Non è un flagship, ma poco ci manca. Seoul rilancia, e moltiplica i sensori per un device decisamente votato alla fotografia
Quasi una dimostrazione di forza quella che abbiamo visto a Milano (per la prima volta un lancio di queste proporzioni in Italia? sicuro un evento da ricordare), per un prodotto che farà discutere: Samsung porta all’estremo la moltiplicazione delle fotocamere degli smartphone, e lo fa con il nuovo Galaxy A9 che monta ben 4 sensori fotografici sul posteriore. Una soluzione flessibile che assicura un certo appeal su chi sfrutta tantissimo il proprio cellulare per fotografare e raccontare la propria vita per immagini, magari a mezzo social come fanno i millennials: dotato di caratteristiche tecniche interessanti, e pensato per competere con un segmento in crescita come quello della fascia medio-alta del mercato.
Presentato sul palco da italiani, Carlo Carollo che oggi è responsabile a livello europeo del mercato mobile per l’azienda coreana e dal suo collega Fabio Invernizzi. Ospite d’eccezione Max Allegri, allenatore della Juventus (una squadra di Serie A: non è un caso) che è da anni uno dei partner di Samsung in Italia.
4x, 4 in 1: la fotocamera del nuovo A9
C’è una fotocamera principale, una per migliorare la messa a fuoco. C’è la fotocamera per lo zoom e quella per le foto grandangolari. Insomma, c’è un sensore per tutti i gusti e tutte le esigenze: in un certo senso gli ingegneri Samsung hanno deciso di non fare compromessi, di riunire in un solo dispositivo tutto quello che poteva essere utile per scattare fotografie con questo smartphone. Si parte dall’esperienza e dal design del già presentato A7, ma con “quattro volte il divertimento”.
Quindi, dicevamo, 4 sensori a bordo. Iniziamo dal principale, un Sony IMX 576 da 24 megapixel con lente f/1,7, che è di fatto il sistema principale per scattare le foto con questo smartphone. Da sottolineare che questo sensore è anche stabilizzato otticamente: quindi compensa il movimento naturale delle mani per evitare le foto mosse. Molto interessante come viene gestita la matrice dei pixel: possono essere assemblati per formare dei maxi-pixel per abbattere il rumore, quando c’è poca luce, o lavorare a piena risoluzione quando la luce è ideale. Vedremo i risultati nella vita di tutti i giorni. La fotocamera ovviamente è sostenuta dalle funzioni “intelligenti”: per rilevare occhi chiusi in un ritratto, e per migliorare la qualità complessiva dello scatto.
Accanto (in realtà subito sotto) c’è un sensore da 5 megapixel con lente f/2,2: questo serve a garantire la messa a fuoco, e cattura anche informazioni sulla profondità di campo. L’accoppiata di questi due è quella che permette di scattare le foto in tutte le condizioni: i due lavorano assieme, sommando le informazioni sullo spazio tridimensionale a quelle sulla luce, così da poter applicare live o in post-produzione effetti come lo sfocato sullo sfondo dei ritratti.
Poi ci sono gli altri due sensori per le foto da vicino o da lontano, piazzati sopra in una modalità “a semaforo”. Come già visto ad esempio a bordo di iPhone, una lente è di fatto una lente f/2,4 zoom 2x montata su un sensore da 10 megapixel: serve in quelle circostanze in cui il soggetto è distante e si vuole catturare qualche dettaglio in più. L’altra invece è sempre f/2,4, ma è una lente grandangolare con campo da 120 gradi (come la vista umana) piazzata davanti a un sensore 8 megapixel: serve a scattare le foto ai panorami, o quando ci sono tanti amici da riprendere in colpo solo.
Sul frontale c’è invece una fotocamera da 24 megapixel per i selfie: monta una lente f/1,7, quindi molto luminosa, e in più dispone anche di autofocus. Insomma, è singola ma dovrebbe comunque produrre degli autoscatti molto interessanti.
Sotto il cofano c’è Snapdragon
Il SoC scelto da Samsung per questo A9 è lo Snapdragon 660 di Qualcomm: e non è una scelta banale. Il processore in questione, infatti, oltre a essere un octa-core basato sul design Kryo260, condivide col fratello maggiore 845 l’architettura di DSP e ISP: Hexagon 680 e Spectra 160 svolgono il ruolo di intermediari tra la fotocamera e il software, gestendo di fatto i segnali un uscita dai sensori e traducendoli in bit che diventano le foto scattate con l’A9. Lo Snapdragon 660 supporta diverse modalità di messa a fuoco, riduce al minimo la latenza di scatto, è in grado di gestire in hardware lo zoom: tutte caratteristiche che lo rendono il processore giusto per questo terminale.
Poi ovviamente c’è la parte relativa al funzionamento del telefono come telefono: quindi le chiamate e la navigazione, con rete 4G (LTE Cat.9) e WiFi che supporta il protocollo 802.11ac così come Bluetooth 5.0. Da segnalare anche lo schermo, un ottimo Super AMOLED da 6,3 pollici con risoluzione FHD+ (2220×1080) e la batteria integrata da 3.800mAh (Quickcharge 2.0 ma niente ricarica wireless). Le prestazioni del terminale dovrebbero essere di tutto rispetto: quanto basta comunque a giocare, navigare, chiamare e tutto quello che si può fare con uno smartphone senza rallentamenti.
Non è un caso che sia stato anche scelto un allestimento inedito per RAM e storage: 6GB di RAM e 128GB di spazio disco (espandibile), molto per una fascia media (ma ha senso chiamare questo A9 fascia media?). A bordo anche Android 8.0, auspicabilmente migrerà a Android 9 Pie entro qualche mese. Il lettore delle impronte è sul posteriore (ma c’è anche il riconoscimento facciale), lo chassis è in metallo ma anodizzato: quattro le colorazioni disponibili, si va dal rosa al blu, ma il colore del vetro posteriore è cangiante, un po’ come visto su Honor e Huawei. Tra l’altro, c’è l’NFC ed è compatibile con Samsung Pay.
Prezzi e disponibilità
Il nuovo A9 arriverà a novembre, e segna per Samsung un passo importante: l’obiettivo è portare tecnologia di fascia alta in un segmento appena inferiore, dare vita insomma a una linea Galaxy A che è appena un passo dietro Galaxy S, ma che si distingue comunque per soluzioni tecniche interessanti.
Galaxy A9 arriverà a 629 euro sul mercato italiano, nelle colorazioni Caviar Black, Lemonade Blue e Bubblegum Pink.