Il comic di Juan Díaz Canales e Juanjo Guarnido arriva su console con un’avventura noir che tenta di essere all’altezza dell’opera originale. Ci riuscirà?
Juan Dìaz Canales e Juanjo Guarnido. Forse a molti di voi questi nomi non diranno nulla, ma gli amanti dei fumetti leggendoli sentiranno un brivido correre lungo la schiena. Lo stesso che gli appassionati del fumetto Blacksad avvertono sfogliando il comic (per chi invece volesse saperne di più consigliamo questo sito). Nel loro settore sono infatti artisti di tutto rispetto.
Il primo ha lavorato, tra i tanti progetti, anche a Corto Maltese, del secondo vi basti sapere che proviene da Marvel. Ora, il frutto della loro fatica è arrivato anche su Nintendo Switch, Sony PlayStation 4 e XBox One, quindi la domanda è: siamo di fronte a una trasposizione come si deve?
Volevo un gatto noir
Blacksad è un fumetto noir ambientato nella New York degli Anni ’50, ben diversa da quella attuale perché antecedente al repulisti del sindaco Rudolph Giuliani. Più che “Grande Mela”, una grande mela marcia. Proprio come gli Stati Uniti di quel periodo, le avventure sono ruvide e mature. Il crimine è ovunque, la politica è altamente corrotta e la polizia inefficiente. Insomma, è un comic che vive di stereotipi, gonfiati ed estremizzati dal fatto che i protagonisti sono animali antropomorfi. Una specie di Zootropolis per adulti, che strizza l’occhio per stile e contenuti a Chi ha incastrato Roger Rabbit.
Tra bar malfamati, teatri di periferia dove si aggirano arriviste senza scrupoli a caccia del successo facile, bische clandestine e commissariati di polizia si aggira John Blacksad, il carismatico protagonista che dà il nome alla serie, un gatto nero con un’unica chiazza bianca che gli rischiara il muso.
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John Blacksad è un detective privato. Cinico e disilluso. Un vero randagio, come il Romeo, er mejo der colosseo della famosa canzone degli Aristogatti. Quelli dal capoccione enorme, segnato dalle cicatrici di mille battaglie che, quando corteggiano una gatta, tengono svegli interi quartieri. L’investigatore si trascina per una città così marcia che, se l’odore si trasmettesse tramite console, la puzza invaderebbe i nostri salotti. Non è fortunato in amore, ha già consumato parecchie delle proverbiali vite a sua disposizione e ne ha viste così tante che nemmeno l’irruzione nel suo ufficio di un enorme rinoceronte armato sembra agitarlo.
Blacksad Under the Skin ha inizio proprio così, con un energumeno che preme la propria Colt sulle tempie di John. In pochi minuti si ha modo di famigliarizzare con il gameplay, fatto di quick time event (cui viene delegata la gestione dei combattimenti) e di bivi narrativi che in più occasioni insisteranno sulla vostra morale: meglio comportarsi bene oppure male? E spesso la via più facile sarebbe l’ultima, ma a quale prezzo…
Equilibrismo felino tra bene e male
Difficile mantenere la retta via tra spacciatori, prostitute, contrabbandieri e mafiosi. E, come tutti gli eroi trasandati e stropicciati delle avventure noir, il nostro Blacksad imparerà molto presto che la distinzione tra bene e male, buoni e cattivi, eroi e reietti, verità e menzogna, non è mai così netta. Ma l’opinione pubblica non lo sa. L’America degli Anni ’50 che ingurgita film e romanzi buonisti e puritani non lo sa. Porta in palmo di mano chi sembra agire per il bene della comunità e divora vivo chi è in odore di criminalità.
Il team iberico che ha sviluppato il videogioco, Pendulo Studios, ha insistito molto su questo discrimine nel tentativo di ricreare le atmosfere pesanti – spesso opprimenti – del comic originale. Il resto del gioco lo si trascorre cercando indizi, Blacksad Under the Skin è un’avventura grafica molto classica che chiede al giocatore di setacciare ogni stage alla ricerca di prove da ricomporre. E qui casca l’asino (restando in ambito zoologico), perché l’aspetto più debole del gioco è la fissità del protagonista che, a dispetto della sua natura felina, si muove come una tartaruga. Anzi, come un personaggio della serie Resident Evil, in modo lento e legnoso, soprattutto quando deve girare su se stesso.
Tutto ciò fa di Blacksad Under the Skin un titolo ancora più lento di quanto non sia già per sua natura. Questo, infatti, vuol dire posizionarsi agli antipodi rispetto a The Walking Dead di Telltale Games, che nel frattempo ha settato ben altri standard. Altre sbavature purtroppo devono registrarsi sul fronte tecnico anche se, in merito, dalla Spagna fanno sapere che molto presto arriverà una patch. Attendiamo fiduciosi. Perché Blacksad Under the Skin è un titolo ben caratterizzato e doppiato in maniera soddisfacente, con carisma da vendere. Proprio come il felino protagonista.