Axa Svizzera si è confrontata con opportunità e rischi delle nuove tecnologie. E per farlo ha organizzato diversi casi di incidenti che potrebbero riguardare la mobilità del domani. Il reportage da Zurigo
E se un drone ormai fuori controllo si schiantasse contro la fiancata di una vettura? Oppure se durante un sorpasso una cargo e-bike dovesse avere un incidente con un mezzo proveniente dalla direzione opposta? O se ci fosse uno scontro tra un auto e uno scooter elettrico? Tre crash test dal risultato impressionante, tre casi futuribili: ma non parliamo di futuro remoto. Proprio quello con cui ha deciso di confrontarsi Axa: nella convinzione che l’innovazione sia portatrice di infinite opportunità, ma anche di nuovi rischi.
Opportunità e pericoli
Come sede dei crash test della giornata è stata scelta una location molto particolare. Il piccolo aereoporto di Düberdorf a Zurigo, sede della compagnia aerea di velivoli storici Ju-Air che lo scorso 4 agosto ha vissuto una tragedia costata la vita a 20 persone. “Eventi che ci spingono una volta di più a considerare il ruolo delle assicurazioni nella società” esordisce Fabrizio Petrillo, CEO di Axa Svizzera. “Perché nessuna circostanza va sottovalutata, soprattutto oggi che le nuove tecnologie ci pongono davanti sfide sempre più complesse”.
Ecco perché Axa pensa in ottica futura a come potrebbe essere la mobilità urbana del 2030. Molto più rapida, sicuramente, ma anche rischiosa e condizionata da soggetti nuovi come droni ed e-bike, o soluzioni innovative basate sullo sharing. In modo da non farsi cogliere impreparati quando queste esigenze diverranno materia all’ordine del giorno.
“Noi non ci occupiamo solo dei danni causati da un incidente, ma vogliamo anche prevenirli” aggiunge Petrillo. “Questo genere di eventi serve a sensibilizzare i nostri clienti, ma anche l’opinione pubblica dei pericoli che possono portare le nuove tecnologie”.
Alla prova del crash test
Partiamo dai droni, una forma di apparecchiatura che già oggi condiziona le riflessioni di molte aziende private dei trasporti. Nella maggioranza dei casi a farli decollare e controllarne il volo sono piloti dilettanti con conseguente aumento dei rischi.
“I primi incidenti non si sono fatti attendere” spiega Bettina Zahnd, responsabile Infortunistica e prevenzione di Axa. “Per fortuna, si sono verificati solo danni materiali, ma è solo questione di tempo prima che anche le persone rimangano coinvolte”. Anche se non fosse necessariamente un drone da trasporto di 9 kg, come quello coinvolto nel crash test, ma un modello più piccolo e leggero, le conseguenze di imperizie nel pilotarlo potrebbero essere gravi. Una soluzione applicabile è quella di un esame teorico accompagnato da un corso pratico per il pilota, cui accompagnare registrazione e contrassegno per l’apparecchio.
Da non sottovalutare, poi, il problema e-bike: essendo più veloci delle normali biciclette, portano il guidatore a compiere manovre spesso pericolose. I dati Ustra (Ufficio Federale delle Strade) raccontano, in tal senso, che dal 2013 a oggi il numero di incidenti con danni alle persone in Svizzera è aumentato del 130% in caso di un e-bike.
E come non pensare al fenomeno del car sharing di cui il 79% dei soggetti tra i 18 e i 24 anni di età. “Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che, chi non guida regolarmente, ha scarsa dimestichezza con l’auto concentrandosi poco sulle condizioni del traffico”, conclude Bettina Zahnd.
Con un orizzonte così mutevole davanti per una compagnia come Axa è diventato ormai fondamentale concentrarsi sulle esigenze non solo attuali, ma anche future, dei suoi possibili clienti.