La batteria è il pezzo forte, così come le finiture. Il nuovo indossabile cinese ha molte qualità: ma Huawei ha dovuto fare qualche compromesso
C’è stato un breve periodo della nostra storia come genere umano in cui non abbiamo portato al polso alcuno strumento per la misura del tempo: da quando sono nati cellulari, e poi gli smartphone, abbiamo iniziato a fare a meno di un orologio al polso visto che l’orario potevamo sempre leggerlo altrove. Poi sono arrivati gli smartwatch: i wearable, i gadget indossabili, sono il risultato della progressiva ottimizzazione nella produzione di batterie, display, processori sempre più efficienti, compatti e potenti. Certo i primi wearable erano dei patacconi ingombranti: oggi il prodotto ha raggiunto una forma e una dimensione quasi indistinguibili da un orologio tradizionale, e il Watch GT2 di Huawei ha tra le sue caratteristiche chiave proprio questa.
Se non ci fate troppa attenzione potreste quasi scambiarlo per un vecchio segnatempo meccanico: soprattutto grazie al fatto che la batteria, sul Watch GT2, raggiunge finalmente quelle due settimane lontano dalla presa che sono un po’ il punto d’approdo ideale per questo tipo di dispositivo. Certo per raggiungere questo risultato si è dovuto lavorare molto sulla piattaforma tecnologica, e soprattutto fare alcuni compromessi: per esempio relativi al software che monta questo smartwatch, che non è Wear OS bensì il meno comune Line OS che Huawei aveva già sperimentato nella prima versione.
Com’è fatto il Watch GT2
Cassa in metallo, ma col fondo in policarbonato (inevitabile come vedremo tra poco), forme tradizionali ma un bello schermo e buone finiture. Esteticamente si possono muovere poche obiezioni al Watch GT2, che a una prima occhiata ricorda davvero un cronografo classico di quelli che ancora oggi si acquistano per molte centinaia (o migliaia) di euro in un negozio specializzato: a differenza dagli smartwatch Wear OS, il GT2 ha due pulsanti sul lato destro della cassa, che servono a interagire col software assieme al display circolare AMOLED da 1,4 pollici (nella versione 46mm in prova) che è naturalmente anche touch. Molto significativo anche il peso (ridotto): appena 41 grammi, ci si dimentica di averlo al polso.
Acquistando il modello titanium grey (l’alternativa è quello con la cassa matte black) nella confezione si trovano due cinturini: quello di pelle montato di serie e un secondo di gomma più adatto per chi pensa di indossare lo smartwatch anche durante l’attività sportiva o sotto la doccia. I cinturini in ogni caso sono standard, 22 millimetri: possono essere sostituiti con qualsiasi variante che è possibile acquistare via e-commerce o altrove, purché della misura giusta.
Dicevamo della cassa composta da vari materiali: un vetro minerale sul display, che tra l’altro si giova di un trattamento oleofobico davvero ottimo (difficile lasciare le impronte sul display, l’acqua non lascia tracce), acciaio per la cassa e policarbonato per il fondo. Quest’ultimo componente ha una ragione per essere costruito così: deve integrare i contatti per la ricarica, che avviene tramite una base magnetica da collegare al vostro caricabatterie usuale per lo smartphone, e costruirla in metallo potrebbe creare qualche difficoltà.
Sul fondo ci sono, poi, anche altri due elementi da sottolineare. Il primo è il sistema di misurazione intradermica del battito cardiaco, che tramite due LED illumina i capillari della pelle per offrire una stima (abbastanza affidabile) della frequenza: non ci sono funzioni particolari per rilevare eventuali irregolarità nelle pulsazioni, ma via software è possibile impostare una misurazione periodica dello stress unendo assieme vari dati catturati dallo smartwatch. Poi ci sono altoparlante e microfono: il Watch GT2 permette di ascoltare suoni di notifica dal polso (ma meglio la vibrazione, suvvia! funziona anche abbastanza bene, anche se non è la più potente mai vista), così come (soprattutto) chiamare o rispondere alle chiamate direttamente dal polso via Bluetooth.
Nella confezione, oltre allo smartwatch e al cinturino aggiuntivo, troverete anche la base di ricarica e un cavo USB-USB C per la ricarica: se avete un caricabatterie recente potete collegarlo direttamente alla base di ricarica e portarvi dietro un solo cavo.
Come va il Watch GT2
La scelta di montare un software diverso da Wear OS costituisce un vantaggio e uno svantaggio nel caso del Huawei Watch GT2: senz’altro il controllo completo sulla piattaforma hardware e software permette di aumentare a dismisura l’autonomia, ma il rovescio della medaglia impone una certa limitazione alle funzioni e alla flessibilità dell’oggetto. Sul Watch GT2 non c’è un app store come sugli smartwatch equipaggiati con il sistema operativo di Google, quindi le sue funzioni sono limitate a ciò che si trova aprendo la confezione o che verrà aggiunto in futuro da Huawei stessa.
