La startup utilizzerà i fondi raccolti per “sostenere la sua vision e il suo percorso di crescita”
Zero Impack, startup nata nel 2021 con “la missione di eliminare i rifiuti di packaging monouso nel food delivery attraverso una soluzione smart di contenitori riutilizzabili”, comunica di aver chiuso il suo primo round di investimento raccogliendo mezzo milione di euro.
Il round ha permesso di consolidare, attraverso un aumento di capitale, la partnership industriale con Alimentiamoci Srl, Società Benefit e startup che, attraverso il sito Planeat.eco, promuove un modo di fare la spesa attento agli sprechi e con un focus sulla corretta alimentazione.
Zero Impack, spiegano dalla startup, nasce dall’idea dei suoi fondatori – Irene Simone e Giulio Simone – di offrire agli utenti un servizio di smart and reusable packaging as-a-service, che prevede la fornitura di contenitori riutilizzabili, il ritiro dei contenitori usati, un servizio di lavaggio e sanificazione e, infine, la restituzione all’utente di contenitori puliti e pronti per il riuso. La circolarità del sistema è garantita da una piattaforma digitale che, attraverso una tecnologia QR codes, traccia e monitora l’intero processo. Ogni passaggio, dalla produzione alla reverse logistics, è pensato per ridurre al minimo l’impatto ambientale, come dimostrato da un’analisi di Life Cycle Assessment. Zero Impack nel corso del 2021 ha concluso il percorso di pre-accelerazione di B4i – Bocconi for Innovation, e il programma di accelerazione BWonder, promosso da BHeroes.
La startup utilizzerà i fondi dell’operazione seguita dall’avvocato Arturo Meglio dello studio K&L Gates per sostenere la sua vision e il suo percorso di crescita: sia adottando un approccio multicanale, rivolgendosi ai principali attori della ristorazione ma anche alle aziende, alle scuole, agli ospedali o ai campus universitari, sia ottimizzando il servizio attraverso un packaging intelligente, capace di raccogliere dati, misurare l’impatto ambientale, generare report, statistiche e indici di impatto.