Arriva su Nintendo Switch, Xbox One e PS4 il primo videogame della startup Just Add Oil Games. Un’avventura nella Cina degli anni ’90, tra l’esigenza di recuperare le proprie tradizioni e la pressante necessità di modernità
Ricordate il film di Alberto Sordi e Carlo Verdone In viaggio con Papà? Uscì nel 1982 e provava a fotografare il mutamento delle famiglie italiane a 12 anni dall’introduzione della legge sul divorzio. Sordi, che diresse la pellicola, era molto cattolico e proponeva un’ottica estremamente critica: nuclei famigliari distrutti, mariti farfalloni, genitori che si rimpallavano figli, nonni e responsabilità… Ecco, Road to Guangdong, opera prima della startup innovativa Just Add Oil Games è per certi versi la versione orientale di questo vecchio film. Sceneggiato dalla scrittrice Yen Ooi (se non la conoscete, non sentitevi in colpa: non pare così famosa come pure viene presentata…), questo bizzarro miscuglio di generi videoludici (molto “video”, assai meno “ludici”) vi proporrà un viaggio in una Cina che non esiste più, quella degli anni ’90, che aveva ancora miliardi di cinesi che si spostavano in bici e spazi rurali a perdita d’occhio ma iniziava ad avvertire il fermento che di lì a poco l’avrebbe trasformata.
Road to Guangdong, un viaggio davvero insolito
Tre le protagoniste della bizzarra avventura: Join Sunny, che di fatto è il nostro alter ego, l’anziana ma energica (nonché bisbetica) zia Guu Ma e Sandy, l’adorata… vettura di famiglia. Il giocatore verrà buttato nel bel mezzo di una storia già iniziata, tra termini parentali che non capisce, vicende che non conosce e dovrà muoversi lungo zone che non ha mai visto. Il primo approccio con Road to Guangdong non è esattamente dei più facili per un occidentale medio che nulla sa della Cina attuale, figurarsi di quella degli anni ’90.
Leggi anche: Ghost of Tsushima, fantasmi del Giappone feudale echeggiano su PS4
Ma presto, se avrà la pazienza di indagare e porre le domande giuste, i vari tasselli andranno al loro posto. Si scopre così che i genitori di Sunny sono morti tragicamente, all’improvviso. La ragazza, universitaria, ha ereditato il ristorante che il padre gestiva assieme alla moglie e alla sorella maggiore, Guu Ma. A quanto pare, però, per validare il testamento. occorre ottenere il consenso di tutti gli altri parenti del defunto, che però sono sparsi per il vastissimo Guangdong (una regione grande circa la metà del nostro Paese).
Ha così inizio un lungo, placido, viaggio alla scoperta di se stessi, della propria famiglia, delle proprie tradizioni. Ogni viaggio può mutare profondamente chi lo compie e pazienza se invece di essere di fronte a qualcosa di epico come l’Odissea, siamo più dalle parti di Broken Flowers (Jim Jarmusch, con Bill Murray) con meno sesso, più parenti, ma un ugual numero di personaggi assurdi, perché dopo aver macinato qualche centinaio di chilometri persino nostra zia, col suo sopracciglio unico perennemente accigliato, inizierà ad apparire simpatica (non dico che ci affezioneremo davvero a lei, mai…).
Road to Guangdong, un videogame davvero insolito
Ma che tipo di videogioco è Road to Guangdong? Come si anticipava, un bizzarro miscuglio di generi: un po’ avventura testuale – visual novel, un po’ walking simulator (assai spurio, non essendo free roaming), un po’ simulatore di guida (ma ci si muove per lo più “su rotaie”).
Gran parte del gioco si svolge in auto, ma calcate poco sull’acceleratore…
Insomma, il titolo di Just Add Oil Games è troppo “action” per essere un’avventura da leggere, troppo poco d’azione per essere altro. Vedetelo allora come una sorta di libro interattivo con diverse fasi di guida in mezzo in cui, più che dove andrete, conta come ci andrete (del resto, quello non diceva forse che “l’importante non è la destinazione ma il viaggio”?). Per certi versi ricorda un po’ un vecchio esperimento tutto italiano, Wheels of Aurelia, ambientato proprio dalle nostre parti. La vecchia Sandy, l’auto amata dal vostro defunto – anche lui – zio, è piuttosto mal ridotta e perderà pezzi di continuo.
