Innovazione, giovani e sinergia queste le keywords della neonata Associazione Nazionale dei Giovani Innovatori che mira ad essere il punto di raccordo tra i giovani innovatori e il mondo del lavoro e a creare sinergie proficue tra pubblico e privato con la supervisione dell’UE
Si è svolta presso l’Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati, la conferenza di presentazione della neonata ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, organizzazione nazionale no profit dedicata al mondo dell’innovazione. Nel corso dell’incontro, patrocinato dal Parlamento Europeo, sono stati illustrati il manifesto dell’associazione e il piano per il rilancio dell’innovazione nell’ecosistema italiano con un focus sulle attività e un’interessante indagine dell’Istituto Piepoli – partner di ANGI – sulle prospettive future dei giovani in Italia a livello sociale, economico e imprenditoriale.
I giovani al centro
Oggi il tema del lavoro risulta sempre più legato al mondo dei giovani dal quale emerge forte la preoccupazione nei confronti di una condizione di difficoltà che non fa intravedere sbocchi lavorativi e che risulta accentuata da una crisi economica che ha colpito il nostro paese e tutte le fasce d’età. Ma le nuove generazioni sono anche il “nuovo che produce nuovo”. Non vengono per essere uguali alle generazioni dei genitori e dei nonni. Sono quindi il modo attraverso cui una società costruisce e innova il proprio futuro cercando di compiere con successo il percorso di transizione dalla vita scolastica e protetta alla vita adulta e dunque professionale. Sui giovani esistono molti luoghi comuni, frutto di stereotipi che, tuttavia, giocano un ruolo rimarchevole nell’inserimento occupazionale degli stessi giovani. Tra i luoghi comuni più gettonati: “I giovani non entrano facilmente nel mercato del lavoro perché ci sono lavoratori tutelati che impediscono il ricambio generazionale. L’eccesso di rigidità del mercato del lavoro punisce, quindi, proprio i più giovani»; «I giovani sono poco produttivi perché non hanno esperienza in campo lavorativo. La scuola e l’università non preparano e le imprese non sono nelle condizioni di permettersi l’investimento formativo “. Dunque sono proprio i millenials, le nuove generazioni al centro del dibattito promosso da ANGI per la sfida all’innovazione.
Il Convegno
I lavori sono stati aperti dal presidente dell’ANGI Gabriele Ferrieri, alla giornata hanno preso parte personaggi noti nel campo dell’innovazione: Alessio Rossi, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria, Alessandro Micheli Presidente Giovani Imprenditori Confcommercio, Roberto Baldassari, Presidente dell’Istituto Piepoli, Giorgio Metta, Vice Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Marco Bani Capo Segreteria Tecnica dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Federica De Nicola Campionessa Mondiale di Triathlon, Ivan Marinelli presidente dell’AECI, Antonino Laspina Direttore dell’Ufficio di Coordinamento Marketing di ICE-Italian Trade Agency, Maurizio Decastri Prorettore dell’Università Tor Vergata, Andrea Riccio Capo “Ufficio Osservatorio della Ricerca” Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Roberto Sgalla Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato, Giacomo D’Arrigo Direttore Generale Agenzia Nazionale Giovani, Stefano Epifani Professore, e l’On. Stefano Maullu Vicepresidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo. Grazie al supporto della Commissione Cultura del Parlamento Europeo e al sostegno di un entourage di parlamentari italiani, l’associazione ha gettato solide basi per scardinare lo stallo che aleggia nel Paese Italia. Gabriele Ferrieri, Presentando il Manifesto ANGI ha dichiarato: “La maggior parte delle realtà che oggi operano in Italia sono verticali. Non permettono il dialogo tra i vari attori, ma finiscono sempre col comunicare a quell’1% della popolazione che già conosce perfettamente le tematiche dell’innovazione. Con Angi volevamo creare un’organizzazione no profit che avesse come scopo quello di rispondere ad esigenze che non avevano ancora trovato soluzione. Le nostre parole chiave sono innovazione, giovani e sinergia. Oggi possiamo dire di aver mosso un primo grande passo verso il perseguimento della mission: proporci in Italia e nel mondo come punto di riferimento per l’innovazione, sviluppandola in tutte le sue declinazioni e in piena sinergia fra tutte le realtà e gli operatori del mondo dell’#innovazione. Dalle startup a chi ha un’idea da realizzare, dalle associazioni di categoria alle Università, dalle agenzie governative fino al parlamento italiano ed europeo».
La Ricerca dell’Istituto Piepoli in collaborazione con ANGI
Roberto Baldassari ha presentato per l’Istituto Piepoli in collaborazione con ANGI lo studio intitolato “I giovani tra aziende, mondo del lavoro e politica”. Il sondaggio si è svolto il 15 e il 22 gennaio 2018 con metodologia mista CATI – CAWI, su un campione di 510 casi, rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana. Dallo studio è risultato che quando i giovani si affacciano nel mercato del lavoro incontrano difficoltà legate al fatto che non hanno ancora l’esperienza che gli viene comunque richiesta. Ai ragazzi di età compresa dai 18 ai 34 anni sono state poste alcune domande, eccole: “Quali sono le difficoltà che impediscono di trovare lavoro in Italia?”, con una percentuale pari 39% i ragazzi hanno risposto che vi sono scarse risorse per avviare un’attività o un’impresa, e con il 26% la “troppa burocrazia” che ostacola l’approccio all’imprenditoria e più in generale al mondo del lavoro.
Per quanto riguarda l’importanza del possesso della laurea: “Secondo lei in che misura il possesso di una laurea costituisce un canale preferenziale per trovare lavoro?” Il 60% dei ragazzi ha risposto che è necessaria – se non indispensabile – il possesso della laurea per accedere al mondo del lavoro. Per quanto attiene invece ai problemi che si riscontrano nel rapporto tra aziende-laureati: “Secondo lei quali sono i principali problemi che sorgono nel rapporto aziende-laureati?” Il 34% dei millenials pensa che manchi un ponte che metta in comunicazione gli studenti laureati con il mondo del lavoro. E alla domanda: “Secondo lei, chi dovrebbe fare qualcosa in più per mettere in contatto studenti e aziende? I giovani pensano che le Università (con il 48%) dovrebbero introdurli nel mondo del lavoro con stage, tirocini, formazione adeguata. E al secondo posto lamentano l’assenza dello Stato (47%). Infine, per quanto riguarda l’accesso al credito alla domanda “In che misura i giovani hanno difficoltà ad accedere al credito per avviare una prima attività lavorativa? L’86% del campione ha risposto che esiste una esasperata difficoltà ad accedere al credito per poter intraprendere la strada dell’autoimprenditorialità. Di contro è risultato che le nuove generazioni credono nella meritocrazia e cercano la possibilità di essere subito messi alla prova appena finito il proprio percorso formativo, e – nonostante tutto – credono molto nel fare impresa, più del resto della popolazione del paese Italia.