A Bruxelles, il fondatore di Facebook ha incontrato i rappresentanti dell’Europarlamento, per un confronto politico sui nodi da sciogliere sul social media, dopo lo scandalo di Cambridge Analytica e in vista delle elezioni del 2019
Per il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, la presenza di Mark Zuckergberg nell’incontro organizzato ieri a Bruxelles era un atto doveroso nei confronti dei cittadini, per tutelare i loro interessi e, soprattutto, i loro dati in rete. Un incontro che ha voluto svelare gli impegni presi e le novità introdotte dal fondatore di Facebook, dopo il caso Cambridge Analytica e in vista dell’entrata in vigore del GDPR, e garantire, sia ai cittadini che ai rappresentanti europarlamentari, nessuna forma di interferenza e condizionamento esterni in occasione delle elezioni del 2019.
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I temi chiave e le risposte di Mark
L’incontro è stato aperto dall’intervento del presidente Tajani che ha chiesto al fondatore di Facebook quello che è stato fatto fino ad ora per controllare la diffusione dei contenuti sul social media e prevenire la compravendita dei dati degli utenti. È arrivato, inevitabile, il mea culpa di Zuckerberg che ha ammesso, scusandosi, gli errori commessi e su cui dice si continua a lavorare per evitare che si ripetano. Ha sottolineato l’importanza della trasparenza nel trattamento dei dati e della responsabilità dell’utente sulle modalità di utilizzo, citando, tra le novità introdotte a breve, la possibilità di visualizzare sul social i dati raccolti dal web e dalle app e cancellare la cronologia, come già accade nei browser. “Come succede nei browser – ha detto Zuckerberg -, il rischio è che non restituisca i risultati attesi ma è la testimonianza di una maggiore centralizzazione dell’utente nella gestione dei dati”.
Zuckerberg ha, inoltre, portato a galla i limiti del servizio quando, nel 2016, sono stati troppo lenti nello scovare le ingerenze russe nelle elezioni americane, perché concentrati su minacce informatiche tradizionali, come phishing e malware. Il riferimento è allo scandalo di Cambridge Analytica, azienda di marketing elettorale che avrebbe usato impropriamente i dati di 87 milioni di utenti, di cui 2,7 milioni europei. È stato anche ricordato il ruolo positivo che la piattaforma ha avuto nelle elezioni in tutto il mondo, connettendo i leader in modo diretto con gli elettori. Ma non solo: durante la campagna elettorale in Francia, sono stati trovati e chiusi 30mila profili fake, a conferma della collaborazione di Facebook con i governi e la sua attenzione alla corretta (e pulita) riuscita delle elezioni.
Le domande degli europarlamentari
Contenuti falsi e inappropriati ovvero manifestazioni di bullismo e terrorismo, account fake, adeguamento al GDPR, incrocio dei dati con Whatsapp. Ma anche competition (e monopolio) e tasse da pagare. Alla batteria di domande fatte dagli eurodeputati, Zuckerberg ha cercato di dare una risposta, in sintesi. La soluzione a tutto sembra essere nel numero di dipendenti assegnati alla sicurezza, che dovrebbe toccare quota 20.000 entro la fine di quest’anno, e, soprattutto negli avanzati tool di Intelligenza Artificiale. “Il nostro sistema di intelligenza artificiale – ha detto Zuckerberg – permette di intercettare il 99% dei contenuti legati ad Al Qaeda e Isis prima che vengano segnalati dagli utenti”. Sono 580 milioni i profili falsi chiusi e nel 2018 si faranno ulteriori passi in avanti grazie all’IA anche sui video “Facebook Live”, per sapere se qualcuno pensa al suicidio e all’autolesionismo.
Quanto all’adeguamento al GDPR, Zuckerberg parla di come Facebook abbia sempre rispettato i valori della privacy e di come rispetterà anche la data del 25 maggio. È stato già reso disponibile, sotto forma di messaggio all’inizio del feed di notizie, un alert che informa sui cambiamenti portati dal GDPR e, se ora si ha la possibilità di chiudere quel messaggio, dal 25 in poi l’utente, prima di usare qualsiasi servizio su Facebook, dovrà prendere atto dei contenuti di quell’informativa.
Sul tema “competition”, Zuckerberg ha dichiarato che il modello di business seguito è l’advertising, in cui Facebook detiene il 6% del mercato globale. ll vero aspetto interessante, di cui Mark va orgoglioso, è che le tecnologie messe a disposizione dal suo social media hanno consentito alle piccole e medie imprese, e non più solo alle grandi, di sviluppare strategie di marketing strutturate ed efficaci per raggiungere i propri clienti. “Sono 70 milioni nel mondo e 18 in Europa le Pmi che usano i tool di Facebook”, ha detto.
Sulle tasse, nessun dubbio: sono pagate regolarmente in ogni paese e anche in Europa, dove Zuckerberg continuerà ad investire anche in termini di crescita occupazionale e di innovazione. Ad oggi, ci sono due Facebook Data Center, uno in Svezia e l’altro in Irlanda, ed entro il 2020 ne aprirà un altro in Danimarca. E sul tema Whatsapp? Tempo scaduto: il volo di Mark stava per partire e non c’è stato tempo di rispondere. La proposta del presidente del Parlamento europeo Tajani è stata quella di raccogliere tutte le domande degli europarlamentari per fare in modo che il Ceo di Facebook dia una risposta scritta. L’Ue andrà avanti e Tajani promette che l’incontro con Zuckerberg è stato solo un punto d’inizio di una nuova forma di governance per le piattaforme digitali.