcangelo Rociola
@arcamasilum