Su Nintendo Switch l’avventura nella buia e inquietante Norvegia. Un misterioso male minaccia gli Alleati
Adolf Hitler credeva nell’occulto. La Germania nazista, in tutte le sue follie, ha assecondato anche questa visione esoterica del suo capo. Il male che ancora oggi fa paura, visti i tristi epigoni dei dittatori di un tempo, può comunque essere sbeffeggiato in qualche maniera. Meglio ancora, portato a testimonianza con i nuovi linguaggi. Quello dei videogiochi, ad esempio, calza alla perfezione con la narrazione storica. Lo abbiamo visto con la recensione di Through the Darkest of Times, in cui dovevamo gestire e animare la resistenza contro l’ascesa del nazismo. In Nine Witches: Family Disruption ci proietteremo nel 1944, tempi bui per il mondo e l’Europa soprattutto. Nella buia cittadina norvegese di Sundäe qualcosa di inquietante sta succedendo: una divisione dell’esercito di Hitler vuole entrare in possesso di una misteriosa e potente arma. Meno male che, con eroismo e black humor, al villaggio sono appena arrivati Alexei Krakovitz, un professore quadriplegico di scienze occulte, e Akiro Kagasawa, il suo fedele assistente. Il loro compito è infiltrarsi tra i nemici su ordine del Primo Ministro britannico. Questa è l recensione di StartupItalia per Nintendo Switch.
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Nine Witches: Family Disruption. Infiltrati speciali
Il videogioco è stato prodotto da Blowfish Studios e sviluppato da Indiesruption. In splendida grafica retro e con una cura dell’audio davvero superba, Nine Witches: Family Disruption è un videogioco sviluppato in agili capitoli in cui dovremo risolvere enigmi, seguire le tracce dei nazisti per ottenere prove e riuscire a salvare gli Alleati. I personaggi che andremo a guidare sono la coppia più matta di eroi che si potesse raccogliere. Krakovitz è un professore costretto sulla sedie alla rotelle che, oltre a essere scorbutico col suo assistente, ha la capacità di parlare con i morti una volta che cade in trance; Kagasawa è la sua spalla, fido compagno di avventure e vittima di qualsiasi forma di rabbia repressa.
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Come altri giochi impostati su due personaggi da utilizzare per procedere nella storia, Nine Witches: Family Disruption dà la possibilità al giocatore di passare dal professore all’assistente in qualsiasi momento. Certe attività, come scassinare una porta, necessitano della forza bruta – mica tanto – di Akiro, mentre per superare un nazista a guardia di una porta, dovremo sfruttare i poteri paranormali di Alexei e incamminarci da fantasmi in una casa a caccia di indizi. Tempo per ragionare e seguire ipotesi c’è tutto, ma gli sviluppatori hanno voluto lasciare anche qualche parentesi di azione. Ad esempio, sarà uno spasso far fuori un nazista con una pistola non appena saremo arrivati a Sundäe.
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L’esplorazione
Come un film su una pagina secondaria, ma affascinante, della Seconda Guerra Mondiale, questo videogioco procede con alcuni intermezzi in cui scopriremo i segreti di questo angolo sperduto della Norvegia dove, per qualche sconvolgente magia, non sorge più il sole da giorni. Nostro compito sarà girare per i quartieri, incontrare altri membri della resistenza (alcuni davvero fuori di melone) e scoprire che cosa diamine è successo in quella foresta. A disposizione c’è anche un inventario. Le monete raccolte per terra, ad esempio, ci serviranno per pagare qualcuno affinché ci conceda l’informazione che ci serve.
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Il mondo bidimensionale che gli sviluppatori hanno creato sembra facile da scoprire e dominare, ma gli indizi sono sparsi ovunque e trovare il filo che ci porterà alla verità e, si spera, alla salvezza del vecchio Continente si perde in continuazione. Per facilitare il compito avremo a disposizione un quaderno su cui l’assistente segnerà tutte le cose da fare, senza però dare alcun ordine cronologico. Il che complica parecchio le cose. Ma che ci volete fare: la vita dell’infiltrato è dura. Questo però non significa che non si possa ridere. In lingua inglese, Nine Witches: Family Disruption offre proprio quell’humor british che sarebbe un peccato tradurre in italiano.