I numeri in una ricerca pubblicata da Federprivacy
Partendo da The social dilemma, uno dei documentari di Netflix più chiacchierati delle ultime settimane in cui si denuncia il controllo capillare dei social network sulle nostre vite e sui nostri comportamenti online, sembra che il ragionamento vada esteso anche alle app, soprattutto quelle legate al mondo gaming. Su un campione di 500 app esaminate dall’Osservatorio di Federprivacy è infatti emerso che 469 (ovvero il 93,8%) contengono tracker di profilazione che di fatto spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti; 498 (il 93,6%) richiedono mediamente 10 permessi di accesso a varie funzioni o parti di informazioni presenti sul dispositivo elettronico in cui sono installate; in quasi la metà dei casi (41,8%) gli sviluppatori hanno sede in paesi considerati non sicuri perché non garantiscono un sufficiente livello di protezione dei dati personali.
App, i rischi
Come suggerisce la parola stessa, un tracker è un software il cui compito è raccogliere informazioni su un utente che usa una determinata applicazione, su come la usa o sullo smartphone. «Che centinaia di app scaricate da milioni di minori italiani ed europei non abbiano adempiuto alla nomina di un Data Protection Officer o che in ogni caso abbiano omesso di pubblicarne i recapiti per contattarlo è una questione grave – ha dichiarato il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi – a maggior ragione del fatto che queste applicazioni vengono presentate come innocui giochi per bambini e ragazzi ma raccolgono massivamente informazioni dei giovanissimi utenti profilando su larga scala i loro comportamenti online e trattando i loro dati personali in nazioni che non offrono garanzie sul rispetto della privacy».
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Tra gli altri risultati pubblicati da Federprivacy, risalta anche il fatto che il 90,8% delle app (454) contengono avvisi pubblicitari e hanno nel contempo tracker di profilazione per proporre quindi ai giovani utenti annunci mirati in base ai loro gusti e alle loro preferenze. Infine, 459 sulle 500 app esaminate (91,8%) contengono tracker di Google, 273 contengono tracker di Facebook (54,6%), mentre sono pochi i casi in cui sono stati rilevati tracciatori online di Amazon (5,6%) e di Microsoft (3%).