Le funzioni essenziali ci sono comunque tutte: monitoraggio di movimento e dell’esercizio fisico, comprese le attività al chiuso come la corsa su tapis roulant, calcolo della distanza percorsa a piedi ogni giorno e del numero di piani saliti, monitoraggio del sonno, del battito cardiaco e una misura approssimata del proprio livello di stress. Le altre funzioni comprendono esercizi di respirazione per rilassarsi, il controllo della musica (caricata in locale o riprodotta dallo smartphone) e della rubrica del telefono, bussola, sveglia, torcia (lo schermo viene impostato sul bianco), cronometro/timer. Al Watch GT2 si possono anche collegare delle cuffie via Bluetooth: in questo modo si può uscire a correre senza portarsi il telefono, visto che lo smartwatch comprende anche il GPS per tracciare il percorso dell’allenamento da salvare in seguito sul telefono.
L’intera gestione del device avviene tramite l’app Huawei Health che si scarica su qualsiasi smartphone (Android e iOS), e che permette tra l’altro di scegliere quali notifiche ricevere al polso (ma non si può rispondere ai messaggi direttamente dal Watch GT2). L’interfaccia, sia su smartphone che sul Watch, è piuttosto chiara e anche gradevole sebbene richieda un po’ di “calma” per far sì che l’orologio recepisca correttamente i comandi impartiti con le dita. Lo schermo AMOLED è luminoso e leggibile in ogni condizione: la scelta delle watchface non è ampissima, ma quelle offerte di serie offrono comunque una certa varietà di stili.
Molto comoda la funzione di risposta alle chiamate: abbiamo completato diverse prove per testare la qualità dell’audio, e l’interlocutore ha apprezzato tutte le volte la pulizia della conversazione. L’altoparlante, viste le ridotte dimensioni, non fa miracoli: ma pensare di rispondere al telefono sull’orologio in mezzo alla folla (magari in metro o in autobus) è un po’ un controsenso – si tratta di una funzione pensata soprattutto per quando si è a casa lontani dal telefono, e va detto che la connessione rimane stabile anche a parecchi metri di distanza senza penalizzare la qualità del parlato.
Dulcis in fundo, torniamo sull’autonomia: Huawei dichiara 14 giorni lontano dalla presa in condizioni ideali, e va detto che sul campo questi dati sono rispettati in pieno. I giorni lontano dalla presa diminuiscono a circa 7-8 se si attiva l’always-on-display (che mostra solo l’orario), ma rimane comunque uno degli smartwatch migliori da questo punto di vista. Soprattutto grazie a quel controllo totale sull’accoppiata hardware-software di cui abbiamo già accennato: se il sistema operativo è di fatto dedicato agli indossabili di Huawei (in attesa di Harmony OS), lo stesso si può dire del chip Kirin A1 che è stato realizzato appositamente per questo tipo di dispositivi da Huawei stessa.
È questo lo smartwatch giusto?
Esistono tre versioni del Watch GT2 di Huawei: quella in prova con la cassa color titanio lucido, quella con la cassa nero opaca e infine una variante da 42 millimetri che semplifica il disegno della cassa e che è perfetta per un polso più sottile o per chi preferisce un indossabile ancora più compatto. I prezzi variano da 229 a 249 euro per le due versioni da 46mm, mentre si deve attendere ancora qualche settimana per l’uscita della terza variante più compatta.
Il prezzo è in linea con la concorrenza, ma il GT2 sconta l’assenza di Wear OS e dunque una minore flessibilità di funzionamento: con qualche euro in meno sarebbe un prodotto da consigliare senza se e senza ma, soprattuto visto che vanta un’autonomia che il resto del panorama degli smartwatch si sogna, ma mancando l’accesso al Play Store di Google qualcuno potrebbe storcere un po’ il naso. Di fatto la verità è che al Watch GT2 non manca niente delle funzioni che si usano realmente su uno smartwatch: anzi, rispetto a parecchi concorrenti permette persino di rispondere alle chiamate dal polso o registrare gli allenamenti senza portarsi dietro il telefono (compreso il nuoto, visto che è impermeabile fino a 5ATM di pressione).
Il Watch GT2 di Huawei è un prodotto ormai maturo, che migliora le prestazioni rispetto al diretto predecessore (anche se resta un po’ meno reattivo rispetto ad altri prodotti in commercio) e che fa quanto è realmente utile fare con uno smartwatch. La mancanza di Wear OS lo rende meno flessibile, ma si tratta solo di stabilire se preferiate dover ricaricare l’orologio ogni sera o se invece preferiate portarvelo dietro (magari in una breve vacanza o viaggio di lavoro) senza la complicazione della ricarica quotidiana. Se poi nelle prossime settimane il prezzo su strada calerà, con gli inevitabili sconti che si trovano in giro e con il black friday all’orizzonte, chi è in cerca di uno smartwatch potrà farci più di un pensiero.