Il 15 ottobre verrà installato nel capoluogo ligure il maxi elaboratore capace di processare oltre 5 milioni di miliardi di operazioni al secondo
Cinque milioni di miliardi di operazioni al secondo. Una potenza di calcolo che lo posiziona tra i supercomputer più potenti del mondo. Per farci cosa? Ancora non si sa, visto che si tratta di una tecnologia che l’uomo deve imparare a padroneggiare e addomesticare. Per questo il professor Roberto Cingolani, tra i massimi esperti in fatto di IA e robotica, sta scegliendo con cura i membri che faranno parte del team di ricerca del supercomputer di Genova e spera anche di creare un innovativo dottorato di ricerca industriale.
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Come sarà il supercomputer di Genova
Il nuovo centro di calcolo, sarà uno tra i primi in Europa, e il primo in Italia, a essere dotato degli acceleratori di ultima generazione NVidia A100. Il supercomputer di Genova conterà su una batteria di oltre cento unità di supercalcolo, per una potenza di calcolo complessiva superiore a 5PFlops (5 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo), collegate da una rete ad alte prestazioni e a un sistema di archiviazione dotato delle più recenti tecnologie hardware e software, per una capacità di memorizzazione dell’ordine dei 20Pbyte (20 milioni di Gigabyte). Leonardo e Atos potranno, inoltre, collaborare su ulteriori progetti di ricerca legati alla computazione quantistica.
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Un supercomputer europeo
Altra particolarità del progetto Leonardo riguarda il fatto che il supercomputer di Genova sarà totalmente europeo, sviluppato dalla francese Atos. Al contrario della querelle sul 5G, insomma, almeno in questa partita siamo riusciti a restare fuori dalle liti continue tra Stati Uniti d’America e Cina. “Il supercomputer che stiamo sviluppando a Genova rafforzerà significativamente le capacità sia dell’azienda sia su scala nazionale nel supercalcolo, nei big data e nei sistemi autonomi e intelligenti”, ha dichiarato Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo. “Questo progetto contribuirà in maniera significativa al posizionamento dell’Italia fra le prime cinque nazioni al mondo per capacità di calcolo nei settori della ricerca pubblica e industriale”.