Iterchimica ha brevettato l’asfalto col grafene, un supermodificante resiliente che raddoppia la resa a 14 anni. Ma anche piste ciclabili riciclate e green
L’asfalto, ci piaccia o no, è il materiale sul quale trascorriamo gran parte della nostra vita. Perciò provate a pensare ai 185mila chilometri di strade italiane (più quelle urbane e ciclabili), fatte con un materiale 200 volte più forte dell’acciaio, il grafene. Risultato? Il ciclo di vita del manto stradale raddoppierebbe da 7 a 14 anni. Ma non solo: avreste mai immaginato di percorre una pista ciclabile riciclata al 100%? Oggi è possibile.
Ne abbiamo parlato con Federica Giannattasio, Amministratore delegato di Iterchimica, società di Suisio, provincia di Bergamo, una eccellenza italiana che opera in 80 paesi, producendo e commercializzando prodotti per il miglioramento dell’asfalto, aumentandone sicurezza, eco-sostenibilità, prestazioni, e che a novembre scorso ha registrato il brevetto sul progetto grafene.
“Si tratta di supermodificante che consente di ottenere pavimentazioni stradali durevoli, utilizzando negli additivi proprio il grafene, il materiale più sottile resistente, leggero e flessibile, costruito artificialmente – spiega Federica Giannattasio -. Abbiamo scelto il grafene intuendone prima di tutti la sua altissima resilienza, abbinato all’asfalto”.
Il progetto grafene, lungo e complesso, è stato realizzato con la collaborazione del Politecnico di Milano, proprio per ottenere miglioramenti, rispetto ai materiali utilizzati attualmente, che oscillano tra il 70% e il 210%, senza far crescere troppo i costi. Ora spetterà alle Stazioni Appaltanti, le imprese di costruzione, i General Contractor e gli studi di progettazione utilizzarlo.
“Per raggiungere il risultato abbiamo lavorato tre anni e mezzo, superando difficoltà non banali. Ora ci aspetta il test su sezioni di strade assieme ai gestori e alle stazioni appaltanti, ma siamo molto ottimisti sulla piena riuscita del progetto – commenta Federica Giannattasio -. Siamo un’azienda che opera da 50 anni in una nicchia davvero molto particolare perché ci occupiamo di tantissimi aspetti inerenti il miglioramento della resa del manto stradale”. Pochissimi i competitor nel mondo, qualcuno in Italia comincia ora.
Il grafene comporta una lavorazione difficile e ha un costo elevato ma Iterchimica anche grazie ad un accordo con Directa Plus, una società italiana quotata all’Aim di Londra, tra i maggiori produttori mondiali di materiali a base di grafene, ha trovato un buon compromesso: “E’ vero il grafene ha un costo elevato, ma garantisce un ottimale rapporto costi benefici. Ad ogni modo il problema del costo è superabile. Si può ottenere un asfalto con parità di durata, anche con dosi inferiori. Per chi preferisse invece un dosaggio più alto, l’asfalto composto col grafene assicura un conveniente ammortamento”.
Ricerca applicata
“La nostra azienda ha negli anni investito costantemente in ricerca ed innovazione, in media intorno al 4% del proprio fatturato, contro una media di settore dell’1% – spiega Giannattasio -. Fa pienamente parte della nostra cultura, lo studio e la sperimentazione sono elementi imprescindibili per restare leader del settore e innovare i nostri prodotti con questa continuità”.
A confermarlo sono i quattro laboratori interni a contatto con gli impianti produttivi: un Laboratorio Chimico, un Laboratorio Bitumi, un Laboratorio Emulsioni ed un Laboratorio Materiali (inerti e conglomerati), in cui i 10 ricercatori e tecnici si occupano sia di sviluppare nuovi prodotti, sia di condurre prove legate all’attività di verifica e consulenza. Un’azienda in costante contatto con tecniche di misura, richiesta di capitolato e di prestazioni differenti, che quindi si trova a dover trattare bitumi ed inerti di svariata natura. E’ stata tra le prime aziende europee a dotarsi di una serie di strumenti per determinare il Performance Grade per una perfetta conoscenza dei diversi bitumi e quindi per tarare al meglio gli additivi necessari per ottenere i risultati finali desiderati.
La prima strada riciclata
Grafene ma non solo. Iterchimica infatti ha sempre posto particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie e processi a basso impatto ambientale, sviluppando così nel tempo un know-how specifico ed oggi si pone tra i leader a livello mondiale in termini di innovazione “green” nel settore. Basti pensare che nel 2016 a Roma ha inaugurato la prima strada (un pista ciclabile Lungotevere Oberdan) interamente sostenibile. Grazie ad additivi rigeneranti è composta da asfalto con 100% di fresato ricavato dal riciclo del vecchio bitume stradale che non deve quindi essere conferito in discarica e che non richiede l’aggiunta di nuova aggregati come ghiaia o sabbia. 100% riciclabile insomma.
Ma non solo. Le soluzioni ideate in questi anni spaziano dallo smog, al ghiaccio fino contenimento dei rumori e vibrazioni.
Antismog: una sostanza che applicata alla superficie del manto permette la catalisi dei più pericolosi inquinanti derivanti dalle emissioni dei motori per autotrazione (specie NOx) riducendone gli effetti dannosi, abbassando così l’inquinamento atmosferico
Antighiaccio: una sostanza che aggiunta direttamente nel conglomerato bituminoso, inibisce la formazione di ghiaccio sulla superficie (sino a circa -5°C) aumentando notevolmente la sicurezza e permettendo minori interventi da parte dei mezzi spargisale
Mitigazione del rumore e delle vibrazioni da traffico: grazie al prodotto Itersilens è possibile mitigare sensibilmente i problemi legati al rumore del traffico veicolare ed alle relative vibrazioni, grazie all’utilizzo di polverini di gomma, la cui provenienza è anch’essa “ambientale”, trattandosi di materiali di pneumatici da recupero.