Un platform tenerissimo, molto profondo nonostante la grafica minimal, in grado di farvi emozionare e forse anche singhiozzare, sviluppato da una startup danese
Un cerchio “rotto”, privato di uno spicchio, è alla continua, affannosa, ricerca della propria parte mancante. Senza quella medesima parte Pac-Man ha fatto una fortuna, ma lui no. Cerchio, il protagonista di Journey of the Broken Circle, si sente incompleto. È stanco di tanta solitudine. Decide allora di partire alla scoperta del mondo, alla ricerca della metà platoniana che finalmente lo renda intero. Intraprende così un viaggio che gli permetterà di comprendere che, prima di trovare qualcuno fatto su misura per noi, bisogna anzitutto conoscere se stessi.
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Sviluppato dalla piccolissima startup danese Lovable Hat Cult e distribuito da nakana.io, publisher molto attento ai videogame che trattano tematiche sociali e psicologiche, Journey of the Broken Circle è un titolo pervaso di malinconia ma anche speranza. Soprattutto nelle battute iniziali, il protagonista verrà assalito da dubbi e rimorsi: si sente solo, si sente vulnerabile e teme che questa solitudine sia causata dalla propria inettitudine. La sua “journey” lo porterà però a conoscere un buon numero di personaggi, tutti assolutamente improbabili e sopra le righe. Alcuni non vorranno avere nulla a che fare con lui, altri lo consiglieranno, altri ancora si uniranno al suo cammino, almeno per un breve tratto.
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Journey of the Broken Circle è un videogame atipico, che parla di incontri ma anche di separazioni. Circle unirà sodalizi temporanei con una pigna, un palloncino e persino con del muschio. Simboleggiano le storie amorose che ciascuno di noi sperimenta nel corso della vita. Ogni personaggio gli donerà abilità uniche (la pigna gli permetterà di puntellarsi nella neve, il muschio lo renderà appiccicoso e aderente a ogni superficie, il palloncino gli farà spiccare il volo), così come ogni rapporto che abbiamo vissuto finisce per arricchirci e ci consegna un bagaglio di emozioni e di esperienza che non avevamo all’inizio del viaggio con quella persona.
Le storie di Circle però sono effimere: i personaggi che in un primo momento sembrano completare alla perfezione il povero cerchio rotto, dopo qualche peripezia si riveleranno invece appendici esterne e posticce. Inizieranno così le incomprensioni, i primi dissapori, alcune piccole liti, che immancabilmente porteranno alla separazione. Oppure, semplicemente, ci si saluterà perché non si ha più nulla da dirsi.
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Per essere un platform, Journey of the Broken Circle vanta sicuramente una profondità di tutto rispetto, basata su poche ma profonde righe testuali (quanta profondità c’è, del resto, in un fumetto in cui semplicemente vi viene detto che siete soli perché siete dei falliti?). Per essere un platform, in compenso, Journey of the Broken Circle è privo di nemici da saltare e ammazzare. E questo lo rende un po’ noioso. I salti, però, non mancano.
Caratterizzato da una fisica molto leggera, particolare (si ha l’impressione che tutto sia rallentato, come se si fosse sulla luna), questo peculiare videogame danese per Nintendo Switch, PC e smartphone si diverte a sovvertire spesso le regole ordinarie. In alcune sequenze, infatti, presenterà una gravità ancora più alterata, in altre inclinando lo stick a destra Circle andrà a sinistra e viceversa. Il fatto che il gioco sia privo di nemici non significa che non sia sfidante: in alcune sezioni perderete vite a ripetizione, talvolta anche a causa di un sistema di controllo non sempre calibrato alla perfezione.
I salti comunque non mancano e ogni peripezia è preceduta, nel level design, da cloni di intensità minore che vi permetteranno di apprendere come superare ogni ostacolo. In alcuni livelli, soprattutto in quelli in cui si viene inseguiti da qualche entità, capita invece di morire più volte perché semplicemente non si capisce quale sia la strada esatta e non si distingue per tempo tra un bivio e un burrone. Sbavature immancabili in un prodotto di una software house tanto giovane, ma alla lunga un po’ frustranti. Come sono frustranti i diversi bug che anche con una certa frequenza freezano il gioco, costringendoci a richiamare il menu dello Switch o semplicemente un salvataggio precedente (per fortuna sono numerosi e tutti automatici). La mancanza di nemici, come anticipato, si avverte: Journey of the Broken Circle in alcune sue parti è difatti troppo lento. Più una passeggiata un po’ fiacca che un’avventura vera e propria.
Non abbiamo invece nulla da obiettare con riferimento alla grafica e all’impianto artistico, semplicemente deliziosi. Journey of the Broken Circle fa leva su di uno stile minimal (per la verità fin troppo abusato nel campo degli Indie: soltanto nelle ultime settimane lo abbiamo visto in Naught e in The Alto Collection) ma riesce comunque a regalare scenari e scorci capaci di farvi distogliere l’attenzione dall’obbiettivo attuale. Insomma, la piccola realtà di Copenaghen è riuscita nell’intento di regalarci un platform davvero atipico, curioso, filosofico, dal forte spessore psicologico. Non per tutti, ma per chi è alla ricerca di qualcosa da giocare a un ritmo meno sostenuto rispetto ai titoli più noti del genere di riferimento. Forse non ci completerà, ma possiamo fare un tratto di strada in compagnia di Broken Circle.