Finanziamenti pubblici e privati in questi anni hanno contribuito alla creazione di realtà come Skolkovo. Ma innovazione e facilitazioni burocratiche attirano molte aziende dall’estero, tra cui anche alcune italiane
La Federazione Russa pensa al proprio futuro e per garantirsi domani una posizione di forza in campo tecnologico ha deciso di puntare oggi su startup e imprese innovative. Agevolazioni burocratiche, investimenti da parte di governo e privati, poli tecnologici all’avanguardia: le iniziative russe nel settore potrebbero offrire importanti opportunità di sviluppo anche a diverse realtà italiane.
Un’immagine dell’Open Innovations Forum di Mosca del 2016
La svolta tecnologica della Federazione Russa
A contestualizzare la situazione ci pensano i dati raccolti da Inc. Il report pubblicato dall’agenzia stampa moscovita parla di 45 miliardi di rubli (650 milioni di euro circa) investiti tra il 2016 e la prima metà del 2017. Finanziamenti indirizzati verso settori specifici in forte ascesa nel web russo: e-commerce (12,5 miliardi), risorse umane e lavoro (10,4 miliardi), soluzioni per il business (10,3 miliardi), Internet of Things (5,6 miliardi). E provenienti da numerosi soggetti interessati come compagnie, fondi privati e non, ma anche acceleratori e incubatori d’impresa.
Cifre impensabili per l’Italia, dove gli investimenti da parte dei privati si attestano su dimensioni fino a 10 volte inferiori rispetto alla Russia. Una differenza che Alexandra Kotelnikova, Head of Business Development di StartTrack, la principale piattaforma di crowdfunding della Federazione Russa, prova a spiegare facendo riferimento ai diversi scenari economici. “Da noi l’orizzonte temporale perché un investimento si concretizzi e porti risultati è di 3/5 anni al massimo. Ma voi, invece, ragionate su periodi di 10/15 anni, cosa che per noi sarebbe assolutamente impossibile”.
Gli sconvolgimenti economici e politici del passato hanno in qualche modo influenzato i soggetti attivi sul mercato russo portandoli a ragionare e agire in tempi brevi. Similmente, i lunghi anni di stabilità economica, quasi stasi, vissuti dall’Italia hanno fatto con noi altrettanto.
Un cambiamento voluto dall’alto
Ma se i privati rappresentano oggi i player più attivi della Federazione Russa, cuore e mente del cambiamento è sempre stato il governo guidato da Vladimir Putin.
Per intenderci, solo nel 2017 la Itn (l’Iniziativa Tecnologica Nazionale), il programma multivettoriale di lungo periodo che il Cremlino ha varato per supportare lo sviluppo delle compagnie russe nei prossimi anni, ha beneficiato di investimenti per un valore di 8,5 miliardi rubli (pressappoco 135 milioni di euro). Risultato cui si è giunti progressivamente partendo dall’IIDF (il Fondo presidenziale per lo sviluppo delle iniziative internet), creato dal presidente Putin nel 2013 e divenuto oggi uno dei più importanti fondi d’investimento attivi in Russia ed Europa.
“Le facilitazioni introdotte dalle istituzioni hanno aiutato molte startup di successo ad ottenere i loro primi finanziamenti, mentre grazie ai diversi progetti di supporto e sviluppo alcune regioni si sono letteralmente trasformate per accogliere le nuove imprese”, racconta Maxim Chebotarev, business angel e membro di Techmafia, l’acceleration program di IIDF.
L’obiettivo finale non è solo incentivare l’innovazione “made in Russia”, ma anche attrarre startup provenienti dall’estero. Soggetti che sanno bene come muoversi sul mercato europeo e che potrebbero così fungere da “ponte” per le grandi imprese nazionali.
Lo Startup Village 2017 di Mosca
Ecco perché negli ultimi anni la Federazione Russa ha visto moltiplicarsi gli eventi dedicati al mondo dell’innovazione. Come la quinta edizione dello Startup Village che si è tenuta a Mosca, nel polo tecnologico di Skolkovo, lo scorso 6 e 7 giugno. Un gigantesco forum di due giorni cui hanno partecipato oltre 20 mila visitatori, 379 speaker e 154 startup. Oppure come Russian Startups Go Global 2017, il meeting internazionale tra imprese innovative della Federazione Russa e potenziali investitori e partner internazionali.
