Gli alti funzionari della Repubblica francese non potranno più utilizzare quei programmini per le loro comunicazioni: in fase di test un’app realizzata ad hoc. Che potrebbe essere distribuita a tutti i cittadini
Niente WhatsApp né Telegram. Gli alti funzionari della Repubblica francese, a partire dal presidente Emmanuel Macron, non potranno più utilizzare quei programmini per le loro comunicazioni. Le rassicurazioni sulla crittografia end-to-end non bastano, infatti. I rischi di violazione della privacy sono troppo alti e conversazioni private e riservate fra di essi, così come con soggetti stranieri e alte cariche estere, potrebbero uscirne compromesse.
Una chat “governativa”
Per questo, secondo quanto ha raccontato Reuters che dice di avere come propria fonte il portavoce di un ministero transalpino, una ventina di funzionari e alti papaveri francesi starebbe già testando una nuova applicazione riservata, messa a punto internamente. Se l’esperimento dovesse avere successo, quella (non se ne conosce il nome) diventerà la chat di riferimento per tutti i politici e i funzionari con incarichi esecutivi e di sicurezza nazionale. Con buona pace delle app di Pavel Durov (sotto attacco, ma per ben altri motivi e con dinamiche ben più preoccupanti, in Russia proprio in queste ore) e Mark Zuckerberg.
Il punto centrale delle preoccupazioni è la collocazione fisica dei server in cui vengono memorizzati i dati. Non essendo in Francia, questo comporta il passaggio di contenuti – per quanto crittografati – fuori dai confini, su server farm lontane anche migliaia di chilometri. Con un potenziale di furti e sottrazioni di dati ben più elevato – almeno teoricamente – che per un’applicazione custodita su server di Stato protetti e localizzati entro i confini. Spiace per Macron, che pare fosse un appassionato proprio di WhatsApp e Telegram.
Anche per i cittadini francesi?
“Abbiamo bisogno di trovare un modo per avere un servizio di messaggistica criptato che non sia crittografato dagli Stati Uniti o dalla Russia – avrebbe spiegato il portavoce citato da Reuters – inizi a pensare alle potenziali violazioni che potrebbero accadere, come abbiamo visto con Facebook, quindi dovremmo prendere l’iniziativa”. Il caso Cambridge Analytica – che in realtà c’entra poco o nulla con la questione posta al cuore di questa scelta ma che sicuramente approfondisce il rapporto complicato di Facebook con i dati dei propri utenti, compresi quelli di WhatsApp su cui la stessa Ue ha lanciato diversi allarmi tempo fa – avrebbe dato un’accelerata al progetto.
Ma come sarà la WhatsApp macroniana? Se ne sa poco, a dirla tutta. Ma si è lasciato intendere che, dovesse col tempo rivelarsi utile, potrebbe anche essere distribuita per tutti i cittadini francesi. Che a quel punto, caso piuttosto bizzarro, disporrebbero di un’alternativa di Stato ai player privati dei colossi californiani.