Durante le feste sprechi e consumi poco sostenibili pesano sul pianeta. Ecco come limitare i danni, senza sacrificare gusto e divertimento
Il 2019 volge al termine, ma prima di salutare l’anno che se ne va, ci attende ancora un’ultima prova: il Cenone di Capodanno. Temuto dai giovani e da chi deve cucinare – destinati a entrare in trance agonistica -, in questo unico pasto si concentrano una serie di comportamenti poco sostenibili, che rischiano di pesare davvero tanto sul pianeta.
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“Tra pranzi, cene natalizie e di Capodanno, shopping e regali, addobbi e pulizie post feste, diventiamo super-consumatori rispetto ad altri giorni dell’anno”, spiega il WWF sul suo sito. Ma attenzione, la plastica non è il solo problema. Durante tutto il periodo delle festività natalizie i rifiuti aumentano in media del 30% e, considerata la tipologia dei “simboli natalizi”, dagli imballaggi di dolciumi e regali alle stoviglie usa e getta, l’aumento del volume di rifiuti destinati spesso all’indifferenziata aumenta vertiginosamente. “Ma ognuno può fare la differenza approfittando delle feste per imparare stili di vita più attenti, con un occhio anche al portafoglio”.
Stoviglie
Iniziamo dalla tavola. Avete apparecchiato con tovaglie preziose, bellissime. Non è proprio il caso di “imbruttirle” con piatti e posate di plastica monouso. Sfruttate la lavastoviglie: vi permetterà di risparmiare acqua rispetto al lavaggio dei piatti a mano. In mancanza di questo elettrodomestico, approfittate di questo momento per rigovernare la cucina, smaltire qualche bicchiere di troppo grazie all’azione benefica dell’acqua sulle mani, oltre a fare quattro chiacchiere con mamme e zie.
Il menu di Capodanno
La tradizione gastronomica italiana ci suggerisce tantissimi piatti che non prendono in considerazione né carne né pesce. Le verdure possono diventare protagoniste, aiutate anche dalle tantissime ricette dedicate alla pasta nel periodo natalizio. Se si sceglie di fare tagliatelle fresche o gnocchi espressi, scegliete sempre farine locali e biologiche. Il regalo migliore che potremmo fare al nostro pianeta sarebbe una cena vegetariana a base di broccoli, porri, rape e ravanelli. In ogni caso, qualsiasi sia la sequenza alimentare scelta, le parole d’ordine restano: locale, stagionale, biologico e poca carne.
© Foto di Degon da Pixabay
La carne
Zampone e cotechino rigorosamente accompagnati dalle lenticchie, sono tra i must del cenone di Capodanno. Sappiamo che per allevare animali richiede tantissime risorse al pianeta, ma possiamo limitare i danni. Innanzitutto, se non volete rinunciare ai due tagli di maiale “portafortuna”, scegliete zamponi e cotechini realizzati in macellerie che scelgono carni a km zero. Puntate sulle carni grass fed, alimentate solo con erba e fieno: costano un po’ di più, ma sono più sane ed eco-sostenibili.
Se scegliete di porzionare un animale intero, non sprecate alcuna parte, frattaglie comprese: anche qui la tradizione culinaria italiana ci viene in soccorso con moltissime ricette di riuso del quinto quarto, lingua e cervello compresi. Ma fate in modo che le proteine animali siano sempre in minoranza sulla tavola di Capodanno e che le lenticchie siano abbondanti e rigorosamente di provenienza italiana.
Il pesce
Quindi l’alternativa sarebbe il pesce? La tradizione del cenone di Capodanno dice di sì, ma bisogna fare attenzione. Gli oceani di tutto il mondo sono minacciati dal sovrasfruttamento delle risorse ittiche. Anche con le nostre scelte in pescheria o al supermercato possiamo fare qualcosa per salvare il mare. In Europa ognuno di noi mangia in media 23 kg di pesce all’anno, quasi il doppio di 50 anni fa. Ma non più pesce locale.
“Sulle nostre tavole c’è più pesce di quanto se ne possa pescare nei nostri mari o allevare nei nostri impianti di acquacoltura. In Europa più della metà del pesce che finisce nel nostro piatto proviene dal resto degli oceani e in particolare dai paesi in via di sviluppo. In altre parole, i consumatori ogni giorno mettono in tavola cozze dell’Atlantico, calamari cileni, naselli senegalesi, merluzzi dell’Alaska” dichiara Eva Alessi, Responsabile consumi sostenibili e Risorse Naturali del WWF Italia e responsabile del progetto Fish Forward.
© Foto di Robert Mark Jakobsen da Pixabay
Quindi per un cenone a base di pesce è importante tornare a cucinare il pesce disponibile, rispolverando le antiche ricette della tradizione mediterranea. Poi WWF consiglia di fare attenzione alla tracciabilità e alle indicazioni di provenienza. Scegliere pesce locale aiuta anche la pesca artigianale e riduciamo la carbon footprint del trasporto di pesce estero. Nella grande distribuzione si possono scegliere prodotti ittici esteri, ma certificati MSC (Marine Stewardship Council) o ASC (Aquaculture Stewardship Council). Queste le etichette certificano rispettivamente il pesce pescato e allevato secondo criteri di sostenibilità.
“Un altro semplicissimo criterio è la differenziazione: orientarsi sulla scelta delle specie meno conosciute può rivelarsi molto divertente per noi e molto utile per l’ambiente poiché contribuisce a rendere gli ecosistemi marini più forti, evitando che lo sforzo di pesca si concentri tutto su poche specie sovrasfruttate. Questo Natale potremmo cucinare ad esempio un filetto di sugarello, o un gustosissimo ragù di palamita. Tutti pesci dei nostri mari, ma poco conosciuti”, afferma Giulia Prato, marine officer del WWF Italia.
Niente alimenti di lusso
Inutile dire che storioni, caviale, fois gras, aragoste, datteri di mare sono alimenti che bisognerebbe bandire dalle tavole di Capodanno. Se proprio volete concedervi delle uova di storione, che siano almeno certificate. Meglio optare per una sontuosa Insalata Russa, che sfrutta solo verdure e maionese, offrendo un effetto scenografico e gastronomico superlativo. Per la frutta secca, datteri caramellati e fichi secchi, scegliete solo prodotti made in Italy.
Parola d’ordine: non sprecare
Qualsiasi sia il menu scelto per festeggiare l’ultimo giorno dell’anno, l’imperativo deve essere quello di non sprecare. È importante fare una spesa intelligenti: in questo, fare una lista e non farsi guidare dall’ispirazione del momento, può essere di grande aiuto. Meglio scegliere prodotti italiani, stagionali e di qualità, possibilmente a km zero. Fate una lista di produttori locali e andate a trovarli per avere il meglio dell’agricoltura biologica territoriale.
Che fare con gli avanzi?
Sempre mantenendo un’ottica “anti-spreco“, fate degli avanzi una base per preparare altri manicaretti. La tradizione culinaria italiana è ricca di piatti di riciclo, come i supplì, la frittata di maccheroni e le polpette. Non vi resta che scatenare la fantasia.