I nuovi processori Core di 11a generazione sono la risposta all’arrembante concorrenza. Per convincere a scegliere ancora Santa Clara, prima di tutto, chi col notebook ci lavora
Inutile negarlo, la questione di quale notebook scegliere è stata per anni una questione soprattutto di quale marca scegliere: la CPU, il cuore del laptop, non poteva che essere Intel. Perché Intel, per anni, ha prodotto sostanzialmente l’unica via possibile al computing fuori dalle mura di casa: i processori Core sono stati quanto di meglio c’era in circolazione in questo settore, senza che ci fosse un vero concorrente. Poi però il mondo è cambiato, gli smartphone e i tablet hanno cambiato il modo di intendere cosa si può e non si può fare lontani da una presa di corrente: oggi Intel si trova in una posizione scomoda, tallonata dall’architettura ARM da un lato e dalla rinata AMD dall’altro. Per questo il lancio dell’11a generazione degli Intel Core, nome in codice Tiger Lake, costituisce una prova davvero importante per l’azienda di Santa Clara.
Questione di architettura
Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare del cosiddetto “processo produttivo”, ovvero della tecnologia messa in campo dalle fonderie di chip per produrre fisicamente i processori che finiscono nei nostri dispositivi. In Asia, in particolare, sono riusciti ad accaparrarsi un primato non da poco: sono ormai stabilmente in produzione CPU e System-on-chip da 7 nanometri, un risultato particolarmente significativo soprattutto per quanto attiene i consumi e l’efficienza delle piattaforme hardware. Intel è rimasta un po’ indietro, vittima di una serie di scommesse sul processo a 10 nanometri che non hanno pagato quanto sperato: ma, fanno sapere ora dai laboratori di ricerca di Santa Clara, la miniaturizzazione non è tutto. E con Tiger Lake Intel punta, ancora una volta, a dimostrare la validità di quella Legge di Moore che da sempre detta il passo del progresso tecnologico delle CPU.
Cosa ha fatto Intel: innanzi tutto ha ridisegnato completamente i core x86 che sono alla base del suo processore (nome in codice: Willow Cove), in pratica ha riprogettato il motore che spinge il suo hardware. A questo ha aggiunto un affinamento significativo del processo produttivo a 10 nanometri: ha reso più efficiente l’intera struttura dei transistor alla base dell’elettronica che utilizziamo in tutti i nostri PC e smartphone, ha migliorato la qualità della tecnica costruttiva FinFet che oggi diventa addirittura SuperFin, e ha anche migliorato la propria capacità di costruire un vero e proprio processore tridimensionale sovrapponendo strati su strati di transistor che un tempo dovevano essere collocati su un singolo piano. Il risultato è una sorta di livello 200x di miniaturizzazione raggiunto grazie alla combinazione di questi fattori, con un miglioramento significativo della frequenza massima raggiungibile dai nuovi Core e allo stesso tempo una diminuzione dei consumi.
Come dimostra poi l’esempio di AMD coi Ryzen, non ci si può più limitare alla costruzione di una buona o ottima CPU: anche la sezione della grafica deve ricevere lo stesso livello di attenzione per costruire un’accoppiata in grado di soddisfare le esigenze sempre più raffinate degli utenti. Dunque anche la GPU Intel è stata profondamente rivista: a giudicare dalle specifiche e dai risultati dei benchmark forniti non ha neppure senso confrontare la generazione precedente con l’attuale, che cambia pure nome diventando Iris Xe e che raddoppia le performance rispetto al passato. Nella pratica, questo significa poter costruire dei portatili di classe ultrabook con prestazioni adeguate a gran parte degli usi quotidiani di chi con un laptop ci lavora: e persino di offrire capacità adeguate a un’elaborazione di base di video e foto senza dover rinunciare a leggerezza e autonomia.
Ci sono poi molti altri dettagli significativi, ma squisitamente tecnici, che spingono Intel ad affermare che Tiger Lake è tanto importante nella storia dei suoi Core da poter essere paragonato a una nuova generazione del processo produttivo (e infatti c’è pure un nuovo logo a scandire questo passaggio): scendere nel dettaglio richiederebbe una trattazione a parte, ma basti dire che a Santa Clara hanno gettato basi importanti per poter immaginare in prospettiva che l’architettura annunciata oggi possa accogliere anche nuove versioni di memorie (sia RAM che storage), di interfacce verso le periferiche e tutto quanto serve a garantire longevità in attesa di riuscire a vedere trasformata in realtà anche la linea di produzione a 7nm (probabilmente non prima del 2022).
Nuovi Core, nuovi laptop
Acer, Asus, Dell, Dynabook, HP, Lenovo, LG, MSI, Razer, Samsung e altri: la lista di partner Intel che ha pronta una infornata di nuovi notebook basati sui Core 11a gen è decisamente lunga per un lancio di questo tipo, e Intel punta forte anche su un altro marchio che fa il debutto oggi. Si tratta del nuovo programma Intel EVO che certifica e attesta la qualità di un prodotto in ottica di produttività: se acquistate un PC con questo marchio avrete la certezza che il PC in questione è stato sviluppato a quattro mani da Intel assieme al marchio di vostra scelta, per garantire quelle qualità come la rapidità di avvio (o riavvio), la gestione intelligente della batteria, la durata prolungata della singola carica (e la ricarica veloce) e connettività wireless di primo livello.
Questo lancio determina una serie di conseguenze, alcune sul piano tecnologico: per esempio nella creazione di nuove istruzioni a livello CPU per incorporare capacità AI e Machine Learning in laptop che pesano poco più (o addirittura poco meno) di un chilogrammo, così come l’integrazione di coder e decoder nativi per formati video compressi come l’HEVC (H.265) per massimizzare la resa multimediale. A questo si aggiunge ovviamente Thunderbolt 4, che con un singolo cavo permette ad esempio di pilotare due monitor 4K a 60Hz sempre facendo affidamento solo sulla grafica Iris Xe integrata.
Resterebbe la sfilza di codici e di CPU lanciate oggi: ricordiamo che si tratta dei Core i7, i5 e i3 di 11a generazione (Tiger Lake) pensati per i laptop, in particolare dei laptop dedicati a massima portabilità e ottime performance per la produttività. Ci sono 5 CPU con un TDP 12-28W che sono pensati per le performance: le più interessanti sono senza dubbio le due Core i7 e la Core i5 con la nuova grafica Iris Xe, tutte quad-core che superano i 4GHz di frequenza in modalità turbo. Discorso simile per le CPU destinate agli ultrabook: 4 in totale, di cui due (una Core i7 e una Core i5) con la nuova GPU e quad-core. Come detto ci sono già diversi produttori che hanno pronti nuovi laptop che hanno a bordo questi processori: tra gli altri parliamo di Asus e Lenovo, che da noi si ritagliano fette importanti di mercato, e che in queste ore hanno già fatto i propri annunci al riguardo.