Le azioni della società di Elon Musk volano a Wall Street, anche grazie all’annuncio del Ceo sull’avvio della produzione in serie del camion elettrico. E i mezzi pesanti saranno i protagonisti del 2021
Non c’è tempo per la noia nella vita di Elon Musk, che tra SpaceX, Tesla, Neuralink, The Boring Company, pronta a unire con i suoi tunnel il Centro Congressi di Las Vegas, e Solar City, fronte caldo con un processo rinviato durante l’epidemia di Coronavirus per far luce sull’acquisizione della società. Ad ogni modo al centro dell’attuale parabola del co-fondatore di PayPal ci sono le prime due compagnie, che stanno vivendo il loro miglior periodo di sempre. Il successo della navicella Crew Dragon ha fatto il giro del mondo e nelle ultime ore Tesla non è stata da meno, centrando un risultato storico.
Tesla da record
La casa delle auto elettriche ha segnato il suo record a Wall Street, con il titolo che ha superato la strategica soglia di 1.000 dollari per azione. Ma non solo, perché la conseguenza diretta è stato il sorpasso ai danni di Toyota e la conquista del trono di produttore automobilistico con la maggiore capitalizzazione di mercato. Un trionfo raggiunto dopo il balzo azionario che ha toccato i 1.026 dollari ad azione (il valore durante la scrittura dell’articolo è di 993 dollari), arrivando a quota 190 miliardi di dollari. Un incremento che indica la fiducia degli investitori sul futuro di Tesla, anche se al momento i ricavi e profitti sono di un’altro ordine di grandezza, tanto che la società non ha ancora chiuso un anno in positivo perdendo, conti alla mano, 862 milioni di dollari solo nel 2019. Ciò nonostante, guardando al valore di mercato la casa leader dei veicoli elettrici ha staccato il concorrente giapponese, la cui valutazione si aggira sui 182,3 miliardi di dollari. Un risultato eccezionale per Tesla, considerando che solo lo scorso gennaio aveva messo la freccia su Volkswagen.
In attesa di Semi
Già notevole di per sé, la particolarità che filtra dai media statunitensi è che a favorire il salto di Tesla siano state le poche ma significative parole rilasciate da Musk a proposito dei camion elettrici: “Siamo pronti ad avviare la produzione in serie”, aggiungendo che la batteria e il propulsore saranno prodotti nella gigafactory in Nevada. Tanto è bastato, alla luce dell’attesa che c’è sul mercato americano per l’arrivo di Semi, in grado di macinare fino a 800 chilometri a ricarica (bastano 30 minuti per passare da 0 al 100%) e trasportare merci per 36 tonnellate. Dovrebbe arrivare nel 2021 ma, come consueto nel sistema Tesla, si può prenotare anticipando 20.000 dollari, per poi saldare al ritiro i restanti 130-170mila dollari.
Il 2021 sarà l’anno dei mezzi pesanti
Quello di Tesla non è l’unico dei camion elettrici in rampa di lancio. Nei giorni scorsi è salita alla ribalta Nikola Motor Company, startup fondata nel 2005 a Phoenix, capitale dell’Arizona, da Trevor Milton, un under 40 cresciuto nello Utah e già miliardario che ha ottenuto oltre 600 milioni di dollari dagli investitori e detiene il 40% della società approdata a Wall Street la scorsa settimana, raddoppiando subito il proprio valore (per la gioia di Exor, che controlla il gruppo Cnh Industrial, il quale ha investito 250 milioni di dollari tra cash e tecnologie messe a disposizione della startup). A far scommettere tanti fondi e investitori su Nikola sono i tre modelli elettrici, due per il mercato a stelle e strisce e il Nikola Tre, destinato al mercato europeo e prodotto nello stabilimento Iveco di Ulm (Germania), che dal 2023 dovrebbero puntare sull’idrogeno. Allargando il raggio, gli analisti statunitensi si attendono per l’anno prossimo il momento di svolta per autobus e autocarri, con l’aumento delle proposte (saranno 169 i modelli disponibili) che favoriranno diffusione e vendite in Europa e Usa.