Le cattedrali dell’innovazione
Parlavamo prima di regioni trasformate, anche fisicamente, dall’innovazione. Un cambiamento paesaggistico che ha preso forma di centri per la ricerca e parchi tecnologici industriali cresciuti rapidamente in diverse aree del Paese. Cui si è unita poi una fitta rete di incubatori e acceleratori statali (un centinaio quelli certificati).
Il polo tecnologico di Skolkovo, o come viene definito da alcuni la “Silicon Valley di Russia”
La più famosa di queste “cattedrali dell’innovazione” è il polo di Skolkovo. Una struttura, sorta a due km di distanza da Mosca, che copre 400 ettari di terreno e che raccoglie insieme un parco tecnologico, un’università e cinque cluster (dedicati ad IT, Biomed, tecnologie energetiche, tecnologie spaziali, tecnologie nucleari). Il polo di Skolkovo promuove e organizza più di 200 eventi all’anno dedicati all’innovation. E le oltre 1200 startup che ospita (un posto da residente costa intorno ai 700 euro al mese) tra il 2013 e il 2016 hanno attirato investimenti per 225 milioni di dollari.
Ma il polo tecnologico di Mosca non è un caso isolato. Innopolis, nella Repubblica del Tatarstan, è stata creata appositamente nel 2015 come città della Scienza. A Novosibirsk si svolge annualmente il forum dello sviluppo tecnologico Technoprom. Ekaterinburg, con un importante parco tecnologi- co, si è candidata per l’Expo del 2025.
Spazio anche e startup italiane
La corsa verso l’innovazione della Federazione Russa offre grandi possibilità. E non solo alle imprese nazionali. Lo dimostrano i casi di due startup italiane. La piattaforma di Influencer Marketing Buzzoole ha raccolto in poco tempo 850 mila dollari di venture capital russo. Mentre Tau Industrial Robotics, che sviluppa nuove tecnologie combinando Machine Learning e Additive Manufacturing, è la prima startup residente a Skolkovo.
“Il parco tecnologico di Mosca è la porta principale per l’ingresso sul mercato russo”, racconta Francesco Taiarol, CEO di Tau Industrial Robotics. “Un numero considerevole di impedimenti (dai visti alle procedure di import/export) sono ridotti, quando non eliminati del tutto, grazie alle leggi speciali a cui sono soggette le startup”.
Iniziativa personale, ma anche partnership con grandi aziende: per arrivare in Russia non c’è una strada sola. “Sponsorizziamo delle competition e abbiamo una nostra academy. È così che scegliamo le startup con cui collaborare”, spiega Andrey Gorshkov, Business Development Director di Yandex, il motore di ricerca più cliccato della Federazione che qualcuno ha già ribattezzato come “il Google russo”. “Talvolto sono le stesse aziende che invitano le startup a trasferirsi. Soprattutto quando ci sono ottime possibilità di crescere insieme sul mercato internazionale”.
Il Desk Innovazione&Startup
Ma come incentivare una startup a fare il grande salto e sbarcare sul mercato russo? È proprio ciò che si è chiesto l’ICE (Istituto nazionale per il commercio estero) di Mosca che, la scorsa estate, con un investimento da 500 mila euro ha dato vita al Desk Innovazione&Startup. “Un anello di congiunzione tra la Federazione Russa e le 16 mila società che fanno innovazione in Italia e i cui prodotti potrebbero essere molto apprezzati dal mercato russo”, è la speranza del direttore Pier Paolo Celeste.
Gli obiettivi che il Desk si è prefisso di raggiungere nel suo primo anno di lavoro sono notevoli. A cominciare dall’analisi dell’ecosistema innovativo in Russia raccontato ai lettori attraverso una newsletter. Per passare poi all’organizzazione di microforum e pitch con ospiti alcune startup italiane. Fino alla partecipazione di delegazioni russe agli eventi dedicati all’innovazione (come Italia Restarts Up, evento organizzato dall’agenzia ICE nell’ambito di SMAU Milano 2017, dove abbiamo realizzato le nostre videointerviste) qui in Italia.
Lo strumento a disposizione è molto utile, ora sta solo alle startup cogliere le opportunità che la Federazione Russa offre.