“La politica intervenga con visione e misure eque” scrivono i direttori delle prestigiose testate. “Serve equità
verso i paesi che già soffrono il cambiamento climatico”
Duecento testate mediche hanno preso posizione con un testo comune sul tema del cambiamento climatico. La penna è quella dei direttori responsabili, che hanno firmato un editoriale che sarà pubblicato a breve. Se la pandemia è stata drammatica, questo il messaggio, il climate change può essere una tragedia di proporzioni ancora difficili da quantificare, e, per questo, da immaginare.
L’appello uscirà prima della riunione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite e del Cop 26, conferenza intergovernativa sul clima con cadenza annuale che per questa edizione si terrà nel mese di novembre a Glasgow. La kermesse è organizzata in collaborazione tra Regno Unito e Italia. Milano ospiterà a fine settembre i lavori del Pre Cop 26, che detteranno un’agenda informale con le questioni da sottoporre ai leader riuniti in Scozia.
Agire nonostante la pandemia
Capofila dell’iniziativa è il British Medical Journal. È la prima volta, spiega a testata, che un numero tanto ampio di pubblicazioni mediche prende posizione comune sottoscrivendo lo stesso testo. Peraltro con un’uscita dal perimetro consueto che vuole sottolineare quanto sia necessaria una strategia che non si limiti ad affrontare i problemi contingenti, ma agisca per modificare strutturalmente e in maniera permanente le dinamiche produttive e di consumo.
“Gli operatori sanitari sono stati in prima linea nella crisi Covid 19 – ha affermato la direttrice del BMJ Fiona Goldlee, citata dal Guardian – Ma oggi sono uniti nell’avvertire che superare gli 1,5 gradi di aumento della temperatura e consentire che la distruzione dell’ambiente continui condurrà alla prossima, e molto più mortifera, crisi”
I redattori delle più prestigiose testate mediche mondiali chiedono pertanto “un’azione urgente per contenere l’aumento medio della temperatura globale al di sotto degli 1,5 gradi, fermare la distruzione della natura e proteggere la salute”. Anche considerando gli sforzi che la pandemia già impone. “Nonostante la necessaria preoccupazione del mondo per il Covid 19, non possiamo aspettare che la pandemia passi per ridurre rapidamente le emissioni” rimarca l’editoriale.
Una questione politica
È la politica a dover intervenire, secondo i direttori, recuperando il ruolo di guida e creando il quadro in cui gli attori del sistema economico dovranno muoversi per non aggravare una situazione già critica, come dimostrano le continue e catastrofiche immagini che arrivano dai paesi colpiti da uragani, inondazioni, siccità. Gli esempi non mancano. Providencia, splendida isola del Caribe colombiano, è stata recentamente cancellata da una tempesta che ha danneggiato gravemente il 98% degli edifici; ma la migrazione climatica diventerà sempre più un fenomeno anche interno agli stati industrializzati, come sembrano suggerire le immagini delle città americane colpite dall’uragano Ida.
“Siamo uniti nel riconoscere che solo cambiamenti fondamentali ed equi nelle società invertiranno la nostra traiettoria attuale ” aggiunge l’editoriale. Che prosegue così: “La più grande minaccia per la salute pubblica globale è il continuo fallimento dei leader mondiali nel mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 ° C e nel ripristinare l’ambiente naturale”.
“Devono essere operati cambiamenti urgenti a livello sociale, che porteranno a un mondo più giusto e più sano. Noi, come redattori di riviste di ambito medico, chiediamo ai governi e agli altri leader di agire, e ricordare il 2021 come l’anno in cui il mondo finalmente cambia rotta”.
L’appello è rivolto in particolare alle nazioni più ricche, che “devono agire più velocemente e fare di più per sostenere quei paesi che già soffrono le temperature elevate”. “La nostra salute – conclude il testo, che sarà pubblicato anche da The Lancet, New England Journal of Medicine, East African Medical Journal, Chinese Science Bulletin, National Medical Journal of India, Medical Journal of Australia – dipende da questo”.