Una startup canadese raccoglie oltre 600mila dollari su Indiegogo per uno scudo con filtri N95 che però pesa molto, ingombra e non sembra garantire sicurezza e consapevolezza di quanto abbiamo intorno. Meglio una mascherina da 50 centesimi indossata nel mondo giusto
Una sciocchezza o un gadget in grado di cambiare le cose, specie per certe categorie di utenti costantemente a contatto col pubblico? Per il momento a Biovyzr 1.0 hanno creduto oltre 2mila finanziatori su Indiegogo, assegnando all’azienda canadese che lo produce e che lo ha presentato la scorsa primavera, iniziando in questi giorni le consegne, oltre 600mila dollari. Di cosa si tratta? Di un grosso casco indossabile anticontaminazione in stile film catastrofista. D’altronde con gli occhi degli ultimi otto mesi nulla ci pare ormai più catastrofico della realtà tanto da rendere accettabili anche dispositivi come questo che solo lo scorso anno avremmo archiviato come bizzarre trovate per paranoici e che invece oggi riescono a raccogliere un sacco di soldi e ordini. E a ritagliarsi un proprio spazio di discussione.
Il casco indossabile in neoprene, vinile e silicone, dotato di tre filtri di tipo KN95, dunque paragonabile allo standard ffp2 e con dieci ricariche incluse, è stato progettato dalla Vyzr Technologies: è dotato di plastiche trasparenti che non dovrebbero appannarsi con inspirazione ed espirazione, di un respiratore ricaricabile via Usb con dodici ore di autonomia e tre velocità e di un paio di tasche utili a infilare le mani per toccarsi o grattarsi volto e collo senza timore di infettarsi. Inoltre, è impermeabile e lavabile e ce n’è anche una versione da bambino. “Un design senza precedenti per tempi senza precedenti” spiega d’altronde la startup, fondata dai fratelli Dina e Yezin Al-Qaysi, che sono anche i modelli delle foto. Come darle torto?
Chissà se questa specie di passeggino indossabile – ricorda più o meno la forma di un ovetto per bimbi, più che di un casco come quelli degli astronauti o dei protagonisti di qualche serie o pellicola a tema virus letale – abbia un qualche reale senso in termini scientifici per la vita quotidiana. Dove già indossare correttamente, e sostituire di frequente manipolandola nel modo giusto, una banale mascherina chirurgica da 50 centesimi farebbe la differenza.
Insomma, come sempre ci lanciamo oltre, forse troppo oltre, quando basterebbero delle basi solide negli atteggiamenti quotidiani. Sicuramente di Biovyzr 1.0 se ne può considerare l’applicazione per categorie particolarmente a rischio, anche se di mercato in mercato occorreranno le relative certificazioni sanitarie e la valutazione di eventuali effetti collaterali sulla schiena, tanto per dirne una.
Il problema è che il casco pesa più di 1,2 chili, non proprio una piuma da tenere poggiata per ore sulle spalle, ed è clamorosamente ingombrante. Oltre ad essere poco sicuro in termini di percezione ambientale: rumori, visuale e spazi di movimento ne risultano necessariamente compromessi, lo si nota anche dai video di presentazione. In molti ne sono rimasti affascinati ma forse non hanno considerato il mondo in cui viviamo. Proteggersi e rimanere alla giusta distanza non significa infatti isolarsi a ogni costo. E che costo: Biovyzr 1.0 costa infatti intorno ai 500 dollari.