Parla Gabriele Mariani, candidato sindaco: “Non demonizziamo gli edifici alti ma l’architettura non deve solo stupire”
“Negli anni Venti il Bauhaus sosteneva che la forma deve seguire la funzione. Qui ci troviamo nel caso opposto: potremmo dire che la forma ha bruciato la funzione”. Gabriele Mariani, ingegnere, architetto e candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Milano ha assistito come tanti all’incendio della Torre dei Moro in via Antonini, diciotto piani alla periferia sud del capoluogo lombardo. Da professionista si è fatto una propria idea.
“Non vorrei criminalizzare gli edifici alti – afferma al telefono con StartupItalia – ma a Milano c’è sicuramente un tema di architettura che deve stupire con le forme sfruttando determinate soluzioni tecniche, che uniscono il fatto di essere esteticamente gradevoli alla capacità di far lievitare il valore degli immobili. La pianta degli appartamenti resta, però, la stessa, perché un bilocale in una torre del genere alla fine è del tutto simile a un appartamento in qualunque altro edificio” riflette il professionista, fuoriuscito dal PD in polemica con le scelte urbanistiche dell’amministrazione Sala.
Incendio Milano, “Nessuna vittima grazie a normative antincendio”
Nella mattinata di lunedì dalle finestre liquefatte esce ancora fumo, la brace continua ad ardere e vola persino qualche pezzo di rivestimento. L’odore acre irrita le narici di operatori, passanti e sfollati che assistono impotenti alle fasi finali del rogo, che ha coinvolto anche i negozi a livello strada e una dozzina di auto parcheggiate nel piazzale antistante, completamente carbonizzate. I detriti metallici sono volati a decine, in qualche caso a centinaia di metri nelle vie del quartiere Vigentino. Ma frammenti metallici si possono trovare anche in quelli vicini.
I pompieri sono saliti nella torre e hanno cercato casa per casa per accertarsi che nessuno fosse rimasto all’interno delle abitazioni, portando in salvo i residenti e – persino – gli animali domestici.
“Ero al mare in Liguria con le mie figlie quando mi hanno scritto sul cellulare che casa mia stava andando a fuoco – racconta un’avvocatessa – Ho creduto a uno scherzo di cattivo gusto. Invece era la verità. Mi sono precipitata a Milano: in casa erano rimasti i miei due gatti persiani, che fortunatamente sono stati recuperati dall’intervento dei vigili del fuoco”.
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“Il fatto che non ci siano state vittime mostra che la normativa antincendio italiana è di assoluta eccellenza. Le vie di fuga erano adeguate” riprende Mariani. Ma è ancora presto per dire che cosa aspetta chi fino a domenica abitava nelle palazzine, tra cui il rapper Mahmud. “I muri perimetrali si sono rivelati ignifughi – continua il professionista – ma bisogna valutare se entità e durata delle fiamme hanno compromesso la resistenza statica delle opere. Se così non fosse, si potrebbe pensare a una ristrutturazione: esistono sul mercato materiali non infiammabili. Che, però, non sono obbligatori”.
“Gli uffici stanno ricostruendo l’iter di approvazione del progetto, con un lavoro non semplicissimo di archivio” trapela dall’entourage dell’assessore Pierfrancesco Maran, contattato dal nostro giornale. “C’è un’indagine in corso che provvederà a chiarire il quadro”prosegue lo staff. Nella mattinata di lunedì dalla Procura è arrivato sul posto l’aggiunto Tiziana Siciliano per un sopralluogo. Dei residenti si sta occupando l’assessorato alle Politiche Sociali ed abitative. Tra abbracci, lacrime e incredulità, i volti di chi in via Antonini ci viveva raccontano di una placida domenica di fine agosto che si è trasformata nell’inizio di un travaglio destinato a potrarsi a lungo.