…O avrete brutte sorprese!
Cinghia della frizione, albero della trasmissione, compressore e tantissime altre parti che nemmeno avevamo mai sentito nominare sono pronte a rompersi sul più bello, lasciandoci in aperta campagna. E poi c’è l’olio, che il motore della vetusta Sandy tracanna come se fosse birra. E la benzina, che finisce di continuo. A quanto pare, poi, nella Cina degli anni ’90, i distributori si potevano contare sulla punta delle dita di una mano, perciò era normale, prima di partire, caricare una o due taniche a bordo, per rabboccare il serbatoio di tanto in tanto.
In Road to Guangdong scopriamo una Cina ancora rurale, che oggi quasi non esiste più
Si viaggia senza conoscere la meta, senza comprendere i segnali stradali (ma tanto la direzione è una) ma si chiacchiera con la zia, scoprendo nuovi dettagli sulla propria famiglia, che a quanto pare Sunny ha sempre frequentato poco e, siccome negli ultimi cinque anni è stata all’università, è totalmente all’oscuro degli sviluppi più recenti. Dopo un po’ si apprende che il bello del viaggio è proprio l’imprevisto, dato dall’ennesima rottura del motore o dalla necessità della vecchia zia di trovare un bagno: tutte pause inattese, come inattese saranno le deviazioni offerte dalla trama, che non vi faranno perdere tempo ma vi offriranno spunti di conversazione che altrimenti non avrete avuto. Si scoprono così parenti dai caratteri differenti, equilibri famigliari delicati messi a rischio, al solito, da una eredità. A poco a poco si dipana una ragnatela di rapporti, alleanze e antipatie che intriga e che probabilmente non è stata sviluppata come avrebbe meritato. Il gioco comunque “scheda” ogni parente incontrerete, riportandovi nel menu le informazioni essenziali.
Non siamo mai stato così contenti di vedere un distributore di benzina!
Purtroppo, in diverse occasioni i dialoghi italiani lasciano perplessi e si ha l’impressione di non afferrare a dovere quanto sta avvenendo davanti a noi, mentre parenti mai visti e conosciuti parlano tra loro della nostra eredità e del nostro futuro come se nemmeno fossimo presenti.
Durante i dialoghi potremo intervenire scegliendo la risposta. Ogni tanto l’italiano traballa
L’altro aspetto che non convince troppo è la realizzazione delle fasi di guida. Passi che talvolta le auto del traffico spariscano all’improvviso, finendo chissà dove (amen, non ci si aspetta certo la perfezione tecnica da un titolo Indie che viene proposto a prezzo budget), ma stupisce il fatto che il gioco pubblicato da Excalibur Games, pur puntando ossessivamente sulla manutenzione della vecchia e malconcia macchina, non contempli la possibilità di danneggiarla in caso di incidenti con altre vetture o parti dello scenario.
Sono davvero molte le parti dell’auto che possono rompersi. E noi avremo un budget limitatissimo…
Durante la nostra prova abbiamo fatto volutamente diversi frontali con alberi, guard rail e altre auto che sopraggiungevano in senso opposto senza provocare danni visibili alla carrozzeria e senza riuscire a comprendere se stessimo accelerando la comparsa delle famigerate spie del cruscotto che segnalano un mal funzionamento. Insomma, Road to Guangdong è tutt’altro che perfetto: tecnicamente claudicante e dal gameplay spigoloso, non è per tutti i palati. Ma chi cerca un’avventura leggera e pacata, anche un po’ poetica, da “leggere” in spiaggia impugnando la propria Switch sotto l’ombrellone, troverà nel titolo della startup Just Add Oil Games una simpatica variazione rispetto ai tanti altri titoli che affollano oggi gli store virtuali delle nostre console. L’importante è non fare quelli con la puzza sotto al naso e saper sorridere dei suoi (tanti) limiti.