Si chiama “Algorithmic fashion companion”, è stato allevato studiando 200mila outfit e consiglia l’utente durante l’acquisto. A quanto pare, convincendolo più degli stilisti in carne e ossa
Moda e algoritmi. Come si fa a scegliere l’outfit giusto? Soprattutto, può una piattaforma aiutarci nella selezione dei capi? Ci prova Zalando che ha appena lanciato una nuova soluzione tecnologica, l’Algorithmic Fashion Companion, abbreviato in Afc, il cui compito sarà appunto fare da personal shopper virtuale. Ispirando i clienti con consigli individuali e, ovviamente, su misura.
Come si allena l’algoritmo personal shopper
“Si tratta di un algoritmo con esperienza di stile che suggerisce outfit in base ai prodotti più recenti che i clienti hanno acquistato” spiega il gruppo tedesco. Grazie al machine learning gli sviluppatori di Zalando, piattaforma europea leader con quasi 2mila brand disponibili in 17 mercati, Italia inclusa, hanno creato un algoritmo in grado di identificare i capi di abbigliamento più affini e abbinarli in outfit. Il meccanismo capisce da solo cosa renda un outfit perfetto, ovviamente dopo essersi allenato a sufficienza.
Per nutrirlo, Zalando ha sfruttato più di 200mila outfit creati manualmente da un gruppo di stilisti, principalmente dal servizio di curated shopping Zalon, per insegnare al suo algoritmo personal shopper i segreti della moda. Cos’è sportivo, cos’è di classe e quali colori si abbinano? “I clienti ci dicono spesso che hanno difficoltà a combinare gli articoli e che apprezzano l’ispirazione e i consigli di moda – spiega Marta Skassa, product manager di Afc – da una precedente analisi su altri servizi basati sugli outfit che offriamo è emerso che i clienti che interagiscono con gli outfit hanno un tasso di conversione due volte superiore e carrelli di dimensioni significativamente più ampie. Ora possiamo offrire un numero illimitato di proposte di outfit gratuiti in tempo reale, sulla base di un articolo che già possiedono o per il quale hanno già espresso interesse“.
I risultati: gli outfit scartati sono in maggioranza degli stilisti
I primi risultati sembrano confortanti. I sondaggi realizzati con gli outfit confezionati dagli stilisti e con quelli dell’algoritmo hanno infatti dati esiti sorprendenti: circa il 50% degli outfit, sia creati da stylist che dall’algoritmo, sono stati considerati “buoni” e il maggior numero di quelli considerati invece poco idonei o sgraditi (16,9%) erano stati creati da esseri umani in carne e ossa, contro il 13,9% creati dall’algoritmo. “Penso che ciò dimostri come gli algoritmi siano capaci di replicare ottimamente ciò che hanno imparato – elaborando tutti i dati di allenamento, l’algoritmo è in grado di creare qualcosa che piace alla gente in generale. Gli esseri umani, d’altra parte, potrebbero anche creare qualcosa che è “out of the box” o controverso”, ha aggiunto Skassa.
Per creare gli outfit l’algoritmo di Zalando ruota intorno ai cosiddetti “anchor items”. Si tratta cioè di maglioni, scarpe, pantaloni, accessori, giacche e altro che i clienti hanno acquistato da poco o che hanno aggiunto alla propria lista desideri. Da quelli, l’Afc raccomanda fino a tre elementi che ben si abbinano. Il meccanismo sarà disponibile per i clienti in tutti i 17 mercati della piattaforma guidata da Robert Gentz e David Schneider.