C’è anche il video, è vero, e alcune differenze. Ma la piattaforma sembra cavalcare almeno in parte il fenomeno, distinguendosi quanto basta. Ecco come funziona
La febbre del momento, si è capito molto bene, è quella dei social audio. Da Clubhouse agli Spazi di Twitter fino ai progetti, neanche troppo segreti, di Spotify passando per quelli di LinkedIn, Discord, Telegram e, ovviamente, anche di Facebook. Adesso c’è un primo indizio, anzi qualcosa di più, di quella che potrebbe essere la risposta del colosso californiano alla creatura battezzata un anno fa dalla coppia Paul Davison e Rohan Seth.
Si chiama Hotline, è una proposta sfornata dall’Npe Team, la divisione sperimentale di Facebook dedicata alle applicazioni più strane e bizzarre, e si distingue da Clubhouse per diversi aspetti. Di fatto, sembra un’app per le sessioni di Q&A, insomma per scambi di domande e risposte, è già partita – con una live dedicata all’investitore Nick Huber – dispone di un sito che consente di loggarsi tramite account Twitter (sì, è curioso) e al momento offre solo una lista d’attesa e un tool per proporre il proprio show. Secondo TechCrunch le applicazioni per le versioni mobile della piattaforma sarebbero ovviamente pronte, anche se non sono state ancora rilasciate tramite nessun canale.
Come funziona Hotline
Che Facebook avesse messo in cantiere una propria controffensiva al successo di Clubhouse (che pure al momento non conta più di 15 milioni di download, 400mila dei quali in Italia) si sapeva almeno da febbraio. Hotline è in realtà un prodotto diverso, sfornato dallo stesso team che ha battezzato le Stanze di Messenger, e il cui sviluppo è dunque iniziato molto prima del boom internazionale di Clubhouse. E non a caso funziona in modo diverso sia da quest’ultimo che dagli Spazi audio di Twitter: consente all’host di usare il video, per cui tradisce in parte la natura esclusivamente sonora del trend del momento (ma questo è un dettaglio che potrebbe essere cancellato con pochi minuti di programmazione) ed è destinato a programmare incontri Q&A un po’ più formali del Far West assoluto in cui vive Clubhouse. Non solo: permette all’host di registrare la sessione sia solo in audio che anche in video. E a primo impatto sembrerebbe molto più lineare per un uso in termini di business o per eventi più professionali, anche se poi dipenderà sempre dall’audience in grado di raccogliere (che l’integrazione con Facebook trasformerebbe in realtà in un non problema).
Chi ascolta fa domande via messaggio, un po’ come nelle dirette su Instagram o altrove, ma la cosa interessante è che sempre l’audience può votare le domande più meritevoli di risposta, sottoponendole all’host e dunque dando loro rilevanza. Chi organizza l’incontro può anche pescare le persone dal pubblico e portarle sul palco per continuare la conversazione. Secondo The Verge, in questo senso Hotline sembrerebbe progettato “più come una visa di mezzo fra uno show radiofonico e una diretta Twitch”, dove il controllo della conversazione rimane saldamente in mano all’host.
Alla guida l’ex di tbh
A guidare il progetto c’è Erik Hazzard, che si unì a Facebook quando la sua app “tbh”, to be honest, venne acquisita dal gigante di Mark Zuckerberg. Ve la ricordate? Ebbe un certo successo nell’estate del 2017, all’epoca della febbre per le app anonime come la fenomenale Sarahah, e serviva a scambiarsi complimenti tramite sondaggi di vario tipo. Il social blu la comprò per poi chiuderla otto mesi dopo e le “risorse” le tenne in pancia. Proprio come Hazzard, che ha già messo lo zampino sull’app collaborativa per i video musicali, Collab, lanciata lo scorso dicembre e su Bars, dedicata agli aspiranti rapper, aiutati a comporre rime su beat professionali. Così come molti altri esperimenti aperti e chiusi negli ultimi mesi.