La piattaforma è stata fondata dalla norvegese Anita Schjoll Brede. Per rendere più facile e veloce il controllo sulle fonti. StartupItalia! l’ha intervista al SingularityU Italiy Summit
L’intelligenza artificiale come strumento per rendere più facile l’accesso alla conoscenza scientifica e alle fonti bibliografiche. L’ha intesa così Anita Schjoll Brede, imprenditrice norvegese che ha contribuito a fondare nel 2016 IRIS.AI: un software rivolto tanto al mondo accademico quanto a quello delle aziende per offrire una piattaforma con accesso gratuito e a pagamento, ma in entrambi i casi in grado di rielaborare e proporre all’utente una lista di pubblicazioni e documenti pertinenti con l’obiettivo di ricerca. IRIS.AI è la quarta startup fondata da Anita (in foto, la seconda da destra a fianco degli altri fondatori), una delle “Women in tech” più influenti.
Come funzione IRIS.AI
Roba non da poco: invece di spendere (e sprecare) tempo a compulsare testi e pubblicazioni online alla ricerca del paragrafo necessario alla propria tesi, IRIS.AI fornisce un foglio di calcolo dove sono contenuti tutti i testi già “letti” dall’intelligenza artificiale e giudicati appropriati al tema. Rispetto a sistemi di ricerca per parole chiave come Google Scholar, il software IRIS.AI lavora sull’abstract della pubblicazione in esame, estrapolando l’argomento dalle parole utilizzate. Parole che, a loro volta, rientrano in cluster tematici per facilitare i vari passaggi della ricerca sulla piattaforma. Il ricercatore ha così un quadro complessivo di tutto quanto disponibile online sulla propria materia di studio.
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Il lavoro evitato nella ricerca dei testi utili e guadagnato invece nel lavoro accademico è quantificato in base al numero di studiosi presenti in un team. Un solo dottorando, ad esempio, risparmierebbe all’anno grazie ad IRIS.AI più di 400 ore in consultazione di testi; dieci scienziati avrebbero a disposizione oltre 4.300 ore (qualcosa come 180 giorni interi) da spendere al meglio nel progetto di ricerca.
La parola alla fondatrice
StartupItalia! ha incontrato Anita Schjoll Brede al SingularityU Italiy Summit di Milano, dove l’imprenditrice ha partecipato con uno speech sull’intelligenza artificiale. In platea erano presenti innovatori, scienziati, ricercatori, economisti, per comprendere i passi avanti di una conoscenza resa più democratica grazie all’AI. Un’intelligenza potente, per alcuni minacciosa, che non è però banalmente artificiale. “IRIS.AI è al momento attiva in molte università della Finlandia – ha spiegato Brede – ma ci piacerebbe moltissimo allargare il software anche agli atenei italiani”.
Eppure è stato il presidente russo Vladimir Putin a dichiarare di recente che chi possederà l’intelligenza artificiale migliore potrebbe governare il mondo. Quali sono i rischi che una tecnologia simile corre? “Sarebbe molto pericoloso se l’AI si concentrasse nelle mani di un unico o di pochi players – ha risposto Anita Brede – e al tempo stesso sono convinta che l’approccio migliorare per l’intelligenza artificiale sia proprio quello di creare modelli di proprietà che rendano impossibili monopoli”.