Nelle prossime elezione di metà mandato l’app Voatz permetterà di esprimere la propria preferenza a distanza. Il sistema che punta su blockchain e riconoscimento facciale è considerato sicuro, ma in molti hanno ancora dubbi
Attacchi hacker e tentativi d’influenzare il risultato elettorale da parte delle potenze straniere sembrano non far paura agli americani. Anzi, gli Stati Uniti puntano sull’innovazione e annunciano che il West Virginia testerà per primo il sistema di voto via smartphone attraverso l’app Voatz.
Votare con un’app
Pensato come possibile alternativa al voto per corrispondenza utilizzato dai soldati americani in servizio all’estero, la preferenza via smartphone troverà la sua prima applicazione nelle elezioni di metà mandato del prossimo novembre.
Il sistema è stato sviluppato partendo dal software Voatz e dall’uso della tecnologia blockchain. Così da poter conservare gli esiti dei ballottaggi e delle preferenze, ovviamente anonime, su un libro mastro criptato e protetto. E se qualcuno ha sollevato dubbi su un possibile hackeraggio del sistema o condizionamento del risultato finale attraverso voti manipolati, la risposta del segretario di Stato della West Virginia Mac Warner è stata categorica.
“Sono già state effettuate quattro verifiche sulle varie componenti del sistema (infrastruttura cloud e blockchain) e nessuna ha mostrato problemi”. Anche se la decisione definitiva sull’accettare o meno il sistema di voto digitale per le elezioni di novembre dipenderà dalle singole contee e non verrà imposta.
Come funziona il voto via smartphone?
Chiunque voglia utilizzare Voatz deve prima registrarsi caricando il proprio documento di identità e, successivamente, superare la verifica del riconoscimento facciale in modalità video selfie. Solo se le immagini verranno considerate corrispondenti alla stessa persona si potrà esprimere il proprio voto con l’app.
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Una tecnologia “sicura”, dunque. Sebbene molti non ne siano convinti fino in fondo. C’è chi ha definito la sua configurazione come “debole, una specie di semplice database di raccolta”. Mentre molto più seri potrebbero essere i problemi legati ai singoli dispositivi che hanno scaricato l’app. Sistemi di protezione limitati e reti di connessione insicure potrebbero fare degli smartphone un facile bersaglio per gli hacker di stato.
Sebbene nessuno voglia ammetterlo, il fantasma “russo” è sempre dietro l’angolo.